la pace non si fa con l'atomo di pace
Qui di seguito 3 interventi sull'argomento:
1- Michele Di Paolantonio, IPPNW
2- Alfonso Navarra, Fermiamo chi scherza col fuoco atomico
3- Helen Caldicott, autrice di "Il nucleare non è la risposta". E' stata forse la prima a spiegare, in un best seller mondiale, "La follia nucleare" (1985), che parlare di "atomo di pace" non ha senso alcuno.
Una delle morali della favola: non è compito di chi intende battersi per la pace difendere il "diritto" di chicchessia a sviluppare piani nucleari sedicenti pacifici!
La tecnologia nucleare della civiltà tecnologica odierna è intrinsecamente "a doppio uso" (militare-civile): bisogna farsene una ragione ed agire di conseguenza.
Dall'intervento, all'8° Summit dei premi Nobel della Pace (Roma, 2007), di Michele Di Paolantonio, Presidente della Sezione Italiana dell'I.P.P.N.W., International Physicians for the Prevention of Nuclear War, Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, Organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985
Il 7 novembre 1985 Reagan e Gorbaciov si incontrarono a Ginevra, e nel protocollo tecnico di intesa dell'incontro concordarono sul concetto di guerra nucleare non intenzionale, per errore tecnico o umano.
Prima di arrivare alla firma del Trattato INF (8 dicembre 1987), Reagan e Gorbaciov si incontrarono a Reykyavik, Islanda, nell'autunno 1986, e si dissero che, per le enormi implicazioni che la loro stessa esistenza comportava di fronte alla possibilità di una guerra per errore, era tempo di liberare il mondo da tutte le armi nucleari.
Fu elaborato e validato sperimentalmente il concetto di "inverno nucleare": secondo il quale dopo un conflitto nucleare anche limitato, morirebbero di fame e freddo sul pianeta nel medio periodo anche le popolazioni che vivono nell'emisfero non direttamente colpito dalla guerra nucleare stessa a causa del gelo e del collasso della fotosintesi clorofilliana.
Oggi come 25 anni fa, c'è bisogno di uno scatto di consapevolezza.
E' necessario attuare la prospettiva, per gradini successivi, dell'abolizione delle armi nucleari dal pianeta, come proposto entro l'anno 2020 dai Sindaci per la Pace, sotto la guida dei Sindaci di Hiroshima e Nagasaki.
Ad avviso dell'IPPNW, la creazione del Mediterraneo Zona Libera dalle Armi Nucleari può essere il primo concreto passo internazionale nella prospettiva della abolizione delle armi nucleari entro il 2020: il primo concreto gesto di buona volontà da parte sia delle superpotenze nucleari che delle potenze nucleari europee e regionali.
La guerra nucleare può scoppiare “per errore”
Nel 2005 il premio Nobel per l’economia è stato assegnato a Thomas Schelling perché i suoi studi, nell’ambito della “teoria dei giochi”, sarebbero serviti a gestire la stabilità della deterrenza.
Il suo libro, “ La strategia del conflitto ”, Bruno Mondadori, 2006, risponde a domande come: quali sono i meccanismi che si attivano in situazioni estreme come un allarme di attacco atomico?
A parte la crisi “politica” di Cuba, nel 1962, abbiamo anche crisi “tecniche” in cui il rischio di una guerra nucleare “per errore” è stato corso proprio a causa dei sistemi computerizzati che dovrebbero evitarla.
Il tempo a disposizione per porre rimedio ai “falsi allarmi” si riduce sempre di più (si vedano in proposito, diversi articoli apparsi su “Le Scienze” ed “ Il potere nucleare ", di Manlio Dinucci, Fazi Editore, 2003)
Una guerra nucleare locale determina una catastrofe globale
"Le Scienze" di marzo 2010 pubblicano un articolo sul rischio di inverno nucleare : “Guerra nucleare locale, catastrofe globale”, di Alan Robock e Owen Brian.
