Re: [pace] interrogativi sui cosidetti forconi



Mi associo all'intervento del moderatore (pensavi forse che non fossi interessato/impeganto contro la guerra, contro TUTTE le guerre?).Spero di vedere copiosi interventi, proposte , analisi ed iniziative per la pace in Siria ed in M.O..
Francesco

Il giorno 31 gennaio 2012 10:27, Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it> ha scritto:
Per quanto interessantissima, la questione non rientra negli argomenti di discussione di questa lista.
Invito chi voglia rospondere e dibattere a farlo nelle altre liste a cui e' stato inviato il messaggio di Francesco Lo Cascio.
Sta esplodendo la guerra in Siria e non dobbiamo fallire come per la Libia.
Il moderatore

From: Francesco Lo Cascio <locascio.francesco at gmail.com>
Date: Tue, 31 Jan 2012 07:58:15 +0100
Subject: [pace] interrogativi sui cosidetti forconi

In questi giorni mi ha molto colpito l’assenza di dibattito sulla cosiddetta mobilitazione dei “forconi”. Un po’ per prudenza, un po’ per inconfessabile soddisfazione nel vedere il governo in difficoltà, un po’ per la difficoltà di mettersi in mostra, come ecologisti e quant’altro, rispetto ad un virulento movimento in crescita ed a caccia di avversari, un po’ per la solita disattenzione verso i temi ritenuti regionali di un sud erroneamente percepito come distante.
Eppure le ragioni d’intervento non mancano! È possibile ritenere “rivoluzionario” il richiedere tariffe più basse dei carburanti, rivendicando il diritto a consumarne quanto più possibile? Ovviamente il tema coinvolge ceti fortemente disagiati, ma è questa la soluzione? Possiamo ritenere i “padroncini” del trasporto su gomma, portatori di reali istanze di cambiamento? E le proposte sulla filiera corta, sui consumi Km Ø, le proposte del bioregionalismo, di rinascita delle aree rurali, di un agricoltura biologica non subordinata agli interessi industriali, che fine hanno fatto? Le proposte sul primato del trasporto su rotaia e sulle autostrade del mare? Ricordo una iniziativa dei Verdi Toscani e Siciliani quando si fecero partire contemporaneamente dei TIR su strada e via mare tra Livorno e Palermo, dimostrando la maggiore velocità e confortevolezza del trasporto per mare. Quali risposte dare a questi lavoratori, spesso sfruttati dalle grandi aziende committenti, con tempi di consegna stressanti sempre più ristretti a rischio della sicurezza ed incolumità, loro ed altrui. Essere “padroncini” del proprio mezzo, indebitati per ciò fino al collo, è reale libertà, essere “imprenditori” di se stessi, o piuttosto una delle varie forme di esternalizzazione dei costi dell’industria, quali le varie figure atipiche, “partite iva”, e via dicendo? Consorziare queste aziende non darebbe loro maggiori sicurezze e forza contrattuale? Questi temi hanno fatto parte dei programmi delle forze del passato centro sinistra, che fine ha fatto questa gente? Che fine hanno fatto Verdi ed ambientalisti? Ed i movimentisti vari dell’”antipolitica”? Ed il sindacato? I sindacati di base in sciopero contro Monti? Si è parlato insistentemente della strumentalizzazione dei “forconi”, infiltrati da forza nuova, forse dalla mafia (indagini ed arresti sono già avvenuti), subalterni agli interessi del “governatore” della Sicilia Lombardo, ascari della destra nazionale. Ma non sembrano essersi levate particolari voci alternative! Mentre l’economia e la vita sociale di un’intera regione (1/10 dell’Italia) venivano prese in ostaggio. Per di più alcuni centri sociali hanno solidarizzato, in nome del ribellismo, infischiandosene delle confusioni con la destra alla quale sono solitamente contrapposti in esibizioni testosteroniche. Possibile che la nonviolenza e l’ecologismo non abbia una parola di fronte vicende come queste? Bisognava proprio aspettare un morto in Piemonte per avere un minimo di notizia sulle mobilitazioni in atto? E dei pastori sardi? Delle marinerie della pesca? Anche lì la soluzione è rivendicare deroghe ad i vincoli ambientali dell’unione europea? L’Europa è sempre più additata come avversaria, anche se forse l’avversario vero è il deficit di Europa politica, a fronte dello spadroneggiare di banche e tecnici. Non è che forse bisogna proprio rivendicare una capacità di governo europeo, responsabile davanti un parlamento eletto dal popolo? Non è che questa sia l’ultimo colpo di coda dello spadroneggiare degli stati nazionali, che tanti lutti hanno dato alla storia degli europei? E chi dovrebbe sostenere una tale rivendicazione? Una sinistra senza prospettiva, sempre più impaludata nei battibecchi provinciali delle diverse nazionalità? Forse ben dice Erri De Luca quando afferma che “L’Italia è un paese di destra, con un opposizione di destra”. Possono esistere alternative a tale quadro? Getto un sasso nell’acqua e mi aspetto di contemplare il silenzioso effimero propagarsi dei cerchi di flebili onde galleggianti nel nulla

Francesco Lo Cascio

Info:
1) http://casarrubea.wordpress.com/2012/01/19/forconi/
2) http://infoaltra.blogspot.com/2012/01/il-movimento-dei-forconi-tra-legittime.html
3) http://youtu.be/Hmw4wML6oo0

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