[SPF:fail] R: [pace] prima la comune umanità



Grazie Alfonso per questo tuo intervento.

Penso che occorra sempre schierarsi dalla parte degli oppressi e dei più deboli attraverso la terza via, che è la via della nonviolenza, per una risoluzione locale e globale dei conflitti, tramite azioni nonviolente. Sto leggendo Gene Sharp POTERE E LOTTA. Sharp  sostiene che è necessario fare leva sull’influenza dei loci del potere (enti, associazioni, sindacati, mass media eccetera), i loci del potere reale,  ossia il potere che si basa su un controllo dal basso, e far pressione sui governanti per mantenere un controllo duraturo sul potere politico, quello gerarchico (dell’1% come dici tu) attraverso un decentramento sempre più policentrico del potere stesso che deve essere suddiviso fra gruppi e istituzioni all’interno del tessuto sociale, per mantenere un controllo dal basso sull’autorità al vertice. Come cita Fornari questo controllo deve avvenire dal basso, ma soprattutto da ogni singolo individuo in base ad un principio etico di responsabilità. Dunque Sharp sostiene la teoria del controllo nonviolento del potere politico, attraverso varie forme e tecniche di protesta e disobbedienza, proprio come le nostre petizioni per la PACE in Siria e in Iran.

Cosa intendi per manifestazioni “pacifiste” proattive e non reattive? Penso che le questioni Siria e Iran siano interdipendenti e tutti NOI siamo consapevoli, come sostiene anche il Professor L’Abate, che nel Medio Oriente potrebbe scoppiare la scintilla di un terzo conflitto mondiale e appunto nucleare.

Laura

 

Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di alfonsonavarra at virgilio.it
Inviato: mercoledì 27 giugno 2012 17.49
A: pace at peacelink.it
Oggetto: [pace] prima la comune umanità

 

I quaderni speciali di Limes, giugno 2012, sono dedicati alle armi nucleari.

 

Il titolo è: "A qualcuno piace l'atomica".

 

In copertina sono richiamati tre argomenti:

 

storie segrete degli arsenali nucleari

 

da Hiroshima al caso Iran

 

quando l'Italia pensò alla Bomba

 

consiglio la lettura, ovviamente critica, a coloro che intendano acquisire elementi per farsi una visione meno strabica e miope delle questioni internazionali e del grande gioco che è in corso nel Medio Oriente allargato (ma anche per approfondire il legame tra nucleare civile e nucleare militare) 

 

questo per rilanciare mobilitazioni "pacifiste" proattive e non reattive

 

per quanto mi riguarda, da Satyagrahi pragmatico, ribadisco il mio stare sempre dalla parte dei popoli oppressi (tutti) dall'1% straricco e super-armato, quale che sia l'ideologia di cui si ammanta

 

all'insegna del motto: prima la comune umanità, perchè le organizzazioni politiche statuali passano, ma la specie deve restare ("umana" e non barbara)

 

personalmente condanno, di conseguenza, allo stesso modo tutte le fazioni del potere e del contro-potere quando si pongono come pedine del gioco della potenza