La simulazione di un conflitto limitato a India e Pakistan (con scambio di missili per 50 “Hiroshime” a testa) produrrebbe, da subito 20 milioni di morti; ma con le polveri e il fumo sollevati che farebbero da scudo ai raggi solari, poiché la temperatura media diminuirebbe di oltre 1°C, ne seguirebbe una crisi agricola mondiale ed 1 miliardo di morti per fame in soli due decenni.
Nel 1987 il disarmo USA-URSS
Gli accordi INF (Forze nucleari intermedie) invertono la tendenza al “megatonaggio bruto”: da oltre 100.000 si passa, con vari accordi, a circa 30.000 testate complessive.
Dal punto di vista qualitativo le armi odierne sono però più pericolose. Secondo lo scienziato Angelo Baracca sono quattro le novità determinanti della questione atomica oggi:
1) il passaggio dalla MAD alla ricerca del “primo colpo”
2) la proliferazione nucleare va incoraggiata e favorita per gli Stati “amici”, impedita – eventualmente anche con bombardamenti nucleari preventivi – per gli Stati “canaglia”
3) le nuove mininukes tattiche, spacciate come “sicure per i civili”, sono concepite per essere usate normalmente sui campi di battaglia e sul loro impiego può decidere, di fatto, il generale responsabile del “teatro operativo”
4) è in corso una febbrile ricerca per armi nucleari “di quarta generazione” che cancellano la fondamentale distinzione tra armi atomiche e armi convenzionali e vanificano tutti i trattati internazionali per la non proliferazione.
Washington imbocca l’unilateralismo
L’URSS implode nel 1991. Washington resta l’unica Superpotenza mondiale.
Al Pentagono, secondo “Foreign Affairs”, si convincono di aver raggiunto quasi matematicamente la “capacità del primo colpo nucleare”.
Gli USA spendono in armamenti, da soli, quanto il resto del mondo. L’apparato nucleare pesava 1/5 sotto Reagan, oggi conta approssimativamente 1/10.
George W. Bush, dopo l’11 settembre 2001, invade Afghanistan e Iraq, quest’ultimo senza preventivo assenso dell’ONU, per portare avanti la “guerra globale e permanente al terrore”.
Ma “ la guerra da 3.000 miliardi di dollari ” (è il titolo di un libro del Nobel Joseph Stiglitz a proposito dell’intervento USA in Iraq ) mette in crisi l’Impero e forse è concausa della “Chernobyl economica” che stiamo vivendo.
La vera minaccia nucleare - di Helen Caldicott - medico australiano - candidata al Premio Nobel 17/11/2006, autrice di "Il nucleare non è la risposta"
I veri stati “canaglia” che tengono ancora sotto scacco nucleare il mondo sono la Russia e gli Stati Uniti. Contrariamente a quello che si pensa, il pericolo di un attacco nucleare di massa (sia scatenato per incidente, che per errore umano o malfunzionamento) è aumentato.
Del totale delle 30000 armi nucleari del mondo, il 96 per cento lo posseggono oggigiorno la Russia e gli Stati Uniti. Di queste, la Russia tiene puntate la maggior parte delle sue 8200 testate strategiche contro bersagli negli Stati Uniti e in Canada, mentre gli Stati Uniti tengono puntati le loro 7000 bombe all'idrogeno su piattaforme missilistiche russe e centri di comando. Secondo un rapporto del Consiglio per la Difesa delle Risorse Nazionali (NRDC), un gruppo ambientalista americano, ognuna di queste testate termonucleari ha circa 20 volte il potere distruttivo della bomba di Hiroshima
Di queste 7000 armi strategiche statunitensi, 2500 sono posizionate in missili balistici intercontinentali che sono in costante allerta e pronti al lancio; altre 2688 bombe all'idrogeno sono installate in dei missili collocati su 14 sottomarini Trident, la maggior parte pronti al lancio istantaneo. Secondo il Centro Informativo della Difesa, un gruppo che analizza le politiche di difesa degli Stati Uniti, nel caso di un attacco sospetto, il responsabile del Commando Aereo Strategico Americano ha solo 3 minuti per decidere se si tratta di un allarme nucleare valido. Ha 10 minuti per localizzare il presidente per un briefing di 30 secondi sulle possibilità di attacco, successivamente il presidente ha 3 minuti per decidere se lanciare le testate e per considerare quale piano predeterminato adottare per i bersagli. Una volta lanciati, i missili raggiungeranno i loro obiettivi russi in 10 o 30 minuti.
