5) Lei scrive che "la rivolta in Siria è una rivolta contro tutti: contro il regime prima di tutto, ma anche contro intromissioni dall'esterno, dalla Russia al Qatar, dall'Arabia Saudita all'Iran". Surreale, visto che Qatar e Arabia Saudita e Usa finanziano apertamente la rivolta e che al Qaeda la guida o quasi. Non lo dico io. Peccato che non Lei abbia ascoltato un intervento della coordinatrice scientifica di Limes; fra gli altri.
7) Non sono siriana e non sono tenuta a parlare bene né del governo né dell'opposizione (nelle sue diverse anime). Dovrebbero essere i siriani a decidere. Né io né Lei. Come ho spesso scritto le violenze avvengono da entrambe le parti (lo schematismo "un dittatore che uccide manifestanti disarmati" ha lasciato da tempo spazio a scontri fra armati); ma nessuno, compreso voi, attira l'attenzione su quelle anche efferate commesse dall'opposizione armata grazie a pesanti interferenze esterne. Sono i soliti due pesi due misure. (Lei cita la Bbc: ebbene Paul Wood, da Homs, mesi fa referiva di un video mostratogli dai ribelli con i quali era embedded; orgogliosi gli mostravano la decapitazione da loro effettuate di "nemici").
8) Per è me incredibile che non vi preoccupi la main mise di Qatar, Arabia Saudita, Usa, accaniti sostenitori e finanziatori della rivoluzione siriana e di quella libica. Oppure questa contraddizione vi fa diventare così ivrulenti, per cercare di nasconderla?
8) Fa parte della disinformazione anche ignorare quella parte rilevante di siriani che non sta con l'opposizione. Le Sue fonti, i Suoi amici, sono una delle voci. Sono anche stupita del fatto che le pesanti ingerenze esterne siano tollerate da quella parte dell'opposizione che dice di richiamarsi al comunismo. Io personalmente ho incontrato vari comunisti che invece propongono il dialogo e non certo la lotta armata o peggio e che trovano appunto intollerabili e indicative le ingerenze esterne. Per Sua informazione, in Siria finita la delegazione sono andata in giro da sola, su bus e pulmini; peccato non parlare abbastanza l'arabo per una vera comunicazione con i viaggiatori.
10) E' diffamazione paragonarmi a Nirenstein e ad Allam. Le suggerisco di considerarlo.
Marinella Correggia
Torri in Sabina (Ri)
ECCO QUI DI SEGUITO QUANTO SCRIVE IL SIGNOR DE ANGELIS
a tutti,
vi rispondo solo a nome mio e non a nome dei firmatari dell'appello (semmai potreste mettere la mail dell'appello in cc cos anche gli altri sono al corrente del dibattito).
Sono d'accordissimo con Alberto che il dibattito non sterile, anzi. L'intento dell'appello era proprio questo e pensiamoci di esserci riusciti. Non ho ancora avuto tempo di leggere le risposte sul blog di Alberto.
Non so perch Alberto ritenga la firma di Paolo dell'Oglio incomprensibile, dato che noi e lui abbiamo esattamente le stesse opinioni. Paolo (che ho conosciuto nel lontano 2006, ma Lorenzo lo conosce meglio di me) impegnato fin dall'inizio nel tentativo del dialogo, e per questo il regime voleva allontanarlo. anche convinto tuttavia che la rivolta in Siria sia autentica e che il risultato finale debba essere una Siria pluralista e democratica, e l'ultimo appello indirizzato
anche al regime chiedendogli di fare un passo indietro, mentre la lettera a Kofi Annan appunto il riconoscimento del possibile ruolo del'ONU in questa situazione. Non vedo dove siano i punti che contrastano con il nostro appello, che va esattamente in questa direzione. Paolo dell'Oglio sa che la rivolta autentica e la vede, come noi, nella sua complessit. Comunque scrivetegli, vi risponder lui.
Ma per esempio tra lui e un personaggio come Marinella Correggia, che voi citate, c' un abisso. Mi fa strano che decidiate di usare dei post di Marinella, i cui scritti rappresentano esattamente il bersaglio del nostro appello e di cui penso tutto il male possibile. Una persona che non conosce niente di Siria, usa qualsiasi pretesto per sostenere la natura fabbricata della rivolta, e che andata a Damasco come giornalista embedded (con tanto di visa) come un giornalista della Fox al seguito delle truppe americane in Iraq. Lo so perch ho molti amici
giornalisti che mi chiedono contatti quando vanno in Siria e mi raccontano esattamente come funziona quando ci vai con il visa del governo, seguito dai minders del regime. Questo lei dovrebbe dirlo ma non lo fa, vorrei vedere se volesse avere accesso a differenti fonti di informazione: veri oppositori. Quando contatto per conto di giornalisti i molti attivisti siriani dentro e fuori la Siria, la prima domanda che mi fanno"entra con il visa o no?" perch a seconda della risposta cambiano i contatti che sono disposti a darmi....Questo per dirvi quanto possa essere limitata la visione di un reporter che va a lavorare in queste condizioni. I reportage di Marinella Correggia dalla Siria sono per quanto mi riguarda quanto di peggio c' in circolazione, lo dico senza problemi. E sono tra quelli che ci hanno spinto, dopo mesi di mal di pancia a leggere le falsit che contengono, a decidere di unirci in questo appello.
