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R: [pace] LETTERA APERTA alle/ai promotori della petiz ione “Siria No war”
- Subject: R: [pace] LETTERA APERTA alle/ai promotori della petiz ione “Siria No war”
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Fri, 9 Dec 2011 10:03:32 +0000
- Importance: Normal
- Sensitivity: Normal
Tranquillizzo Sinistra Critica. Il nostro appello non assolve in alcun modo il regime siriano ma tiene ferma la difesa dei diritti umani.
Ogni mobitazione per i diritti umani la sosteniamo con assoluta convizione.
Questa totale scelta di indipendenza e di ripudio delle tirannie e' talmente evidente che siamo pronto a ribadirla non una ma cento volte.
L'appello Siria NoWar da noi lanciato fa riferimento alla situazione attuale, non quella di nove mesi fa.
Non si lanciano appelli rispetto al passato ma rispetto al presente che non e' assolutamente limpido.
Sinistra Critica fa riferimento a "migliaia
di filmati autoprodotti" su cui ci dovremmo fare un'opinione. Questo tipo di affermazione rivela un'ingenuita' disarmante. Nessuno li puo' verificare quei video e chi fa giornalismo serio sa che quanto conta questa informazione "prodotta dal basso" dagli stessi attori del conflitto ma priva di veriificabilita'.
Per questo sono indispensabili gli osservatori internazionali che l'appello richiede.
Quanto all'interpretazione dell'attuale rivolta armata, che Sinistra Critica non vede eterodiretta, credo che valga la pena rileggere il Corriere della Sera.
"Al fianco degli insorti - secondo fonti arabe - sono ormai schierati molti consiglieri
stranieri. Turchi, membri delle forze speciali inglesi e francesi, militari dei paesi del
Golfo che avrebbero favorito il flusso di armi leggere. A loro si sono aggiunti - stando
a voci incontrollabili - anche 600 combattenti arrivati da Tripoli. Una «missione»
coordinata dall' ex qaedista Belhadj e oggi figura di spicco nella nuova Libia. L' ufficiale ha anche partecipato a un summit segreto ad Ankara per studiare come ampliare. la collaborazione. La task force eterogenea avrebbe un centro di comando nella località turca di Iskenderun. Uno snodo chiave nel caso in cui la Turchia, con il sostegno
occidentale e della Lega Araba, possa creare una fascia di sicurezza per proteggere la
popolazione siriana. La Siria rischia dunque di diventare l' obiettivo di tre azioni concertate. 1) Una «guerra segreta» condotta da 007 stranieri in appoggio all' Esercito
libero composto dai disertori. 2) Una guerriglia strisciante portata avanti dagli
oppositori. 3) Una pressione diplomatica continua che fa perno sulle sanzioni economiche.
Nel corso di una riunione ad Hatay (Turchia) gli oppositori «politici» e quelli «militari», nel timore che la rivolta sfugga di mano, hanno deciso di coordinare le loro azioni".
Corriere della Sera 2-12-2011
Se Sinistra Critica si documentasse di piu' farebbe un ottimo servizio ai suoi stessi simpatizzanti.
Alessandro Marescotti
www.peacelink.it
From: marco palombo <elbano9 at yahoo.it>
Sender: pace-request at peacelink.it
Date: Fri, 9 Dec 2011 09:11:27 +0000 (GMT)
To: pace at peacelink.it<pace at peacelink.it>
ReplyTo: pace at peacelink.it
Subject: [pace] LETTERA APERTA alle/ai promotori della petiz ione “Siria No war”
Tra le molte liste a cui sono iscritto c'e' la lista discussioni di Sinistra Critica Livorno che e' aperta "a tutti coloro che sono incompatibili con la guerra e con il neoliberismo". Ho girato sulla lista l' appello Sira no War e sulla stessa lista e' arrivata questa lettera aperta. La giro subito non sapendo se e' gia' arrivata per altri canali
marco
LETTERA APERTA alle/ai promotori della petizione “Siria No war”
Carissime/i amiche e amici di Peacelink,
abbiamo ricevuto da diverse
persone che stimiamo la richiesta di firmare l’appello da voi proposto
contro qualsiasi intervento militare in Siria. Abbiamo deciso –
singolarmente e come organizzazione politica – di non aderire al vostro
appello e vogliamo brevemente spiegarvene i motivi.
Naturalmente siamo
contrari a qualsiasi intervento straniero in Siria, così come lo
eravamo contro quello in Libia (lo dimostrano i nostri comunicati già
dallo scorso febbraio e marzo e le manifestazioni che abbiamo
contribuito a organizzare il 20 marzo a Milano e il 2 aprile in diverse
città), pur condividendo le ragioni di chi nel febbraio si era
ribellato al regime di Gheddafi..
Non condividiamo invece in alcun
modo le motivazioni che sostenete nella petizione e soprattutto
riteniamo sbagliato e inefficace rispetto lo stesso obiettivo che si
prefigge l’appello tacere della repressione che il regime siriano
compie da sempre e in particolare in questi ultimi mesi contro la
rivolta popolare. E questo è il secondo motivo di disaccordo: il vostro
appello sottolinea decisamente il carattere “etrerodiretto” e
“autoproclamato” della rivolta siriana: non siamo assolutamente d’
accordo.
La rivolta popolare in Siria è iniziata mesi fa in molte
città siriane con la richiesta di libertà, dignità e democrazia. A
queste richieste – giuste e condivisibili – il regime di Bashar El
Assad ha risposto con la repressione violenta: non ci interessa il
conteggio dei morti, ma questi ci sono stati come dimostrano migliaia
di filmati autoprodotti (per questo dimostrazione del “complotto”?);
così come sono certi gli arresti – ammessi poi dallo stesso regime
quando ha scarcerato migliaia di prigionieri che negava di avere; così
come sicuri sono gli omicidi, i pestaggi, gli arresti di giornalisti,
vignettisti, oppositori....
