F35, se il servizio pubblico informasse i cittadini…



Articolo-denuncia di Gian Mario Gillio, Direttore di Confronti su 
Notizie Radicali: Stop F35 e Manifesto Nonviolento
 

F35, se il servizio pubblico informasse i cittadini…

 

Gian Mario Gillio, Direttore di Confronti, afferma "Il Manifesto 
Nonviolento è stato sottoscritto, tra gli altri, da Alex Zanotelli, 
Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Laura Tussi, Luisa Morgantini, 
Gilberto Squizzato. Oltre ai singoli e alle associazioni pacifiste, 
compaiono le redazioni di “Nigrizia”, “Left-Avvenimenti”e de “Il 
dialogo” www.ildialogo.org. 

Le firme sono in continuo aggiornamento sul sito www.peacelink.it "

 

Fonte: http://notizie.radicali.it/articolo/2012-01-05/intervento/f35-
se-il-servizio-pubblico-informasse-i-cittadini

http://www.peacelink.it/pace/a/35335.html

 

F35, se il servizio pubblico informasse i cittadini

 

di Gian Mario Gillio

 

 “Noi sottoscritti, singoli e associazioni: chiediamo al governo di 
attuare il risanamento del bilancio statale a partire dal taglio 
drastico delle spese militari […] ricordiamo che votare a favore di 
missioni militari volte a partecipare ad azioni di guerra all’estero 
viola l’articolo 11 della Costituzione italiana […] infine ricordiamo 
che non sosterremo politicamente con il voto i partiti che in 
Parlamento voteranno a favore dei finanziamenti per tali missioni o per 
l’acquisto di cacciabombardieri F-35, ovvero i partiti che si 
dichiareranno favorevoli alle suddette iniziative”. È la sintesi di un 
appello lanciato dal sito web Pacelink ai parlamentari italiani per 
fermare le spese militari finalizzate alla guerra e all’acquisto di 
cacciabombardieri F-35. Una campagna promossa da numerose associazioni 
e personalità del mondo pacifista dal simbolico titolo “Taglia le ali 
alle armi” che chiede di destinare le risorse previste per gli F-35 
alla società, all’ambiente, al lavoro e alla solidarietà 
internazionale. 

Il manifesto non violento è stato sottoscritto, tra gli altri, da 
Alex Zanotelli, Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Laura Tussi, Luisa 
Morgantini, Gilberto Squizzato. 

