ho girato questo articolo ansa perché tocca diversi fatti accaduti
negli ultimi giorni
nemmeno io mi fido degli osservatori eterodiretti, ma dall'articolo
emerge che ormai è guerra aperta per le strade delle città; c'è da
immaginarci cosa sarà dei civili.
Se ha altre fonti per le notizie, le può socializzare?
TC
Il 30/01/2012 00:00, Antonio Caracciolo ha scritto:
Quanto è attendile questa informazione?
Diffido degli Osservatori siriani sui diritti umani...
Mi informo per altre vie e le valutazioni di fondo sono diverse...
ac
Il giorno 29 gennaio 2012 23:37,
semprecontrolaguerra <semprecontrolaguerra at gmail.com>
ha scritto:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2012/01/29/visualizza_new.html_71045298.html
Dura offensiva in Siria, uccise 66 persone
Attivisti, decine di vittime nei sobborghi di Damasco
29 gennaio, 22:01
di Rodolfo Calò
ANKARA - Il regime siriano ha condotto un'offensiva
d'intensità senza precedenti contro i rivoltosi
ingaggiando combattimenti che non erano mai stati così
vicini alla capitale, Damasco, con un bilancio di sangue
e orrori di quasi 70 morti. Sul fronte diplomatico, la
Lega Araba ha annunciato una riunione dei suoi ministri
degli Esteri che domenica prossima decideranno se
ritirare definitivamente, o rilanciare, la missione di
osservatori sospesa sabato lamentando che Assad ha
"scelto l'escalation" di violenza. Il regime,
dichiaratamente "determinato a ristabilire l'ordine", ha
condotto un'operazione militare che un portavoce dei
disertori ha definito "senza precedenti" anche perché
viene usata "l'artiglieria pesante". Gli scontri,
segnalati oggi anche ad Ain Tarma, a 4 chilometri dalla
capitale, sono "i più vicini a Damasco dall'inizio della
rivolta", ha notato l'Osservatorio siriano sui diritti
umani fornendo il bilancio di vittime della giornata: 66
morti, di cui 26 civili registrati nelle province di
Homs, Idlib, Daraa e della regione di Damasco con una
vittima anche in un quartiere della capitale.
L'offensiva dell'esercito regolare, secondo
l'Osservatorio, é stata portata in almeno tre zone. In
quella di Ghouta, all'estrema periferia est di Damasco
dove si trova Ain Tarma, circa 2.000 soldati appoggiati
da 50 carri armati modernissimi e da blindati hanno dato
manforte a truppe che stanno circondando tre sobborghi.
Presa di mira anche Rankus, città di 25 mila abitanti
sulle montagne a 30 chilometri a nord della capitale,
già attaccata a novembre e assediata da mercoledì con
colpi d'artiglieria che hanno fatto crollare almeno 25
palazzi. C'é poi la città ribelle di Hama, nel centro
del paese, dove vengono segnalati cecchini sui tetti e
cadaveri gettati in strada con le mani legate dietro
alla schiena per terrorizzare la popolazione. In diversi
punti della Siria, segnala l'osservatorio, c'é stata
l'uccisione di nove disertori, che però hanno ucciso 31
fra soldati e uomini delle forze di sicurezza: almeno 10
con una bomba a Kansafra, nel nordovest, e sei in
un'imboscata vicino a Damasco di cui parla l'agenzia di
Stato "Sana". Sul fronte politico-diplomatico, Damasco
ha dichiarato di considerare un ritiro della missione
degli osservatori della Lega araba come un modo per far
pressione sul Consiglio di Sicurezza e ottenere un
intervento militare internazionale che é impedito
dall'opposizione di Russia e Cina, sostenitori del
regime. In partenza per New York dove martedì perorerà
la causa di un piano di pace in Consiglio di sicurezza
assieme al massimo esponente dell'opposizione siriana,
il segretario generale della Lega araba Nabil el-Arabi
ha detto di sperare di poter convincere Mosca e Pechino
ad adottare "un cambio di posizione" e quindi a mollare
il presidente siriano Bashar Al Assad: le sue dimissioni
segnerebbero l'avvio di negoziati con i rivoltosi per la
formazione di un governo di unità nazionale come
previsto dal piano della Lega araba. "Ci sono contatti
con Cina e Russia", ha rivelato el-Arabi riferendosi al
piano arabo. Secondo fonti diplomatiche però ci sono
anche stati della Lega, come l'Algeria che sono
preoccupati per il coinvolgimento del Consiglio di
sicurezza che potrebbe scippare l'iniziativa ai paesi
arabi. Una recrudescenza della repressione era stata
notata da martedì e negli ultimi due giorni vi sono
stati 156 morti. L'ultima stima dell'Onu, che ormai ha
smesso di tenere il conto, risale all'inizio di gennaio
e parlava di oltre 5.400 vittime.
--
Antonio Caracciolo
|