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13°giorno di digiuno Per un Altro Pat, Convegno La città che vogliamo
- Subject: 13°giorno di digiuno Per un Altro Pat, Convegno La città che vogliamo
- From: "micheleboato at tin.it" <micheleboato at tin.it>
- Date: Sat, 14 Jan 2012 16:53:06 +0100 (CET)
Oggi sabato 14.1 è il tredicesimo giorno di digiuno di Michele Boato per la verità sul Pat di Venezia.
Con lui digiunano Fabrizio Zabeo dei Comitati Allagati e Massimo (Mao) Valpiana, presidente nazionale del Movimento Nonviolento.
Non c'è stato il presidio davanti al Municipio per partecipare tutti al Convegno "La città che vogliamo": la sala del Centro Civico di via Sernaglia non riusciva a contenere le quasi 200 persone che hanno partecipato, con 19 interventi pieni di proposte riguardanti la città di terra e quella di mare.
Ecco l'intervento conclusivo, di Michele Boato, in totale sintonia con l'introduzione di Maria Rosa Vittadini che ha tratteggiato la città sostenibile, cioè senza segregazioni, basata sulla socialità, percorribile a piedi e in bici, attraversata da tram e filovie, con poche auto rispettose anche dei bambini che giocano, amante del verde, amichevole con giovani, donne e anche turisti:
Non c'è stato il presidio davanti al Municipio per partecipare tutti al Convegno "La città che vogliamo": la sala del Centro Civico di via Sernaglia non riusciva a contenere le quasi 200 persone che hanno partecipato, con 19 interventi pieni di proposte riguardanti la città di terra e quella di mare.
Ecco l'intervento conclusivo, di Michele Boato, in totale sintonia con l'introduzione di Maria Rosa Vittadini che ha tratteggiato la città sostenibile, cioè senza segregazioni, basata sulla socialità, percorribile a piedi e in bici, attraversata da tram e filovie, con poche auto rispettose anche dei bambini che giocano, amante del verde, amichevole con giovani, donne e anche turisti:
VORREI MESTRE PIU' BELLA, VIVIBILE, SOLIDALE
La piazza è stata ripavimentata, inserendo la fontana, ma togliendo l'unico albero che c'era (davanti al bar Sport): ci starebbero bene, invece, molti alberi, con un bel prato; e ogni fine settimana si dovrebbero organizzare delle iniziative, soprattutto musicali, ma anche giochi, artigianato, dibattiti.
Ogni Quartiere storico (Carpenedo, Favaro, Campalto, Marghera, Catene, Chirignago, Gazzera, Zelarino, Trivignano) dovrebbe avere il suo cuore pedonale, col suo mercato settimanale, giochi per bambini, dei bei luoghi di ritrovo, dove rinsaldare i vincoli di amicizia e solidarietà.
Oggi non è così: le cossiddette “piazze” di Carpenedo e Favaro, per esempio, sono poco più di un incrocio stradale; la piazza di Chirignago è stata fatta assassinare da un orrendo manufatto partorito dagli stessi architetti del Candiani, ecc.
La Stazione ferroviaria ora è una kasbah, senza una piazza, quasi senza parcheggi.
Invece di intasare ancora di più una zona così importante, con una raffica di grattacieli, vedrei una piazza con alberi, grande parcheggio per bici, comprese le bike-sharing e parcheggi auto sul lato sud (Marghera).
Abbiamo bisogno degli alberi, di tantissimi alberi: per respirare, riempirci gli occhi di bellezza, rinfrescarci e riposarci d'estate. Il verde dev'essere dovunque, lungo le strade, nelle piazze, alla stazione, nei parchi, che devono moltiplicarsi in tutte le forme possibili.
Quando hanno distrutto il parchetto di via PioX per fare gli interessi di Marinese e Caprioglio, ci era stato promesso che tutto Piazzale Altinate tornava ad essere il vecchio Parco Ponci (distrutto negli anni 50); ora il mostro di bellezza degli amici di Cacciari è lì, potete ammirarlo con tutto il suo allumino, ma del nuovo Parco Ponci abbiamo visto solo un fazzoletto d'erba, quasi in abbandono, con due maxi panchine.
Piazza Barche dovrebbe mantenere ed accrescere il suo corredo arboreo, a far da contorno al mercato bisettimanale, alla scalinata di testa del Canal Salso, con la colonna della sortita ricollocata al suo posto e la Vecchia Posta finalmente restaurata.
Vorrei che Mestre tornasse ad essere città d'acqua, riscoprendo finalmente il ramo sud del Marzenego, da cinquant'anni coperto sotto via Poerio e liberando dalle occupazioni private abusive le rive del Marzenego, nell'area ovest di Mestre a partire dall'area dell'ex Ospedale, per creare magnifici percorsi ciclo-pedonali.
Per andare a Venezia aspettiamo da un decennio che il Comune si accordi con le ferrovie per attivare un treno navetta che vada su e giù ogni 10 minuti, (15 o 20 nelle ore di minor traffico): è la prima e principale tratta della Ferrovia Metropolitana SFMR, prevista dal 1992, con i binari pronti e non ancora attuata.
Non servirebbe buttar via soldi e occupare addirittura una corsia del ponte automobilistico, per il tram a Venezia: il tram arriva da Favaro e Marghera (e speriamo anche da Chirignago e Zelarino) in stazione di Mestre, vero centro di scambio, senza distruggere il verde di piazzale Cialdini (tra via Pio X e viale S.Marco).
Sogno inoltre di poter andare in sicurezza da Mestre a Venezia in bicicletta, anche coi bambini, senza rischiare la vita. Non ci vuole molto, se ne parla da 20 anni.
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