Oltre ai singoli e alle associazioni pacifiste, compaiono le 
redazioni di “Nigrizia”, “Left-Avvenimenti”e de “Il dialogo” www.
ildialogo.org. Le firme sono in continuo aggiornamento sul sito www.
peacelink.it La denuncia delle associazioni nasce dal fatto che l’
Italia, in un momento così difficile e recessivo, si è impegnata a 
spendere 20 miliardi di euro per l’acquisto di 131 velivoli F-35. Tra 
le promesse del governo, a giustificare tale spesa, l’incremento 
occupazionale ed economico per il nostro paese. Così dicono. 
Finmeccanica compare come azienda leader del settore nel consorzio 
guidato da Lockheed Martin e Base System. 20 miliardi – questa la cifra 
stimata dai promotori dell’appello – pare davvero una bella cifra in 
tempi di vacche magre e proprio mentre si chiede al ceto medio (se 
ancora esiste) di ripianare il debito pubblico del nostro paese, 
risanare dunque i conti di uno Stato in piena crisi recessiva. Una 
follia l’acquisto di 131 cacciabombardieri F-35? Solo per alcuni 
sembrerebbe. Molti italiani invece di questa storia non ne sono nemmeno 
a conoscenza. Il fatto è che di spese militari poco si parla, non sono 
una notizia, questo vuoto si registra sia nella televisione pubblica 
italiana che in quella privata. Solo alcuni giornali hanno voglia di 
approfondire la questione e un esempio di questi giorni arriva da il 
Fatto quotidiano. La rete, come sempre si muove e sensibilizza come può 
ed è a disposizione per chi ha la pazienza di navigare e cercare tra le 
notizie non date dagli organi ufficiali di informazione. Gian Mario 
Gillio direttore di “Confronti” Incuriosisce constatare invece che una 
notizia di tale portata: 20 miliardi di euro previsti per le spese 
militari (soldi nostri?) non venga percepita come tale né dalla società 
civile né dagli addetti all’informazione. Dovrebbe essere una notizia 
“bomba” di questi tempi. Dovrebbe far sobbalzare tutti e suscitare 
domande e curiosità. Ma se questa notizia non viene data e difficile 
che ciò possa accadere. Le spese militari non trovano spazio e se lo 
trovano la notizia scivola dolcemente tra le altre, così, en passant. 
Sarebbe invece importante per tutti cittadini italiani poter ricevere 
dal nostro servizio pubblico, almeno quello del canone, approfondimenti 
su temi così importanti. Poter meglio capire, ad esempio, per quale 
motivo si è deciso di acquistare tali velivoli? Sapere se c’è urgenza 
di minaccia internazionale. Sapere perché si è scelto di puntare su 
questo tipo (F-35) di cacciabombardiere piuttosto che un altro. Si 
tratta della nostra sicurezza, giusto? Sarebbe importante conoscerne le 
potenzialità belliche, o se preferite di “difesa”. Capire quali saranno 
i tempi di acquisto, dove avverrà la produzione e con quali partner. 
Dove verranno presi i fondi. Approfondire anche le questioni 
giuridiche: a partire dalla nostra Carta costituzionale. Che cosa ne 
vogliamo fare del nostro Articolo 11 che testualmente cita: “L'Italia 
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri 
popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; 
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni 
di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la 
giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni 
internazionali rivolte a tale scopo”. Ed ancora sarebbe bello poter 
assistere in prima serata televisiva ad un dibattito che si concentri 
non solo sulle questioni tecnico-finanziarie ma anche sulle questioni 
etiche e morali che tale acquisto pone: la guerra e la pace. Un’analisi 
sul dopo Iraq. Un bilancio dei morti sia tra la popolazione civile 
irachena sia tra i militari americani. Quale ruolo giocò l’Italia. La 
recente e attuale questione libica. Insomma, temi troppo spinosi e 
difficili, probabilmente. O forse non siamo ritenuti all’altezza di 
poterli comprendere? La guerra uccide, fa male e non serve a nulla. Ma 
muove interessi finanziari, economici e espansionistici. Meglio non 
parlarne. Allora sarebbe importante in prima serata almeno affrontare, 
in modo veniale in che modo decisioni del genere (come l’acquisto di 
131 aerei militari) possono incidere sulle nostre tasche. In un momento 
di crisi come quello che attraversa il nostro paese, sarebbe 
interessante poter vedere una bella inchiesta per capire se siamo 
davvero tutti interessati a tali spese. Sapere qual è attualmente la 
forza dei nostri armamenti. Sono obsoleti? Quanti aerei militari 
possediamo attualmente? Sono davvero necessari131 velivoli o ne 
basterebbero molti di meno: per ripudiare la guerra e promuovere la 
giustizia e la pace fra le nazioni? Come ci ricorda l’articolo 11. 
Infine, ma non ultimo. Con questi 20 miliardi cosa si potrebbe fare di 
diverso per sostenere l’economia del nostro paese Italia? Ma tutto 
tace, e di spese militari non si parla. Così come non si è mai voluto 
parlare del debito pubblico italiano. Sempre citato dai “tiggì” tra i 
servizi economici: “oggi il debito pubblico si è attestato…” e via, 
sempre più veloce, per passare ad un’altra notizia. Così facendo (finta 
che non fosse poi così importante sapere quanto debito pro capite 
avesse ogni bambino appena nato in Italia) il debito è cresciuto, 
sempre più, in modo sconsiderato, di anno in anno, nella disattenzione 
di tutti. Il debito oggi è finalmente protagonista, sì è preso la 
scena! Un debito, quello che oggi “finalmente” riusciamo a vedere, che 
però giustifica tutto (è proprio così?) il sacrificio chiesto a molti 
italiani. Una disattenzione, quella di tutti noi, colpevole. Colpa ne 
ha chi non ha voluto che si parlasse del debito quando ancora si poteva 
intervenire e colpa l’ha chi ha voluto far finta di niente tanto, prima 
o poi, qualcuno ci avrebbe messo mano. Invece nessuno lo ha fatto. E 
oggi si corre ai ripari. Per evitare di non caderci un’altra volta 
torniamo all’appello iniziale di Peacelink. La campagna ricorda anche 
quanto le manovre approvate in questi mesi graveranno sui cittadini: 
“si stimano proprio in 20 miliardi i tagli agli Enti locali e alle 
Regioni (che si tradurranno in minori servizi sociali o in aumento 
delle tariffe), ed altri 20 miliardi di tagli alle prestazioni sociali 
previsti dalla legge delega in materia fiscale ed assistenziale, senza 
contare il blocco dei contratti e degli aumenti ai dipendenti pubblici 
e l'aumento dell'IVA che colpirà indiscriminatamente tutti i 
consumatori”. Il tutto anche per partecipare ad un progetto militare 
"faraonico" – denunciano i promotori dell’appello – “di cui non si 
conoscono ancora i costi complessivi (cresciuti al momento almeno del 
50% rispetto alle previsioni iniziali) che ha già visto aspre critiche 
di paesi partner come la Norvegia e i Paesi Bassi e l’ipotesi di 
cancellare gli acquisti da parte della Gran Bretagna. Senza dimenticare 
che, contemporaneamente, il nostro paese partecipa anche allo sviluppo 
e ai costosi acquisti dell'aereo europeo EuroFighter Typhoon”. Dunque 
aerei militari sì, treni-notte verso il sud Italia no! Insomma le 
domande alle quali vorremmo delle risposte in merito alla questione F-
35 sono tante! Non oscurare questa storia sarebbe davvero un bel 
servizio (pubblico) per i lettori, gli ascoltatori e i telespettatori! 
Attendiamo allora fiduciosi qualche approfondimento in Rai. Per ora, 
per quanto ci riguarda, abbiamo voluto aprire un varco, ma da oggi ci 
impegniamo a far emergere un po’ di luce su questa storia. Meditate 
gente, meditate!!! Chiosava Renzo Arbore in una bella trasmissione 
televisiva. 

http://notizie.radicali.it/articolo/2012-01-05/intervento/f35-se-il-
servizio-pubblico-informasse-i-cittadini

http://www.youtube.com/lauratussi

 

 

 



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