Il Fattore R. Le religioni alla prova della globalizzazione, EMI 2012.



Collana Fattore R: Religioni fra tradizione e globalizzazione, diretta 
da Brunetto Salvarani. 

Brunetto Salvarani, Il Fattore R. Le religioni alla prova della 
globalizzazione, EMI 2012.

Il libro è corredato da un'Intervista con Raimon Panikkar

http://www.peacelink.it/pace/a/35831.html

Recensione di Laura Tussi

 Il libro introduce orizzonti vasti di pensiero e riflessione 
inerenti la necessità e il significato del pluralismo interreligioso 
che apre a costellazioni cosmopolite, a visioni “cosmoteandriche”ed 
interculturali di credi e fedi differenti. Ma la religione non gode 
sempre di un'immagine positiva, spesso presentata come un atavico e 
violento inganno. Infatti, ad essa viene imputata la responsabilità non 
secondaria dei mali del mondo, delle guerre e dei conflitti culturali 
contemporanei. Sul versante opposto, invece, anche l'ateismo ipotizza 
apertamente l'utilità sociale delle istituzioni religiose: si può 
rimanere atei convinti, pur trovando nella religione una certa utilità, 
un motivo di interesse e di confronto, valutando l'ipotesi di adattare 
alla vita laica alcune consuetudini e norme religiose, dove le 
multiformi esperienze del sacro hanno vinto la sfida della 
secolarizzazione e restano cruciali per comprendere il nostro tempo. Il 
mosaico delle fedi si complica sempre più nell'epoca contemporanea, 
favorendo il proliferare di perplessità, dubbi, incertezze e speranze 
nel fenomeno mondiale del pluralismo interculturale, nel risveglio 
religioso che prende posizione contro il potere dogmatico, l’autorità 
prepotente, la burocrazia, l'irrilevanza esistenziale e il carattere 
obsoleto di troppa predicazione, nell'obiettivo di un intimo e 
rivoluzionario coinvolgimento spirituale.

Attualmente si assiste ad una riemergenza del fenomeno religioso che 
vede la crescita esponenziale dei fondamentalismi, con la presenza 
delle figure religiose e dei vari papi veicolati dai mass media, contro 
la proliferazione delle spiritualità eclettiche, con l'inclusione del 
sacro e del ritorno religioso anche nei paesi dell'Est, un tempo atei. 
Questi sono aspetti del rilancio della dimensione sacrale, prospettata, 
in modo surrettizio, come via di salvezza e di pace, definita 
postsecolarismo, che risponde alla crescente confusione esistenziale e 
alla solitudine solipsistica dell'individuo, come immerso nella 
“modernità liquida” della società attuale, per cui il dibattito 
culturale staziona tristemente sul terreno dello scontro tra truppe 
acriticamente fedeli alla Chiesa e indiscriminati combattenti per una 
laicità laicista, in uno scontro defatigante e purtroppo senza 
risoluzioni propositive tra le parti. Al contempo, di fronte ad un 
risveglio religioso si assiste alla diminuzione dell'influsso delle 
religioni sulla vita sociale e sul comportamento individuale della 
persona, in fenomeni intensi di disaffezione alla pratica del culto, 
nella dissoluzione del ruolo del sacro nell’esistenza collettiva, da 
non confondere con l'appartenenza e il riferimento identitario che 
conserva una sostanziale importanza nella vita dei vari Paesi. Il 
disincanto del mondo, l'uscita dalla religione, a partire dall'epoca 
rinascimentale, si manifestano nella rifondazione di un nuovo tipo di 
legittimità che ha consacrato l'emancipazione e l'indipendenza della 
persona, traducendosi nei principi imprescindibili dei diritti umani. 
Nel contesto contemporaneo crescono le religioni diasporiche, nella 
delocalizzazione del dato religioso, con vasti processi di ibridazione, 
contaminazione e meticciato, favoriti dall'accelerazione del pluralismo 
interculturale e dalla costellazione cosmopolita delle religioni, nella 
pluralizzazione delle fedi che registrano l'apertura ad una 
molteplicità di accesso a vari culti e ad una sostanziale reversibilità 
dei percorsi fideistici. Dunque l'avvento della secolarizzazione non ha 
decretato la fine della religione, ma una pluralità del dato culturale, 
in varianti di narrazioni religiose, oltre gli schemi del relativismo 
filosofico e del nichilismo antropologico, a partire dall'inclusione 
pluralista, tramite il portato dell'importanza dell'autocomprensione, a 
partire dagli altri, per capire il significato religioso, ma al 
contempo laico, della presenza e dell'inclusione dell'altro, nella vita 
di ciascuno: oltre la secolarizzazione delle religioni globali, l'opera 
in oggetto si pone come di fronte ad un paradosso schizofrenico nello 
scontro di civiltà, nel pluriverso delle religioni che vedono il 
ritorno del sacro nella globalizzazione, come risorsa culturale di 
neofilosofie emergenti, sotto la costellazione cosmopolita di 
tradizioni, culti e fedi, per credere senza appartenere, nel trionfo 
dell'umano, oltre il sacro come schematico paradigma latente ai 
fenomeni di massa, nella costante antropologica degli atavici 
interrogativi umani, nonostante la crisi del praticante, del 
pellegrino, del convertito, nelle nuove geopolitiche dei sincretismi 
fenomenologici sacrali, in prospettive proteiformi di ierofanie 
identitarie, orientate all'accoglienza degli aspetti laici attuali e 
contemporanei che si compenetrano con il dato culturale determinante e 
caratterizzante del pluriverso religioso. L'opera di Brunetto Salvarani 
si conclude con un’importante intervista a Raimon Panikkar, il sommo 
Teologo del dialogo tra le religioni.

Note: 

http://www.peacelink.it/pace/a/35831.html
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.
org/cultura/Recensioni_1330854045.htm 




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