R: [pace] Partigiani e "disertori" siriani
- Subject: R: [pace] Partigiani e "disertori" siriani
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Thu, 8 Dec 2011 21:05:08 +0000
- Importance: Normal
- Sensitivity: Normal
Annalisa, mi trovi pienamente concorde sull'attuazione della Carta dell'ONU, del capitolo VII li' dove si prevede una forza di polizia internazionale sotto comando ONU.
Non sarebbe avvenuto lo scempio dei bombardamenti Nato della Libia. La polizia in Italia non bombarda le citta'.
Alessandro
Cari amici/e di peacelink,
penso che liste come questa siano importanti per lanciare petizioni e proposte ed e' proprio questo quello che sto facendo.
Scrivere che io sostenga nei miei scritti la guerra o la guerriglia non e' corretto. Nei miei messaggi sostengo sempre una proposta politica di pace positiva che mi sta cuore da sempre e che mi fa sentire un po' erede - immensamente piu' modesta - di Bertha von Suttner, l'ispiratrice di Nobel per l'assegnazione di una parte del suo denaro guadagnato con l'invenzione della polvere da sparo a coloro che si distinguono in attivita' per la pace, la quale prima dello scoppio della prima guerra mondiale girava per tutta Europa cercando di persuadere attivisti e potenti sulla bonta' del progetto di costruzione di un ordine mondiale basato su diritti e istituzioni universali in grado di proteggere i popoli dalla guerra, soprusi e aggressioni.
A chi ama la pace e vuole eliminare la guerra dalla storia , ma anche a coloro che sono allarmati per la continua distruzione dell'ecosistema. l'innalzamento della temperatura, la rapina delle risorse naturali non rinnovabili, così come a quanti denunciano la crescente ingerenza dell'economia finanziaria transnazionale nelle decisioni degli stati e delle democrazie liberali, dico oggi piu' che mai della necessita' di portare avanti la costruzione DAL BASSO del processo di internazionalizzazione dei diritti umani (perche' i diritti civili miei sono legati indissolubilmente a quelli dei popoli arabi, russo, cinese, africani, caro Sebastiano) e alla loro tutela universale attraverso organismi sovranazionali come la Corte penale internazionale e finalmente la predisposizione di una forza di polizia permanente delle Nazioni Unite democratizzate e dei popoli del mondo.
Percio' facevo riferimento ad esempio al movimento che sta scrivendo il testo condiviso di una Costrituzione mondiale.
Il testo (http://www.worldproblems.net/english/fec/constitution_federation_earth_eng_full_text.htm) e' stato rivisto durante l'Assemblea costituente mondiale tenutasi a Troia in Portogallo nel 1991 e sta circolando per il mondo raccogliendo ratifiche e proposte. Su questo argomento vedi anche: http://www.worldbeyondborders.org/chicagodraft.htm
http://www.radford.edu/gmartin/Parliament%20history.htm)
Sulla discussione con Alessandro sui Partigiani italiani, mi sembra assurdo per un pacifista (lo riconosci anche tu pero' lo fai) andare a richiamarsi al diritto di guerra , che come sai e' quello degli stati, e' il diritto umanitario scritto per rendere un po' meno brutale, selvaggia, la guerra che sempre tale pero' resta, secondo il quale sarebbe legittima solo la guerra contro gli occupanti stranieri! A prescindere dal fatto pacifico che non vorremmo mai la guerra, ed e' per questo che sostengo l'Onu e il processo di costruzione delle premesse istituzionali per la pace e la giustizia universale, come puoi scrivere che prima dell'8 settembre 1943
"non vi e' stata insurrezione armata ma anzi (nei casi che ho studiato io) un tentativo di riappacificazione e riconciliazione con i fascisti. La Resistenza armata e' stata prima di tutto una reazione a un'invasione straniera, non di un attacco al regime fascista, che era crollato. ?
