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Re: [pace] Piccolo contributo per l’assemblea di domani a Palazzo Giusso
- Subject: Re: [pace] Piccolo contributo per l’assemblea di domani a Palazzo Giusso
- From: "Ass. Angolana Njinga Mbande" <njingambande at gmail.com>
- Date: Mon, 19 Mar 2012 00:08:26 +0100
Francesco Santoianni <francescosantoianni at gmail.com> ha scritto: >Piccolo contributo per l’assemblea di domani a Palazzo Giusso > > > >In preparazione dell’assemblea di domani a Palazzo Giusso, con Marinella >Correggia, un mio piccolo contributo per cercare di capire il principale >motivo per cui tanti compagni di quello che fu il movimento pacifista non >ritengono importante mobilitarsi contro l’attuale aggressione alla Siria e >la imminente guerra. > >La loro posizione, sostanzialmente è: “Assad è un dittatore ed è un bene >che cada; e l’”aiuto” dell’Occidente (propaganda, sanzioni, azioni >militari...) pur non apprezzato, passa in secondo piano rispetto ai crimini >del regime siriano e alla prospettiva di una “rivoluzione” nella quale, >come è stata per quella egiziana e tunisina, noi ci riconosciamo.” > >Ora che Assad che, sia un dittatore, non ci piove. Lo era anche Geddafi, >Saddam, Milosevic, Ceasescu... (sulla Romania e sulla dinamica di quella >“rivoluzione” che fu la prima costruita a tavolino dall’Occidente varrebbe >la pena di approfondire la questione, ma certamente non qui). Ma oggi, il >suo consenso di massa è inferiore a quello di un anno fa? Purtroppo, no. >Chiunque abbia visto (ogni tanto passano pure in TV) le oceaniche >manifestazioni a Damasco e in altre città della Siria e abbia un minimo di >onestà intellettuale non può certo addebitarle a una qualche sapiente regia >di regime; ma ammetterà che oggi più che mai la stragrande maggioranza del >popolo siriano sta con Assad. Ancora peggio, oggi in Siria ogni dissidente >è additato, dalla popolazione tutta, come un traditore, come la testa di >ponte di una invasione che, certamente riproporrà gli orrori della Libia. > >Questa è la situazione oggi in Siria, che piaccia o no. > >E chi si ostina a parlare di “rivoluzioni in atto” oggi in Siria dovrebbe >avere l’accortezza di mostrare un filmato (almeno uno!) che mostri un >corteo con più di dieci persone manifestare oggi contro Assad. > >Una “rivoluzione” è fatta prima di tutto da gente in piazza. Manifestazioni >di massa contro il regime non ce ne erano a Bengasi (che pure era >presentata come la “roccaforte della rivoluzione”) prima dell’attacco NATO, >non ce ne sono oggi in Siria. Certo, nessuno sottovaluta la repressione e >la censura del regime ma (scusate se insisto) un video, almeno uno, >prodotto pure con un videofonino avrebbero pure potuto mostrarcelo chi oggi >parla di “rivoluzione siriana”. > > Questo non significa certo che in Siria non ci siano state proteste e >rivolte. Ce ne sono state anche in Libia. Ma queste sono state stroncate, >più che dalla repressione, dall’irrompere in queste di “ribelli”, cioè di >banditi, al soldo dell’Occidente (Francia, Quatar, Turchia..) che hanno >inasprito la repressione e fatto scappare la gente. Dissolte le proteste >sono rimasti i “ribelli”, come quelli che per settimane hanno occupato >alcuni quartieri di Homs e che, con missili forniti dall’occidente, hanno >bombardato caserme e abitazioni civili. Altro che “rivoluzione” come >vaneggiano alcuni settori del pacifismo. > >Cosa dovrebbe fare il movimento pacifista in Occidente per interrompere >questa spaventosa situazione? Prima di tutto (lo ripeto, prima di tutto) >fermare l’aggressione contro la Siria. E cioè, chiedere la rimozione delle >sanzioni, la ripresa dei rapporti diplomatici con Damasco, la revoca del >CNS quale “unico rappresentante del popolo siriano” al Consiglio d’Europa e >alla Farnesina, la fine di ogni aiuto militare e politico al sedicente >“Esercito Siriano di Liberazione”... > >Ma questo, dirà qualcuno, significherebbe abbandonare i “rivoluzionari >siriani”, le persone che pure si sono opposte al regime di Assad alla più >atroce delle rappresaglie. Secondo me, è vero il contrario. Perché? Ne >parleremo alla assemblea domani a Palazzo Giusso. Non mancate. > >Francesco Santoianni
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