i negazionisti dell'orrore del regime siriano



 

http://giornaleilreferendum.com/2012/05/28/i-morti-in-siria-e-i-negazionisti-del-presente-il-regime-fa-altre-92-vittime/

Ma perché nonostante le lotte, le battaglie, i supporti anche internazionali in Siria non succede come in Tunisia, Libia, Egitto? Perché si ha la forza di resistere e uccidere fino alla fine? Perché in Siria, chi combatte contro i ribelli non è soltanto il Regime. Oggi minacciano il veto su un’eventuale risoluzione stringente di condanna, come l’hanno fatto in caso di sanzioni, la Russia e la Cina. Non a caso, le potenze dell’Est, ovvero i Paesi di Putin e Hu Jintao sono insieme alla Corea del Nord i primi venditori di armi, carri armati e materiali da guerra alla Siria: è con il loro aiuto e supporto, dunque, che il Regime non cade. E’ così che si mostra nuovamente il conflitto tra una visione teleologicamente protettrice dei diritti umani delle Nazioni Unite e una realtà in cui a dominare nel Consiglio di Sicurezza sono potenze dittatoriali e meschine.

Ma è interessante anche notare come vediamo noi Occidentali ciò che sta accadendo in Siria. Se in Paesi come la Francia il tema è molto sentito nell’opinione pubblica in cui vi è una netta condanna del Regime, in Paesi come l’Italia ovviamente il disinteresse è diffuso. Allo stesso tempo, dovunque in Europa in quest’epoca di crisi, spuntano i complottisti degli ultimi giorni che trovano nuova linfa anche nei conflitti esteri in cui l’Occidente mostra comunque una sua voce. Se essi da una parte sostengono, come è purtroppo vero, che USA ed Europa sfruttano l’indignazione per le violazioni dei diritti dell’uomo per cercare di sbarazzarsi di un loro nemico e di trarre indirettamente dunque vantaggio dalla situazione, dall’altra a volte si arriva addirittura a negare completamente ciò che accade in Siria. A causa infatti della censura di Stato, come è accaduto in Libia, le fonti sono sempre piuttosto confusionarie e per questo non possono essere sempre verificate o veritiere. Come in Libia e come anche confermato da Amnesty International, a volte i morti possono essere meno di quello che si dice, i sistemi di uccisione possono essere differenti, i video possono essere falsati. Ma arrivare a negare l’esistenza di una situazione di cui oltre a svariate prove si può anche capire col buon senso l’orrore (nessuno dovrebbe aspettarsi che un dittatore spaventato da un popolo che si ribella risponda con dialogo, fiori e amore, e che la ribellione sia solo uno sporco trucco dei finanziatori cattivi degli Occidentali), è qualcosa che fa parte della profonda irrazionalità a cui stiamo arrivando oggi sul piano dell’interpretazione dei fatti.

Negava in questo modo anche Pierre Piccinin, giornalista e professore universitario belga, che era un filo-Assad e che ha voluto andare però nel Paese a verificare la situazione. Anti-israeliano e anti-occidentale, Piccinin credeva nel “complotto internazionale” contro il povero Presidente. “All’inizio sentivo solo grida disperate, poi dalla porta che i secondini avevano lasciato aperta ho iniziato a vedere le persone torturate, venivano portate via e subito ne arrivavano altre, è andata avanti così per tutta la notte. Pensavo che se l’intelligence di Damasco mi lasciava guardare quell’Inferno aveva deciso di uccidermi e pregavo”.

E’ inutile dire che ora non la pensa più così.