A questo proposito, sulla questione del "Revisionismo storico sulla Resistenza, la negazione della guerra civile" Walter Pozzi scrive (Paginauno n. 6, febbraio - marzo 2008) http://www.rivistapaginauno.it/moratti.php
"Oggi, all’inizio del ventunesimo secolo, il concetto di rivalità di classe in Italia è stato totalmente debellato, anche solo come ipotesi remota, grazie a un lungo processo di rimozione storica e a un massiccio bombardamento politico mediatico. Ed è un peccato, perché il solo osservare la storia di allora secondo l’antinomia ‘guerra di liberazione/guerra civile’, cercando di comprendere le ragioni di coloro che politicamente hanno bisogno di negare quest’ultima, aiuterebbe a comprendere con maggiore facilità gli sviluppi storici di tutto il dopoguerra, il risorgere della mafia e le sue connivenze con politica e altri apparati statali, l’amnistia a vantaggio dei fascisti (nei fatti, se non nelle intenzioni) a opera di Togliatti (1), gli eccidi perpetuati dal ministro degli interni Scelba dal ’45 al ’50, la nascita di associazioni segrete come Gladio e la loggia massonica P2, i tre tentativi di colpo di stato del ’64, del ’70 e del ’72, il ricorso al terrorismo nero nel decennio che va dal 1969 al 1979 da parte degli industriali (attraverso cospicui finanziamenti), la responsabilità di componenti dello Stato nell’organizzazione di varie stragi, piazza Fontana compresa, il compromesso storico e l’autoannullamento della sinistra sfociato nella formazione del Partito democratico, venduta come moderna evoluzione del socialismo. (...)".
Ti racconto una storia gloriosa, le 5 Giornate della battaglia di Parma. Era l'agosto 1922 e Mussolini aveva messo in atto la Marcia su Roma e preso il potere.
L'altra sera l'ho raccontata nel mio stentato francese ad una componente del gruppo di giovani parte della March to Athens che con le tende era accampato proprio "all'ombra del partigiano" in piazzale della Pace (ex piazzale della Pilotta). Ho spiegato come Parma si sia distinta in Italia per aver lottato con le armi e erigendo barricate contro l'avvento del regime; che tutta la citta' operaia (Oltretorrente) era in rivolta e che le squadracce mandate da tutte le citta' dell'Emilia e anche dal Veneto e dalla Lombardia, capeggiate adirittura da Italo Balbo, non sono riuscite ad avere la meglio della rivolta e che sono dovute fuggire dalla citta' in mano ai rivoltosi, poi messa sotto assedio dall'esercito del nuovo regime insediatosi al potere e aveva dovuto capitolare il successivo mese di Ottobre '22. Abbiamo finito la serata ballando e cantando Bella Ciao e altre canzoni rivoluzionarie in cerchio sul prato della Pilotta al suono della fisarmonica di un giovanissimo francese marciatore (vorrei precisare che la marcia si ispira a principi di non-violenza, vedete il sito ) .Qualcuno dira' che cosa c'entra questo con la Siria...
In Siria, cari amici, LA GUERRA E' GIA' IN ATTO DA MESI per i dimostranti che ogni venerdi' si riuniscono a protestare contro il governo che vengono picchiati e uccisi senza alcuna pieta', per le citta' assediate, isolate, senza elettricita', gas, comunicazioni telefoniche e questo ancor prima che arrivassero le sanzioni della Lega Araba. Per i prigionieri politici la guerra E' LA GUERRA DEL REGIME CONTRO IL SUO POPOLO CHE CHIEDE LIBERTA' E DIRITTI. Poi arrivano tutti gli altri, con le loro armi, addestratori, petizioni, alleanze e sostenitori di questo e quello.