Le ragioni della rivolta non possono
essere nascoste dagli obiettivi di alcuni soggetti politici – interni
ed esterni – che vogliono approfittarne per una loro propria agenda.
Non vogliamo farla lunga. Pensiamo che un appello contro qualsiasi
intervento straniero in Siria che non parta dalla solidarietà – umana,
politica e attiva – alla rivolta siriana e che non veda nella caduta
del regime di Assad e in una maggiore partecipazione popolare alla vita
politica siriana l’obiettivo di una sinistra pacifista degna di questo
nome non sia capace nemmeno di opporsi all’intervento straniero.
Non
possono essere considerazioni “geopolitiche” a guidare la nostra
opposizione alla guerra – come se il popolo siriano dovesse essere la
vittima sacrificale delle alleanze regionali e dello scontro (reale)
tra il protagonismo filoimperialista dei paesi reazionari arabi (Arabia
Saudita, Qatar ecc...) e l’alleanza intorno all’Iran, vero obiettivo
dello scontro.
Per difendere le popolazioni della regione dalle
politiche imperialiste non possiamo in alcun modo diminuire la nostra
solidarietà a chi si oppone, in Iran, Siria – come in Palestina, in
Egitto, in Bahrein.
Saremo comunque vigili e attenti di fronte a
qualsiasi escalation voluto dalla Nato e dai suoi alleati nella regione
e non mancheremo di manifestare con voi contro la minaccia o la
prospettiva di interventi militari esterni.
Vorremmo che anche voi
foste con noi insieme alle comunità siriane che manifestano anche in
Italia – spesso sole, come avviene per le altre comunità arabe in
questi mesi in Italia – per la libertà del popolo siriano.
Flavia D’
Angeli, Piero Maestri e Franco Turigliatto – portavoce Sinistra Critica
---------------------------------------------------------------------
Visita il sito di Sinistra Critica Livorno
http://www.sinistracriticalivorno.it
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Carissime/i amiche e amici di Peacelink,
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persone che stimiamo la richiesta di firmare l’appello da voi proposto
contro qualsiasi intervento militare in Siria. Abbiamo deciso –
singolarmente e come organizzazione politica – di non aderire al vostro
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Naturalmente siamo
contrari a qualsiasi intervento straniero in Siria, così come lo
eravamo contro quello in Libia (lo dimostrano i nostri comunicati già
dallo scorso febbraio e marzo e le manifestazioni che abbiamo
contribuito a organizzare il 20 marzo a Milano e il 2 aprile in diverse
città), pur condividendo le ragioni di chi nel febbraio si era
ribellato al regime di Gheddafi..
Non condividiamo invece in alcun
modo le motivazioni che sostenete nella petizione e soprattutto
riteniamo sbagliato e inefficace rispetto lo stesso obiettivo che si
prefigge l’appello tacere della repressione che il regime siriano
compie da sempre e in particolare in questi ultimi mesi contro la
rivolta popolare. E questo è il secondo motivo di disaccordo: il vostro
appello sottolinea decisamente il carattere “etrerodiretto” e
“autoproclamato” della rivolta siriana: non siamo assolutamente d’
accordo.
La rivolta popolare in Siria è iniziata mesi fa in molte
città siriane con la richiesta di libertà, dignità e democrazia. A
queste richieste – giuste e condivisibili – il regime di Bashar El
Assad ha risposto con la repressione violenta: non ci interessa il
conteggio dei morti, ma questi ci sono stati come dimostrano migliaia
di filmati autoprodotti (per questo dimostrazione del “complotto”?);
così come sono certi gli arresti – ammessi poi dallo stesso regime
quando ha scarcerato migliaia di prigionieri che negava di avere; così
come sicuri sono gli omicidi, i pestaggi, gli arresti di giornalisti,
vignettisti, oppositori....
Le ragioni della rivolta non possono
essere nascoste dagli obiettivi di alcuni soggetti politici – interni
ed esterni – che vogliono approfittarne per una loro propria agenda.
Non vogliamo farla lunga. Pensiamo che un appello contro qualsiasi
intervento straniero in Siria che non parta dalla solidarietà – umana,
politica e attiva – alla rivolta siriana e che non veda nella caduta
del regime di Assad e in una maggiore partecipazione popolare alla vita
politica siriana l’obiettivo di una sinistra pacifista degna di questo
nome non sia capace nemmeno di opporsi all’intervento straniero.
Non
possono essere considerazioni “geopolitiche” a guidare la nostra
opposizione alla guerra – come se il popolo siriano dovesse essere la
vittima sacrificale delle alleanze regionali e dello scontro (reale)
tra il protagonismo filoimperialista dei paesi reazionari arabi (Arabia
Saudita, Qatar ecc...) e l’alleanza intorno all’Iran, vero obiettivo
dello scontro.
Per difendere le popolazioni della regione dalle
politiche imperialiste non possiamo in alcun modo diminuire la nostra
solidarietà a chi si oppone, in Iran, Siria – come in Palestina, in
Egitto, in Bahrein.
Saremo comunque vigili e attenti di fronte a
qualsiasi escalation voluto dalla Nato e dai suoi alleati nella regione
e non mancheremo di manifestare con voi contro la minaccia o la
prospettiva di interventi militari esterni.
Vorremmo che anche voi
foste con noi insieme alle comunità siriane che manifestano anche in
Italia – spesso sole, come avviene per le altre comunità arabe in
questi mesi in Italia – per la libertà del popolo siriano.
Flavia D’
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