Siria: analista, per 'nuovo Kosovo' serve guida Turchia, ineludibile l'appoggio Nato



Siria: analista, per 'nuovo Kosovo' serve guida araba
Turchia sara' cruciale e ineludibile e' l'appoggio Nato
16 FEBBRAIO, 17:25

(di Rodolfo Calo') (ANSAmed) - ANKARA, 16 FEB - Gli interventi richiesti
dall'opposizione siriana per una possibile ''operazione Kosovo'' in Siria
sono controversi e avvolti nella foschia anche se non implicano
un'invasione terrestre. E' chiaro pero' che questi interventi necessitano
di una leadership araba e di un ineludibile appoggio della Nato, con la
Turchia a giocare un ruolo ''cruciale'' in ogni caso.

Queste almeno sono le valutazioni formulate per ANSAmed da un analista di
spicco del think-tank americano German Marshall Fund (Gmf) rispondendo a
domande sia sulla possibilita' che vengano creati ''corridoi umanitari'' o
''zone cuscinetto'' (buffer zone) per aiutare la popolazione siriana, sia
sul ruolo che la Turchia giocherebbe in questo scenario.

L'analista, Hassan Mneimneh, Senior Transatlantic Fellow del Gmf per Medio
oriente, Nordafrica e mondo islamico, ha ricordato che ''al momento non
c'e' nessun mandato per l'attuazione di alcuna azione in favore della
sollevazione siriana'' anche se c'e' una ''sempre piu' sonora richiesta di
intervento'' visti quelli che si delineano come ''crimini contro
l'umanita''' perpetrati ad esempio a Homs. ''L'ostruzionismo sino-russo''
al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha ricordato ancora
Mneimneh, lascia prevedere che il massimo forum mondiale ''non fornira'''
alcun mandato Onu ad intervenire in Siria: ''Notizie da Damasco'' indicano
che la Russia ha assicurato alla Siria che ''l'apparente volonta' di Mosca
di riconsiderare la propria posizione'' punta solo ''ad assicurare che la
discussione rimanga confinata'' nel Consiglio di sicurezza e quindi
''soggetta al veto della Russia''.

Un ''mandato alternativo'', ha argomentato l'analista, consisterebbe in un
''avallo dell'Assemblea generale dell'Onu degli sforzi della Lega Araba''.
Le misure ''da prendere in considerazione'', tutte chieste dagli attivisti
siriani, sono: ''buffer zone'', ''corridoi umanitari'', regime di
''no-fly'' per gli aerei militari siriani, espansione della missione di
monitoraggio, raid aerei punitivi e appoggio logistico-strategico ai
disertori siriani della Fsa (o Esl).

''Molte di queste misure sono controverse e non hanno una chiara via di
attuazione'', avverte Mneimneh, anche se nessuna di esse necessita del
dispiegamento di truppe straniere sul suolo siriano. ''Tutte queste misure
- aggiunge - richiedono un consenso arabo (raggiungibile, ma precario),
impegno turco e partecipazione transatlantica. Il modello da emulare e'
quello dell'operazione in Kosovo durante l'amministrazione Clinton''.

''La Turchia resta un componente cruciale di qualsiasi piano del genere'',
anzi ''primario'', anche se ''non nella leadership o nell'esecuzione'',
sottolinea l'analista del German Marshall Fund of the United States
aggiungendo che la guida dell'operazione ''dovrebbe essere araba'' e che
''per l'attuazione non c'e' altra scelta che contare sulla Nato.

Spetta comunque alla Lega Araba, e al Consiglio di Cooperazione degli
Stati Arabi del Golfo, o Gcc in particolare, il compito di ''fornire il
quadro (e il finaziamento)'', mentre all'Alleanza transatlantica, e
soprattutto agli Usa, spetta quello di ''assicurarne l'attuazione''.
(ANSAmed).