Rispetto a questo film della tragedia annunciata purtroppo gia' visto da troppi anni, ho scritto:
cari pacifisti, cari amici e amiche, compagni di un percorso che credo comune, che ne direste se invece di dire solo no all'intervento militare straniero, osservatori internazionali, trattative e dialogo, si cominciasse finalmente a chiedere l'attuazione della Carta dell'ONU, del capitolo VII mai realilzzato, una polizia internazionale sotto comando ONU? Che superi la NATO e le coalizioni militari tra gli Stati interessati geopoliticamente a soffiare sul fuoco? Che superi anche i CASCHI BLU che a Sebrenica ad esempio non hanno potuto ne' voluto impedire il massacro della popolazione civile perchè non avevano il "mandato" di usare le armi nelle loro regole di ingaggio, e che comunque dipendono sempre dalla benevolenza (o interesse) delle nazioni che di volta in volta acconsentono ad istituirle?
Invece, sembra che preferiate puntare il dito, come fa il giornalista Paolo Sensini, in merito ai fatti della LIBIA, contro la “religione dei diritti umani” e l' “umanitarismo bombardatore” http://www.eurasia-rivista.org/12310/12310/ rischiando così spero involontariamente con il sostenere le ragioni statualiste del principio della sovranita' nazionale e di non intervento negli affari interni di uno stato, non importa se in questo preciso momento esso attui una repressione inumana contro le opposizioni.
"Tra uccidere e morire c'è una terza via: vivere" faceva dire Christa Wolf a Cassandra. Tra il sostenere Assad o sostenere gli stati stranieri che vogliono la guerra per interessi strategici globali o regionali, io sostengo i diritti umani e le richieste di chi dimostra pacificamente ma anche dei disertori e necessita di una forma di protezione internazionale. Io voglio vivere il sogno che Anchise trasmise ai giovani: "come si sogna restando con i piedi per terra" !
Buona giornata
annalisa roveroni
PS: Infine a Marinella Correggia che non crede che io abbia lottato contro le guerre del Golfo, rispondo (anche se e' spiacevole dover dimostrare il proprio attivismo pacifista quale legittimazione all'intervenire nella lista) brevemente che nel 91, durante la prima guerra, coordinavo la"" Rete di iniziative contro la guerra" della citta' di Padova, che si riuniva nella casa ecopacifista Arcobaleno. E che durante l'ultima guerra, quando gia' ero qui isolata per scelta tra le montagne dell'Appennino a fare agricoltura e ecovillaggi - spero - avevo mandato a Padova alla sede di Beati i costruttori di pace, la mia vecchia associazione di riferimento, il testo in inglese di una petizione alla Corte penale internazionale per la messa sotto accusa dell'Italia e della Coalizione, petizione che avevo scritto io stessa documentando le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario perpetrato in Iraq e in paticolare a Fallujia dalla coalizione internazionale e anche dai militari italiani, con l'uso contro i civili ad esempio di un'arma chimica vietata come il fosforo bianco, ma questa mia iniziativa non e' stata presa in considerazione da Albino e dalla segreteria di questa associazione, che non mi ha degnata neppure di una risposta scritta! Forse soltanto perchè ero lontana fisicamente, oppure perchè non e' possibile seguire tutte le giuste cause del mondo, e loro erano così impegnati in Africa!Ma mi dispiace molto doverlo dire e potete pensare che sofferenza solo ricordarlo...
>----Messaggio originale----
>Da: a.marescotti at peacelink.it
>Data: 07/12/2011 18.35
>A: "Lista pace Peacelink"<pace at peacelink.it>
>Ogg: [pace] Partigiani e "disertori" siriani
>
>E' partito incompleto e per errore il messaggio precedente, in risposta ad Annalisa Roveroni.
>
>Volevo aggiungere che la paragonare la Resistenza partigiana alla rivolta armata siriana significa essere completamente fuori strada e non avere compreso nulla - ma proprio nulla - della storia del nazifascismo.
>
>Le azioni militari dei partigiani italiani (sia quelle di difesa sia quelle di attacco) erano una reazione a truppe occupanti e quindi pienamente legittima sul piano del diritto bellico.
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>Sto parlando non di etica ma di legittimita' sul piano solo e strettamente della legittimita' del diritto di guerra (un argomento che non mi piace ma che ho studiato).
