manifestazione del 16




sono d'accordo su tutto, ma ripeto la domanda che ho fatto anche al forum della tavola della pace, saremo presenti come pacifisti alla manifestazione del 16 o no? E se no, come manifestiamo il nostro dissenso a ciò che sta accadendo in siria e la minaccia di un intervento militare esterno? Non abbiamo più la stazza di organizzare le oceaniche manifestazioni del passato perchè non siamo più 'utili' ai politici ed ai sindacati, siamo rimasti soli. Cosa facciamo per non sentirci dire che il movimento pacifista non esiste più? Ho visto su siriani d'italia su facebook i preparativi della manifestazione del 16, e francamente come pacifista, come femminista e come artista mi fanno orrore. Ma qualcuno dovrà pur manifestare il proprio dissenso ! paci, pilar 

Date: Mon, 11 Jun 2012 16:50:50 +0200
From: valeria.sonda at alice.it
To: pace at peacelink.it
Subject: R: [pace] pace e Siria



La mia opinione è che se i nostri partigiani avessero saputo prima cosa ne avrebbero fatto poi gli statunitensi dell' eredità della loro amicizia, non credo avrebbero accettato mai il loro aiuto. Credo che avrebbero preferito fare da soli anzichè avere così tanti morti sulla loro coscienza proiettati in un eterno futuro, avessero mai potuto immaginarseli. Ma loro non potevano sapere.
De Gasperi forse non si sarebbe fatto usare per permettere loro quell'ambiguità sul come stare e perchè nella nostra casa: senza limiti, senza regole come invece Togliatti  aveva richiesto si mettesse per iscritto completando l'articolo che prevede la loro installazione in Italia.
 E infatti...ci ritroviamo oggi non solo con basi militari da tutte le parti, da cui partono per fare ciò che vogliono, con valori sociali sepelliti sotto montagne di spazzatura mediatica, e con giovani del mondo arabo a cui sembra perfettamente uguale farsi saltare in aria contro usa e israele o per usa e israele , senza capire che la loro carne trita e prima ancora il loro pensiero  sono solo usati per scopi capitalistici altrui.

Riguardo ai giovani italiani poi c'è da rimanere sbalorditi ad ascoltare la loro interpretazione dell'espansione colonialista americana verso asia e verso africa. Di fronte a una cartina geografica costellata da bandiere americane c'è chi taccia l'influenza russa come di troppo. Un lavaggio del cervello per niente neutrale, ma semplicemente il contrario delle accuse sfrecciate con naturella da destra e da " sinistra".
 
 I  teologi della liberazione per fortuna non si sono sbagliati, hanno saputo stare dalla poveri, contro i ricchi-ruba-risorse,  e quindi non si possono paragonare alle vicende siriane così facilmente.
Anche agli zapatisti erano state scaraventati addosso gruppi paramilitari pagati dagli statunitensi, passati per odii interetnici, ma peggio con la complicità del governo messicano allo scopo di sbarazzarsene e di rubare le loro terre. Non ci sono mai cascati, hanno continuato a denunciare a tutto il mondo cosa stava loro succedendo e non hanno mai chiesto l'intervento della nato ne si sono armati per uccidere le altre comunità: hanno ben chiaro chi sono i mandanti.
Speriamo che nessuno si metta a servizio della primavera in fiori di palstica e armi vere, in nome della libertà delle multinazionali anche a cuba! 
----Messaggio originale----
Da: lorenz.news at yahoo.it
Data: 11-giu-2012 15.55
A: <pace at peacelink.it>
Ogg: R: [pace] pace e Siria

La mia opinione è che un nonviolento non condanna chi reagisce alla dittatura o all’invasione nel suo paese con le armi.

Non mi pare che Gandhi abbia mai condannato chi proponeva una lotta violenta contro le ingiustizie e contro l’impero inglese.

Ha condannato il mezzo usato, ha proposto la nonviolenza, ma ha sempre espresso rispetto e di solito anche ammirazione per i rivoluzionari che hanno usato anche la violenza, a partire da Mazzini, che considerava un suo maestro, e Garibaldi. Non mi pare che Capitini abbia mai condannato i partigiani. E la Costituzione italiana che tutti lodiamo è opera soprattutto dei partigiani, di persone che hanno usato la violenza.