Con queste persone qua, che non parlano
l'arabo, non hanno reali contatti con la gente di l prima della rivolta, non conoscono la storia della Siria, e che decidono sulla base delle poche e spesso falsissime informazioni che hanno che si tratti di un complotto, onestamente non vorrei sprecare il mio tempo a parlare. Perch so che completamente inutile. una scelta ideologica e frutto di pregiudizi, che no'entra nulla con quello che realmente accade.
Detto questo, il dialogo con chi vuole ascoltare continuer e sono contento di questo. Quando Loretta afferma: "Noi, penso, dobbiamo cercare i modi per svelare di pi questo disegno e batterci contro di esso, supportando le forze che vogliono realmente un cambiamento", ecco, questo esattamente il nostro punto. Ma il disegno, cara Loretta, non occidentale. Ci sono tanti disegni in corso, perch in una zona come la SIria chiaro che ognuno vuole dire il suo. Quindi si, il vostro compito sarebbe di individuare questi attori, e puntare su
questi. Io li conosco gi e gi lo faccio. Non che sono con USA ed Europa, che se parlano lo fanno perch costretti dalla pressione mediatica o per i propri interessi, n con Qatar e Arabia Saudita, di cui penso anche tutto il male possibile. Ma certo sono anche e ancora di pi contro il regime, Russia e Iran, che giocano in questa situazione il ruolo che Stati Uniti giocavano e giocano in America L
Quindi ripartire da questo e non certo dalle idee di Marinella Correggia, che queste forze spontanee, popolari e autentiche sembra non conoscerle proprio e di rifiutarne la legittimit (come il regime siriano, vedi ultimo discorso di Bashar).
Dato che mi avete coinvolto in questo dialogo, ne approfitto per raccontarvi perch sono divenuto cos coinvolto in questa situazione, cos ci capiamo meglio
La Siria per me una seconda patria e per tutti gli anni che ci ho passato non ho mai avuto problemi con il regime. Ci conoscevamo bene, mi
lasciavano libert di azione e di organizzazione di attivit anche su temi delicati, perch sapevano che non andavano oltre circoli di elite culturali e accademiche nel paese. Il ministero d'informazione per me era una seconda casa, ho diversi amici l (alcuni ora sono stati in prigione perch hanno aderito alla rivolta).
Non sono un interventista, e per me la Siria era un paradiso: paese povero ma sicuro, economico, bellissimo. Il paradiso del ricercatore credetemi. Non ho nessun vantaggio dalla rivoluzione, che non mi consente pi di andarci (ora sanno da che parte sto) e che anche se la svolta democratica avvenisse presenter problemi per molti anni, dato che ormai le infiltrazioni di al-qaeda sono divenute una realt.
E tuttavia la mia opposizione al regime nasce, prima ancora che dalla mia conoscenza diretta e accademica di quello che avviene nel paese e fuori di esso, da questioni personali. Mi spiego. Quando la rivolta cominciata (ero tornato in
Italia dalla Siria da appena un mese) i miei amici, perfino i pi insospettabili e apolitici, hanno aderito alla rivolta, a volte sinceramente sorprendendomi (inutile dirvi quante persone conosca in Siria: tantissime con tantissime idee diverse e discuto ancora con molti pro-regime, anche se pi difficilmente di prima). Queste persone sono state immediatamente arrestate, torturate e cos via (alcuni di loro sono morti, di altri non ho pi notizie da mesi). Inutile dire che i pro-regime stanno tutti benissimo.
La rivolta nata autentica. I miei carissimi amici del giornale Qasiun, un giornale comunista semi-legale, tutti anti-americani e anti-israeliani fino al midollo, ne fanno parte. Sono pi anti-americani e anti-israeliani di chiunque di noi, eppure sono con la rivolta e pagano, a volte con la vita, questa scelta.
Chiunque non abbia questa conoscenza pre-rivolta della Siria, non pu ricostruire le cose per bene, ed il caso di gente come
Marinella Correggia.
E mi tocca leggere dai reportage di queste persone che i miei amici non esistono! Per loro tutto organizzato dall'esterno, c' una campagna mediatica contro il regime.
Sono tutte cose assolutamente non vere, punto. Non c' da discutere su questo.