Una situazione analoga esiste in Russia, anche se diversamente dalle strumentazioni d'allarme preventivo NORAD combinate di Stati Uniti e Canada, il sistema russo sta andando in rovina rapidamente, i suoi satelliti sono quasi fuori combattimento e ci si affida a un primitivo radar OTH (Over the Horizon) per dare l'allarme di un possibile attacco segreto da parte degli Stati Uniti. I leader politici e militari russi sono abbastanza in paranoia per questa situazione straordinaria di post guerra fredda. Lo sono talmente tanto che nel gennaio del 1995 il presidente Boris Yeltsin si fermò a meno di 10 secondi dallo scatenare la sua armata nucleare, quando il lancio di un satellite meteorologico norvegese era stato scambiato da Mosca con un attacco nucleare preventivo americano. Molte paesi e città con più di 50000 abitanti, situate nel continente nordamericano sono obiettivo di almeno una bomba all'idrogeno. Basterebbero 1000 bombe fate esplodere su 100 città per provocare un inverno nucleare e mettere fine alla maggior parte della vita sulla terra". ...
Helen Caldicott viene intervistata dal blog di Beppe Grillo:
Blog: Che ci dice delle lobbies militari dietro l’industria nucleare?
H. Caldicott: Naturalmente la tecnologia nucleare trae origine dal progetto Manhattan che produsse plutonio per armare bombe. L’energia nucleare è una conseguenza di questa tecnologia nata per il senso di colpa degli scienziati responsabili della morte di circa 200.000 persone uccise letteralmente in un lampo. Ritenevano che se avessero estratto energia dall’atomo per usi civili, il loro senso di colpa sarebbe diminuito. Ho conosciuto e lavorato con alcuni di quegli scienziati e posso dirvi che hanno sempre odiato le armi nucleari e che sono morti ancora attanagliati dal senso di colpa. Sapevano, sapevano quanto fosse e quanto sia pericoloso il nucleare. Oggi sono tutti nelle loro tombe.
Dovete anche sapere che ogni centrale nucleare produce circa 250 kg di plutonio l’anno. Il plutonio dura mezzo milione di anni e puoi costruirne una testata nucleare con 5 kg. Ogni nazione che possiede un reattore nucleare può costruire facilmente centinaia di bombe atomiche, se lo desidera. Questo è il motivo per cui si è così preoccupati dell’Iran. È così che Israele ha costruito le sue testate, così la Gran Bretagna, la Francia, il Pakistan e l’India, la Cina. Le armi e l’energia nucleare sono parti della stessa industria. Quando disponi della tecnologia nucleare, puoi produrre armi atomiche. Berlusconi vuole forse delle armi nucleari?
Blog: Speriamo di no! C’è almeno un esempio al mondo di corretta gestione delle scorie nucleari?
H. Caldicott: No, non ce ne sono e non ce ne sarà mai uno. Quale che sia il materiale all’interno del quale venga stoccato, si deteriorerà. Il cemento presenterà infiltrazioni, il metallo arrugginirà e il materiale fuoriuscirà contaminando l’ambiente, l’acqua, il cibo, il latte, la carne. La gente mangerà cibo radioattivo. I bambini nasceranno deformi. Nascono bambini deformi a Falluja e Bassora, in Iraq dove sono state usate armi atomiche. Infatti a Falluja i dottori consigliano alle donne di non avere affatto figli. La quasi totalità dei bambini nasce con serie deformità: mancano del cervello o di un occhio, delle braccia. È davvero ... è ciò che ci riserva questo futuro.