 

La condanna dei nonviolenti, da Gandhi, a Capitini a ML King è sempre stata verso i vili, verso coloro che NON reagivano in alcun modo alle ingiustizie. Non verso coloro i quali reagivano con la violenza in contingenze storiche dove la possibilità della nonviolenza non era contemplata, era estranea alla cultura del momento o era in ogni caso concretamente non fattibile a livello di massa. Qualcuno di voi si sente di biasimare Bonhoeffer per aver partecipato alla congiura contro Hitler? Io lo stimo, per questo. E stimo i missionari dell’America Latina che erano e sono pronti a usare le armi se nel loro paese non c’è un movimento nonviolento visibile e in grado di arrivare a dei risultati. Non do alcun giudizio negativo verso la loro persona. Posso prodigarmi nel mio piccolo per favorire una risposta nonviolenta nei paesi in cui vivono, forse lo stanno facendo anche loro, ma se la contingenza del momento non permette una risposta nonviolenta di massa se non in tempi lunghissimi e imprevedibili, così come non lo permetteva l’Italia del 1943-45, capisco benissimo la loro scelta di abbracciare la rivolta violenta se questa è rivolta a regimi dittatoriali o invasori, e se avviene portando avanti istanze democratiche e non identitarie. In questo caso, da nonviolento, il mio è un silenzio-assenso.

 

Sono d’accordo con Cacopardo sul proibire la guerra nella storia come guerra tra stati e quindi nel ripudiarla in modo assoluto come stato, pur considerandola legittima quando di difesa dei confini – come nella nostra Costituzione. Sono favorevole allo smantellamento della Nato e di ogni alleanza militare a una completa riforma dell’ONU, comprendente la possibilità di un esercito sovranazionale e di un corpo di pace nonviolento. Posizione cioè simile a quella di Alex Langer. Non mi sento di poter dire di proibire ogni intervento di uno stato su un altro e contemporaneamente di proibire una rivolta popolare armata in uno stato sotto regime dittatoriale. Sono disponibile a considerare anche un intervento armato fatto da un organismo sovranazionale come l’ONU nel caso di un genocidio, ma che sia genocidio, ossia sterminio in atto di un intero popolo, non stragi di qualche migliaia di morti.

 

Nel caso della Siria, la rivolta nonviolenta è stata ed è presente. A causa della repressione sanguinaria del regime molti cittadini che hanno manifestato in modo nonviolento molti comitati locali hanno chiesto l’aiuto dell’Onu, e occorre comprenderli e non condannarli. Il sostegno, per quel che mi riguarda, lo do a quelli che resistono nel tenere ferma la richiesta di non ingerenza esterna, e che intanto condannano oltre al regime (che è, lo ricordo di nuovo, la causa principale dell’innescarsi di una rivolta armata) i rivoltosi violenti che uccidono civili, ossia quelli del Coordinamento per il Cambiamento democratico.

Lorenzo Galbiati

 


Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di Paolo Bertagnolli
Inviato: lunedì 11 giugno 2012 15.18
A: pace peacelink
Oggetto: RE: [pace] pace e Siria

 

Caro Alberto,
condivido quanto scrivi, infatti interrogai quel  prete su questo tema; anch'io ho sentito troppo spesso usare questa risposta per giustificare i propri interventi armati. Volevo semplicemente riportare quanto una persona coinvolta e, ti assicuro, onesta, ha sentito in una determinata situazione, situazione che io, e forse anche tu, fortunatamente non abbiamo vissuto ed allora, di fronte a certe esperienze, mi sento in dovere di "fare silenzio".
Paolo


Date: Mon, 11 Jun 2012 15:07:28 +0200
From: alberto.cacopardo at alice.it
To: pace at peacelink.it
Subject: Re: [pace] pace e Siria

Caro Paolo,
il discorso di quel sacerdote l'ho sentito ripetere non so quante volte.
Sarebbe ora che che ci decidessimo a riconoscere che chiunque prende le armi (parlo di uomini, non di governi) crede sempre di avere ragione, crede sempre che non ci sia scelta, crede sempre di servire la giustizia più alta e più nobile, crede sempre che la causa per cui combatte sia più grande della vita e della morte.
Per questo ci sono guerre da migliaia di anni, per questo si sono fatti ecatombi e massacri e per questo sarebbe ora di vedere la guerra scomparire per sempre dalla storia.
Alberto Cacopardo


Il 09/06/2012 8.15, Paolo Bertagnolli ha scritto:

