L'IMMATURITA' CIVILE DEI TEMPI DI MONTI



MONTI: PREMATURO DIRE DI NO AI RESPINGIMENTI
http://fortresseurope.blogspot.com/2012/01/monti-prematuro-dire-no-ai.html#more

"Mancano ormai poche settimane alla sentenza della Corte Europea dei diritti umani (Cedu) chiamata a giudicare l'Italia per il respingimento in Libia di 24 rifugiati politici eritrei e somali nel maggio 2009. Da due anni in molti si chiedono se una condanna della Cedu sara' sufficiente a far cambiare le politiche italiane ed europee nel Mediterraneo. Una prima risposta c'e' gia' ed e' delle peggiori. Me l'ha data il primo ministro italiano Mario Monti ieri mattina a Tripoli, durante la conferenza stampa con il capo del governo libico Al Kibb. "Mi sembra prematuro ipotizzare qualsiasi tipo di cambiamento delle politiche italiane di contrasto all'immigrazione clandestina, tuttavia il rispetto dei diritti umani rimane una priorita' del governo italiano". Un elegante giro di parole per dire che il nuovo corso delle politiche italiane in frontiera seguira' il solco scavato dai Maroni e dai Berlusconi, e prima di loro dai Prodi e dagli Amato. Finita la guerra in Libia, l'Italia continuera' a respingere in Libia le persone fermate in acque internazionali. E Finmeccanica riprendera' quanto prima la costruzione del sistema elettronico di sorveglianza delle frontiere sud della Libia." ( gabriele, 22 gennaio )



LA CLAVA
CONTRO LA LIBERTA' DI CIRCOLAZIONE
La frontiera: guerra non dichiarata a scopo estorsivo 

No alla frontiera giustificata da una fantomatica difesa fisica e identitaria, difesa deputata a tutelarci da identità altre, invasive-indecodificabili-pericolose chiamate migranti. Un marchingegno di sfigurata e militarizzata personalità europea contro nemici inventati allo scopo di accedere ai business rotanti  al bisogno di viaggiare,  aguzzini di turno a servizio dei ricchi di sempre.No alla frontiera come mezzo di propaganda per raccogliere consenso e voti. No alla frontiera che specula ignobilmente sul fuoco sacro del desiderio di conoscenza, di sè dell'altro e dell'altrove,  specula sull'istinto di sopravvivenza personale e familiare,  specula sulla fiducia che il migrante ripone in noi cittadini europei. No alla frontiera che salassa i risparmi di indebitate famiglie di origine del migrante, investiti in lui e nel suo viaggio il cui costo è enormemente superiore, anche in termini psicofisici, a quello dei nostri voli aerei. No alla frontiera che obbliga il viaggiatore a cercare pericolosi mezzi di fortuna per spostarsi, ad affidare la propria vita a trafficanti senza scrupoli, all'abbandono del deserto e a quello di cinici accordi politici, e in balia del mare. No alla frontiera perchè è fabbrica premeditata di clandestinità atta ad innescare circoli poliformi di abusi, estorsioni,  ricatti, sfruttamento lavorativo illecito dell'uomo senza diritto, per altrui profitti mafiosi e non solo. No alla frontiera che foriera di emarginazione, dolore, odio a cui si dovrà rispondere un giorno. No alla frontiera della cecità mirata o dell'indifferenza di quanto sta accadendo proprio ora, non a caso, che ci dovremmo incontrare fra popoli a curare futuro e figli. No alla frontiera delll'ipocrisia stesa sulle motizioni del migrante, sminuite, umiliate, inascoltate: quelle individuali personali umane tanto quanto quelle causate da disumane dittature a servizio di transnazionali previa corruzione per gli interessi di pochi, che costringono l'uomo a migrare suo malgrado, a strapparsi dalla propria terra, dal proprio patrimonio affettivo e culturale. No alla frontira dei cie e di idee cavernicole simili che detengono, senza aver commesso alcun reato, giovani ragazzi, pure minorenni, in gabbie in cui  l'unica pace possibile è lo psicofarmaco, il tentativo di fuga a rischio della propria incolumità fisica e il suicidio. No alla frontiera della clave, chiamata oggi manganello, e usata gratuitamente anche sui migranti come fosse pratica normale senza conseguenze ne implicazioni di alcun genere. No alla frontiera nei respingimenti e nelle omissioni di soccorso in mare, di cui anche molti marinai civili, oltre che militari, sono testimoni e tacciono anche la paura di perdere il lavoro, di rischiare l' arresto, con l'accusa di favoreggiamento all'immigrazione clandestina,  del sequestro della barca, se scoperti a prestare soccorso ai naufraghi. No alla frontiera nel rimpallo delle responsabilità tra capitanerie di porto dei vari paesi, e il resto dei testimoni attivi o passivi, presenti nel mediterraneo, muti complici di condanne a morte, assistono senza intervenire ai naufragi e omettono il loro soccorso o speronano addirittura barche di disperati. No alla frontiera nell' omertà sui dispersi, abbandonati prima durante e dopo la loro scomparsa. No alla frontiera nel  gesto tragico dei respingimenti in mare, nelle espulsioni illeggittime di massa, nelle deportazioni di migranti  in  "luoghi insicuri", più precisamente in luoghi sicuri di morte come il deserto o gli stessi paesi nativi dove ad attendernee il ritorno c'è la condanna a morte. No alla frontiera come propaganda e  pratica di razzismo di stato.
Questo è un video che parla di alcuni dispersi tunisini:
http://www.youtube.com/watch?v=gNU0Dln2MRA 
Solo pochi giorni fa, 55 somali sono scomparsi in mare, più giusto dire sono stati lasciati scomparire in mare: fra le capitanerie di porto italiana, maltese e libica, tutte avvisate della disperata richiesta d'aiuto, nessuna ha prestato soccorso, coperte da " legittime" circostanze che di umano non hanno proprio niente, tantomeno il nostro contributo in omertà. Perchè siamo impreparati ad incontrarci? Siamo come burattini manovrati. Regaliamo fiducia cieca a caste di dirigenti che non conosciamo personalmente, non sappiamo da dove vengano, come vivono, non sappiamo dove abitano ne' per quali lobby-feudi prestino reale servizio. Affidiamo loro i nostri risparmi, le nostre scuole, la nostra vita.
 Si evita di incrociare lo sguardo con il vicino della porta accanto perchè di lontane origini, deludendolo giorno dopo giorno. Perchè non guardiamo in faccia il presente? Doloso, premeditato o preterintenzionale che sia?
Perchè non  diciamo basta? E' un boomerang, è un F35 che bombarda scegliere di chiudere gli occhi su quanto succede in frontiera, nei cie, sulla strada, in famiglia, dentro di noi.
 Quella famiglia che cerca suo figlio non l'avrebbe lasciato partire per sfidare chi tenta di ingabbiare la sua storia, la sua vita e il suo futuro in un portafoglio, se non si fosse fidato di noi. Il ragazzo stesso non sarebbe venuto ad incontrarci se non si fosse fidato di noi. E' lo stesso ragazzo che permettiamo di far ammazzare!
C'è un abisso ora fra noi e quella famiglia. Così come dentro di noi, c'è un abisso. Continuiamo così?

Basta frontiere!