Siria, appello di Dall'Oglio - LASTAMPA.it



questo appello di Dall'Oglio penso possa essere importante.
Credo dovremmo riprenderla e rilanciarla.
Trovo interessantissima la richiesta di 30.000 accompagnatori nonviolenti della società civile.
Tiziano Cardosi

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Siria, appello di Dall'Oglio
Il gesuita Paolo Dall'Oglio, da oltre trent'anni in Siria, promotore instancabile del dialogo e della riconciliazione anche in questi mesi bui, prende carta e penna e scrive un appello appassionato a Kofi Annan, inviato speciale di Onu e Lega Araba nel Paese mediorientale.




                                MARCO TOSATTI


Il gesuita Paolo Dall’Oglio, da oltre trent’anni in Siria, promotore instancabile del dialogo e della riconciliazione anche in questi mesi bui, prende carta e penna e scrive un appello appassionato a Kofi Annan, inviato speciale di Onu e Lega Araba nel Paese mediorientale. Popoli - rivista su cui Dall’Oglio tiene una rubrica fissa - pubblica in esclusiva il contenuto integrale della lettera, recapitata dal gesuita all’ex Segretario generale delle Nazioni Unite. «Ci aggrappiamo alla sua iniziativa come dei naufraghi a una zattera», esordisce Dall’Oglio rivolgendosi a Kofi Annan. Il religioso prosegue poi sottolineando che «la dinamica regionale è marcata oggi da una difficoltà reale di convivenza tra popolazioni sciite e sunnite (…). Ciò provoca anche grave disagio alle altre minoranze, innanzitutto quelle cristiane. La primavera araba, caratterizzata inizialmente dalla richiesta, specie giovanile, dei diritti e delle libertà, rischia la deriva confessionale violenta». In questo contesto – sebbene l’iniziativa Onu segni «una tappa rivoluzionaria nel percorso dell’esercizio della responsabilità internazionale nella soluzione dei conflitti locali» - occorre osare di più: «Tremila caschi blu e non trecento sono necessari a garantire il rispetto del cessate il fuoco e la protezione della popolazione civile dalla repressione. (…) C’è inoltre bisogno di trentamila “accompagnatori” nonviolenti della società civile globale che vengano ad aiutare sul terreno l’avvio capillare della vita democratica». Infine, in quello che sembra essere il passaggio più delicato della lettera, considerando la situazione di oppressione che si vive in Siria, Dall’Oglio scrive ad Annan: «Lei ha ripetuto che per riappacificare occorre un processo politico negoziale. Ma si può immaginare questo senza un vero cambiamento nella struttura del potere, specie in una situazione come questa dove il governo è una facciata e anche il regime al potere obbedisce a un oscuro gruppo di supergerarchi? Bisogna salvare lo Stato, certo. Esso è di proprietà del popolo. Ma prima è necessario liberarlo».


Allegato Rimosso
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