La risposta di Marinella al signor De Angelis




Da: Mari Cor mari.liberazioni at yahoo.it
Inviato: Mercoledì 6 Giugno 2012 11:56
Oggetto: A Enrico De Angelis, risposta dettagliata da parte di una militante (volontaria) contro le guerre dal 1991


"Una risposta più succinta sarebbe: una gioirnalista di Telesur ha appena comunicato che sarebbe vicino un attacco alla Siria"....
Enrico De Angelis, è incredibile quel che Lei scrive. E in generale l'accanimento da più fronti rispetto al mio impegno contro le ingerenze bellicose e la propaganda sulla Siria, che fa seguito allo stesso impegno in occasione di precedenti tristi episodi, Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, a partire dal 1991.
 
La disinformazione è davvero gravissima e in 21 anni di attività GRATUITA contro le guerre non mi sono mai trovata in questa situazione.
 
1) Sotto la Sua firma risulta il fatto che Lei lavora per il Cedej, Cairo. Non lo conosco ma da ricerchina su internet risulta http://www.cedej-eg.org/spip.php?rubrique69 che il Suo datore di lavoro è sotto la tutela del Ministero francese degli Affari Esteri ed europei  del servizio culturale dell'ambasciata francese. 
 
2) Le preciso che a differenza di quel che Lei scrive io NON sono mai stata embedded da nessuna parte e in nessun  periodo a differenza di tanti altri. E' un'offesa enorme per me che dalle guerre ricavo solo tristezze, danni materiali e adesso anche morali. Non sono nemmeno una inviata di guerra. Nella fattispecie sono andata in Siria - e Lei avrebbe fatto bene a informarsi prima - pagandomi il viaggio nell'ambito di una delegazione internazionale che vedeva cubani, venezuelani, sudafricani, indiani, belgi, inglesi, brasiliani, nepalesi, turchi, vicini a movimenti pacifisti e di sinistra (nefuori dall'Occidente questo temrine vale ancora qualcosa). A differenza degli inviati di guerra (loro sì che ci guadagnano, e ne ho incontrati...loro e il loro cinismo), nelle zone di conflitto sono sempre andata come pacifista con delegazioni internazionali. Gratis, e pagandomi le spese (gli articoli del manifesto o altri media poveri, quando vengono pagati, lo sono così poco, e comunque il viaggio non è pagato ai collaboratori esterni - come sono sempre stata io).  Anche il resto della mia attività antiguerra è sempre stato gratuito e ha sottratto tempo al lavoro nel campo della ecologia di giustizia e ad altro attivismo. Mi potevo permettere (a fatica certo) questa mia militanza perché, come tutti sanno, ho uno stile di vita semplicissimo, per ragioni anche ecologiche. 
 
2) Come militante da sempre per l'eguaglianza fra i popoli, l'ecologia sociale e il rispetto dei viventi trovo intollerabile che il "mio" paese butti bombe e faccia sconquassi pretestuando legalità e diritti umani. Per questo durante i bombardamenti in Iraq, Jugoslavia e Libia (condotti da forze occidentali e petromonarchiche, e certo non avversati dai due) mi sono recata a condividere lo strazio e a cercare se possibile di informare, con delegazioni pacifiste internazionali, per settimane, per sottrarmi alla vergogna di appartenere a un paese - l'Italia - che continua a buttare bombe sulle teste altrui anziché proporsi come ponte di pace.Visto che Lei parla del libro che ha scritto, Le potrei mandare l'elenco dei miei e delle mie attività. (Fra parentesi, un altro firmatario del vostro appello di "arabisti", da una mia parziale biografia presa su internet mi chiede come mai io mi occupi di Siria visto che in genere mi occupo di ecologia).
 
3) Per Lei il mondo arabo è un lavoro. Scrive che il ministero dell'informazione siriano era la Sua seconda casa. Io invece non traggo alcuno stipendio dal mio impegno in merito a quell'area. Però - ma Lei non lo sa - dal 1991 me ne occupo obtorto collo, a causa delle guerre occidentali che si sono susseguite e che ho sentito il dovere di contrastare in molti modi (non solo scrivendo). Ho condotto per anni attività anche contro l'embargo all'Iraq (Loretta diglielo tu). Ho sempre cercato di praticare un po' di "giornalismo di pace": ad esempio anche sottolineando le possibilità di soluzione senza guerra.  Cosa che il giornalismo di guerra non fa.
 
4) E' pazzesco ignorare che ci sia una disinformazione "one-sided" totale, nel caso della Siria ancor più che nelle situazioni che hanno provocato le guerre occidentali (e petromomonarchiche) precedenti. Ci sono stati e ci sono così tanti casi di menzogne (venute fuori dopo), notizie non confermate e manipolazioni che chiunque confronti con attenzione (ma ci vuole tempo) gli stessi media ufficiali se ne può accorgere. Le manipolazioni vengono fuori troppo tardi.
 
5) Lei scrive che "la rivolta in Siria è una rivolta contro tutti: contro il regime prima di tutto, ma anche contro intromissioni dall'esterno, dalla Russia al Qatar, dall'Arabia Saudita all'Iran". Surreale, visto che Qatar e Arabia Saudita e Usa finanziano apertamente la rivolta e che al Qaeda la guida o quasi. Non lo dico io. Peccato che non Lei abbia ascoltato un intervento della coordinatrice scientifica di Limes; fra gli altri.
 
7) Non sono siriana e non sono tenuta a parlare bene né del governo né dell'opposizione (nelle sue diverse anime). Dovrebbero essere i siriani a decidere. Né io né Lei. Come ho spesso scritto le violenze avvengono da entrambe le parti (lo schematismo "un dittatore che uccide manifestanti disarmati" ha lasciato da tempo spazio a scontri fra armati); ma nessuno, compreso voi, attira l'attenzione su quelle anche efferate commesse dall'opposizione armata grazie a pesanti interferenze esterne. Sono i soliti due pesi due misure. (Lei cita la Bbc: ebbene Paul Wood, da Homs, mesi fa referiva di un video mostratogli dai ribelli con i quali era embedded; orgogliosi gli mostravano la decapitazione da loro effettuate di "nemici").
 
8) Per è me incredibile che non vi preoccupi la main mise di Qatar, Arabia Saudita, Usa, accaniti sostenitori e finanziatori della rivoluzione siriana e di quella libica. Oppure questa contraddizione vi fa diventare così ivrulenti, per cercare di nasconderla?
 
8) Fa parte della disinformazione anche ignorare quella parte rilevante di siriani che non sta con l'opposizione. Le Sue fonti, i Suoi amici, sono una delle voci. Sono anche stupita del fatto che le pesanti ingerenze esterne siano tollerate da quella parte dell'opposizione che dice di richiamarsi al comunismo. Io personalmente ho incontrato vari comunisti che invece propongono il dialogo e non certo la lotta armata o peggio e che trovano appunto intollerabili e indicative le ingerenze esterne. Per Sua informazione, in Siria finita la delegazione sono andata in giro da sola, su bus e pulmini; peccato non parlare abbastanza l'arabo per una vera comunicazione con i viaggiatori.
 
10) E' diffamazione paragonarmi a Nirenstein e ad Allam. Le suggerisco di considerarlo.
 
 
Marinella Correggia
Torri in Sabina (Ri)