massacro di Haditha



Piero Basso mi trasmette questa mail, ve la inoltro.
Paolo Bertagnolli

Ingiustizia è fatta

 

Il 15 dicembre scorso il New York Times pubblica la notizia che un suo corrispondente ha trovato, in una base americana abbandonata, documenti segreti del Pentagono che testimoniano, tra l'altro, il massacro di Haditha del 2005 (24 civili irakeni uccisi, tra cui un bimbo di tre anni e un cieco paralitico di 76). Dopo la pubblicazione del giornale le autorità militari non possono più nascondere il delitto e avviano il processo a carico dei colpevoli (rei confessi). Il 24 gennaio il sergente dei marines Frank Wuterich, che comandava la squadra, ha ammesso di avere ordinato alla sua squadra "prima sparate, poi chiedete". L'accusa è passata da strage a negligenza ("negligent dereliction of duty"), passibile al massimo di tre mesi di reclusione. Meno di quattro giorni di carcere per ogni innocente ucciso.

Un altro militare americano è sotto processo: il soldato Bradley Manning, esperto informatico, accusato di avere fornito a Wikileaks migliaia di files riservati, tra cui il famoso video del mitragliamento da un elicottero di un gruppo di civili, tra cui un corrispondente dell'agenzia Reuter. Non è accusato di spionaggio, o di aver venduto i documenti a caro prezzo, solo di aver fatto conoscere la verità. Per questo il parlamento islandese, all'unanimità, l'ha proposto per il premio Nobel per la pace. Da oltre un anno il soldato Manning è tenuto in isolamento in una prigione militare americana (luce accesa 24 ore, incatenato ogni volta che esce dalla cella). Il 23 febbraio comparirà davanti a una corte marziale per la prima udienza. Le accuse mosse contro di lui comportano la pena dell'ergastolo.

A questo proposito, i meno giovani tra noi ricorderanno certamente la storia della funivia del Cermis: nel 1998 un giovane pilota americano in addestramento, per gioco o spavalderia, violando le norme di volo, si abbassò sino a poche decine di metri dal suolo, tranciando i cavi della funivia e causando la morte di tutti i 20 passeggeri in cabina. Come Wuterich, è stato severamente punito dalla giustizia militare americana: assolto per i venti omicidi, è stato però condannato a sei mesi di carcere per avere distrutto il nastro del volo. Le vittime sono state indennizzate dal governo italiano. (Mica si potevano chiedere i danni ai padroni, no?)