Condivido pienamente.
Ma in quel Manifesto mancano quasi del
tutto i contenuti, si parla solo del lavoro.
Mancano tutti i temi internazionali, dei
diritti civili, dei diritti ambientali.
Si parla al 90% del metodo con cui fare
gruppo e superare i partiti. Cioè tanta organizzazione e nulla sostanza.
Mi sembra molto fumo e niente arrosto. Mi
chiedo poi come possano stare insieme Revelli, che almeno si occupa di
questioni
Che riguardano anche la pace, i migranti,
ecc., con una impostazione piuttosto radicale, e Cacciari, da sempre critico
della sinistra radicale, e che è quello che ha appena detto
Che l’atomica di Israele è un deterrente.
Un movimento/partito così aperto sui
contenuti diventerà subito un guazzabuglio pieno di persone con mille idee
diverse e credo che sarà inutile aspettarsi da questo ALBA un punto di
riferimento per i pacifisti.
Lorenzo Galbiati
Da:
pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di marco palombo
Inviato: mercoledì 9 maggio 2012
6.13
A:
semprecontrolaguerra at googlegroups.com; pace at peacelink.it;
discussioni at sinistracriticalivorno.it; fermiamo-il-fuoco-atomico at googlegroups.com
Oggetto: [pace] Lettera di Nella
Ginatempo al soggetto politico nuovo ALBA-L'opposizione alla guerra grande
assente
Nel primo Manifesto del soggetto politico nuovo c’è
un grande assente : il tema dell’opposizione alla guerra.
Per me e per molti pacifisti delusi come me, costituisce
la priorità delle priorità per poter decidere di partecipare ancora a
qualsivoglia movimento politico.
Il tema non è quello generico della pace, che per il
presidente della repubblica è raggiungibile con missioni di guerra, ma per
l’appunto quello del ripudio della guerra che non ammette l’uso della guerra
come mezzo, dato che, secondo la nostra Costituzione,
non è possibile risolvere le crisi internazionali usando gli armamenti di
guerra, gli eserciti, i bombardamenti, le invasioni di territori e tutto ciò
che impone violenza e morte sui corpi e i beni di milioni di persone.
Probabilmente vi sembrerà a prima vista scontato il mio
appunto, ma in realtà il problema per me non è solo schierarsi genericamente
per la pace ma stabilire una concreta politica di disarmo che ritiri tutte le
missioni di guerra, avvii l’uscita dalla Nato e la chiusura delle basi
militari, tagli drasticamente le spese militari e revochi gli armamenti
tecnologici. Si tratta cioè di rendere operante il ripudio della guerra, ma
soprattutto si tratta per me di trovare uno spazio di partecipazione politica
che dia veramente la Priorità a queste scelte, vincolando ogni rappresentanza
politica ad agire in questa precisa direzione. il contrario di quanto fatto
dalle sinistre al governo nell’ultimo fallimentare governo Prodi. Un
fallimento che ha provocato la disaffezione alla politica di migliaia di
compagni/e e pacifisti/e.
Se vogliamo ricominciare non è sufficiente il metodo
nuovo della rete e tutti i bei propositi enunciati nel Manifesto: È
indispensabile ricostruire la fiducia sull’obiettivo politico chiaro del
Ripudio della guerra. Pertanto non basta la politica dei territori e dei beni
comuni: infatti la politica estera chi la decide? E le guerre chi le decide e
le basi militari chi le offre alla NATO e agli USA? E gli accordi di
cooperazione militare? E le missioni all’estero? E gli armamenti tecnologici?
E i droni da bombardamento e i cacciabombardieri atomici?
Non sono più disposta a partecipare a un movimento che
dimentichi questa vergogna nazionale: che il nostro paese è in guerra contro
altri popoli. E non sono disposta a votare nessun rappresentante politico che
accetti la base Dal
Molin a Vicenza , l’insediamento dei droni a Sigonella e le
guerre a catena in Medio oriente (leggi missioni di pace). Credo che molti e
molte condividano il mio scetticismo e la mia sfiducia, dunque serve un volo
alto, altissimo, per ripudiare la guerra “senza se e senza ma”. Saluti.
Nella Ginatempo
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