Io ho scritto un libro per Carocci su guerra e mass media. il mio lavoro, mi occupo di comunicazione politica internazionale da dieci anni. Chi dice che c' una campagna mediatica in corso contro la Siria, non conosce nulla di questi argomenti. Una campagna mediatica ben altra cosa, e il caso dell'Iraq 1991 e 2003 ne sono degli esempi. La Libia ancora un altro caso, c' stata ma non altrettanto preparata.
Sulla Siria possiamo parlare del ruolo ambiguo di media come Al-Jazeera, e siamo d'accordo. Possiamo parlare di tanti errori e imprecisioni nella copertura degli eventi, e siamo ancora d'accordo. Ma la copertura mediatica sulla Siria riflette pienamente l'indecisione che a
livello decisionale contraddistingue l'Occidente in questo momento. Il 15 marzo scorso, anniversario dell'inizio della rivolta, i giornali italiani non hanno dedicato niente alla Siria, se non qualche trafiletto. Ambienti vicini a Israele dipingono la rivolta come guidata da al-Qaeda, perch Israele ha paura dell'instabilit. Magdi Allam e Fiamma Nirenstein, signori miei, scrivono le stesse identiche cose della Correggia, vi rendete conto? L'attenzione per la SIria, considerato il numero di morti e la sua importanza strategica, non nulla. Ma sapete veramente cosa una campagna mediatica e come viene realizzata? Una campagna mediatica si fa con quotidiane affermazioni contro i dittatori e tanti altri, ormai elaboratissimi, mezzi. Ma se andate a rivedere le dichiarazioni di Obama e della Clinton dal'inizio della rivolta (io le conosco tutte a memoria), resterete sbalorditi dal vedere come Bashar dipinto come un riformatore, come uno che se ne deve andare ma
di sua volont, come uno che pu condurre la SIria verso la democrazia e gli deve essere dato tempo. Ma di che stiamo parlando? Guardate che qui' veramente un abbaglio collettivo se pensate che ci sia una campagna mediatica.
Le esagerazioni mediatiche ci sono, certo, ma sono errori giornalistici, anche dovuti al fatto che gli attivisti ovviamente esagerano. Ho scritto articoli accademici su questo, perch esattamente il mio campo di indagine e sono molto critico verso la copertura mediatica della rivolta e il ruolo eccessivo di alcuni attivisti, ma ci sono ragioni precise dietro questi problemi, non sono il frutto di una campagna mediatica gi disegnata. come il gioco dei numeri della questura in Italia. Il regime dice che non ci sono stati morti, gli attivisti dicono che erano 100, ma non ci sono fotografie e video, non abbastanza, per verificare la realt. Forse i morti erano 50, forse 70 forse 30. Io ci parlo con gli attivisti di questi problemi, so
come pensano e come agiscono. Mi dicono: dobbiamo esagerare, perch altrimenti nessuno si occupa di noi, e anche perch devi esagerare perch altrimenti non riesci a trasmettere la gravit di quello che suc
Ma quello che a noi importa che i morti ci sono stati e l'abbondanza di prove c', per chi segue da vicino la questione e ha accesso a fonti in arabo e alla gente che questa rivolta la fa, ogni giorno su fb c' la foto di un citizen journalist che muore in Siria per fare quello che fa, la foto con nome e cognome.
Io questa operazione di ricostruzione posso farla e la faccio e vi dico qual' la situazione. Il regime poteva autorizzare giornalisti embedded fin dall'inizio: un giornalista della BBC camera alla mano avrebbe sicuramente filmato questi fantomatici terroristi che secondo il regime gi un anno fa guidavano la rivolta. Ma non lo ha fatto, perch sapeva benissimo che questi terroristi erano a quel tempo un'invenzione e che i
giornalisti avrebbero filmato al contrario tutta un'altra realt.
La rivolta in Siria una rivolta contro tutti: contro il regime prima di tutto, ma anche contro intromissioni dall'esterno, dalla Russia al Qatar, dall'Arabia Saudita all'Iran. Ma noi dobbiamo stare dalla parte della gente che questa rivolta la fa sul campo. Non scegliere tra questi schieramenti.
Se poi non vi volete fidare di quello che vi racconto, naturalmente vostro diritto. Ma per favore non portatemi Marinella Correggia come una che pu dire qualcosa di sensato sulla Siria. Per me tra lei e Fiamma Nirenstein' poca differenza. So che si offender ma la verit: d'altra parte scrivono le stesse cose, solo la Nirenstein accusa Qatar e Arabia Saudita e Marinella Correggia ci aggiunge gli Stati Uniti. Poca differenza.
saluti
Enrico De Angelis
Researcher at CEDEJ, Cairo
edeangelis at gmail.com0039-3393250983