Mi trovo particolarmente a disagio quando sento e vedo come si sta svolgendo il "dibattito" sulla Siria: le posizioni, mi sembra, si fanno sempre più rigide ed aggressive.
Mi piace ricordare quanto affermava Ryszard Kapuschicki parlando, appunto, degli inviati di guerra e dei reportage che vengono scritti: " L'autore è sempre fortemente coinvolto, si trova, quindi, nella posizione non dell'osservatore a distanza, ma di vittima del conflitto. L'obiettività assoluta è esclusa. Un giornalista rientra non solo con un tacuino fitto di informazioni, ma anche in uno stato di prostrazione fisica e morale"  e continua: Capitano situazioni molto drammatiche ed è veramente difficile stabilire delle teorie in questo campo. Partecipando ad una guerra, abbiamo a che fare con una infinità di problemi da affrontare e risolvere in pochi minuti. Secondo la nostra coscienza, la nostra resistenza psichica alla paura, il nostro senso della cultura, del buongusto, ecc." e termina: " L'importante è di evitare l'accecamento ed il fanatismo".
Mi pare che sarebbe il caso che le varie parti, che credo in buona fede, cerchino di agire, appunto, senza pregiudizi, per quanto possibile e senza fanatismi.
Se posso ancora aggiungere qualche cosa: anni fa andai in El Salvador e incontrai un sacerdote che, durante il periodo della dittatura, divenne guerrigliero, gli chiesi come concigliava questa scelta con il suo sacerdozio e la sua attuale posizione contraria alla violenza. Mi rispose: " Se tu vedessi i tuoi amici, i tuoi parenti, uccisi, assassinati da uomini che sono protetti da una giunta militare che uccide solo perché uno la pensa in modo diverso, entreresti anche tu nella guerriglia". Ricordo che tacqui e pensai che non ero in grado di esprimere un giudizio che sarebbe stato solo teorico.
Paolo Bertagnolli

> From: xenos at iii.it
> To: pace at peacelink.it
> Subject: Re: [pace] pace e Siria
> Date: Sat, 9 Jun 2012 06:37:55 +0200
>
>
> condivido pienamente quanto scrive Dante qui sotto. C' è una caduta di
> stile in certi interventi che che non hanno nulla a che fare con lo spirito
> pacifista e nonviolento.
> Franco
> -----------------------------------------------------
> BORGHI Franco
> Via Frescobaldi 13 - 44042 CENTO (FE)
> Tel. 051.6836715
> Cell. no 348.3802633
> Skype address: fbfarabir
> Reply to: xenos at iii.it
>
> ----- Original Message -----
> From: "Dante Bedini" <bdndante at gmail.com>
> To: "pace" <pace at peacelink.it>
> Sent: Friday, June 08, 2012 10:57 PM
> Subject: [pace] pace e Siria
>
>
> > sono completamente esterefatto dal tono che sta prendendo il
> > "dibattito" sulla questione siriana, ritrovo in certe affermazioni
> > ("un personaggio come Marinella Correggia" ecc.) o in insinuazioni
> > diffamanti (del tipo "chi vi paga", per il solo fatto di praticare
> > l'esercizio del dubbio: come dire "Noam Chomsky e le sue dieci regole
> > sui mass media... chi lo paga?), ritrovo in tutto questo il contrario
> > di un giusto atteggiamento pacifista e nonviolento, anzi, come diceva
> > ben più modestamente il maestro Aldo Capitini, da "amici della
> > nonviolenza".
> > Sono iscritto a questa lista perchè si occupa di pace, non di
> > propaganda più o meno subdola a favore di interventi militari e
> > "missioni umanitarie". Non basta vedere cos'è successo in questi
> > decenni? La Libia è solo l'ultimo esempio, e anche sugli esiti della
> > primavera araba ci sarebbe molto da dire (non parlo delle speranza e
> > delle lotte dei popoli, parlo dei nuovi regimi militari in Egitto e
> > altrove, per non dire del forte sostegno che viene da Al Qaeda e altri
> > gruppi. Per motivi anagrafici, ricordo l'appoggio degli Usa e complici
> > ai talebani in guerra contro il governo afghano).
> > Continuo a leggere interventi pieni di affermazioni perentorie,
> > diffamazioni e roba al limite del turpiloquio. Ebbene, non è questo il
> > mio stile.
> > Già altre persone prima di me hanno ricordato che questo è un sito che
> > si occupa di pace, chi ha voglia di mettersi l'elmetto e di fare
> > esercitazioni di "guerra psicologica" vada a scrivere altrove (spazi
> > ne troverà di sicuro, viviamo in un paese che non ricorda neppure
> > l'articolo 11 della costituzione "l'Italia ripudia la guerra").
> > Un'ultima considerazione: cos'è diventato questo paese, se tutto viene
> > urlato, senza rispetto e con attacchi personali? Evidentemente,il
> > modello televisivo berluskoniano ha fatto scuola, ottimo lavaggio dei
> > nostri cervelli
> > Dante Bedini
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