>
>Dire che i "partigiani siriani" fanno imboscate come le facevano i partigiani italiani e trarne gli elementi per fare analogie e' un pessimo approccio alla storia. L'insurrezione armata partigiana comincia infatti dopo l'8 settembre 1943, data dell'invasione delle truppe hitleriane in Italia. Prima non vi e' stata insurrezione armata ma anzi (nei casi che ho studiato io) un tentativo di riappacificazione e riconciliazione con i fascisti. La Resistenza armata e' stata prima di tutto una reazione a un'invasione straniera, non di un attacco al regime fascista, che era crollato.
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>I fascisti repubblichini di Salo' venivano colpiti in quanto facevano da sostegno all'invasione nazista. Quindi il paragone con la Siria non regge in alcun modo.
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>Oggi attaccare con lanciarazzi i palazzi del governo a Damasco non e' un'azione legale e non e' soprattutto un'azione che serva al negoziato e alla tutela dei diritti umani. E' solo una deriva armata che destabilizza le trattative. Le trattative si fanno con le tregue, non con i lanciarazzi e gli attacchi ai palazzi del potere.
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>Una strategia di guerriglia in Siria puo' essere approvata dagli Stati Uniti o dalla Turchia. Ma non e' la strada adatta se vi vuole arrivare ad attivare un negoziato che porti alla cessazione delle violenze del regime (con osservatori internazionali indipendenti) e anche a libere elezioni (e possibilmente anche a consentire la guida delle auto alle donne nella democratica Arabia Saudita...).
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>Il discorso e' cosi' semplice da capire che non lo afferra solo chi ha simpatia per la guerriglia e la soluzione armata (magari ricorrendo all'argomento elegante del "diritto di resistenza" del filosofo John Locke).
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>Ma attenzione a non dare l'aureola della liberta' a questi guerriglieri siriani. Gia' abbiamo dato tren'anni fa l'aurelola della liberta' ai "partigiani" talebani afghani dotati di lanciamissili spalleggiabili Stinger pagati dalla Cia (gia'!) e addestrati in Gran Bretagna (gia'!).
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>Anche allora abbiamo dovuto assistere ad assurde comparazioni e analogie fra le guerre sponsorizzate dalla Cia e la Resistenza al nazifascismo. E per anni dopo la sconfitta dei sovietici, l'Afghanistan e' stato il regno dei partigiani della liberta', un po' come oggi succede per la Libia.
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>Ci hanno imbrogliato alla grande gia' allora, ma se allora avessimo fatto ,una discussione pubblica di questo tipo, io sarei stato attaccato duramente perche' non lodavo i valorosi partigiani talebani.
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>Credo che la storia non insegni nulla se continuiamo cosi'.
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>In Siria e' in atto una insurrezione armata con 15-20 mila uomini bene armati, riforniti dal confine della Turchia e che godono del sostegno degli Stati Uniti, come piu' volte in questa lista e' stato documentato, senza smentita. Del resto gli Usa e la Turchia non fanno alcun mistero che il loro obiettivo e' un cambio di regime da effettuare anche sostenendo la rivolta armata in atto.
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>Se queste sono le premesse il negoziato e' semplicemente impossibile: l'unico sbocco e' una guerra simile alla Libia.
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>E ogni discorso sui diritti umani e' "decorativo": lo sbocco e' la guerra.
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>A noi in questa lista non sta bene che si percorra questa strada.
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>Se a qualcuno sta bene che si arrivi alla guerra noi non lo vogliamo convincere a tutti i costi ma la lista pace non verra' ribattezzata guerra at peacelink.it o rivoluzione at peacelink.it o guerriglia at peacelink.it ne' peacelink ne creera' di simili.
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>In questi anni per colpire Milosevic, poi Saddam, poi Bin Laden, poi Gheddafi, ogni volta si e' usato il paragone con Hitler. Bene: questa e' propaganda bellica, di cui la storia e' piena, ma non e' storia.
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>La tragedia del nazifascismo e' unica.
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>Fare accostamenti con i fatti attuali e' l'annichilimento della comprensione storica.
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>Il terribile carico di dolore che ha provocato una guerra con 22 milioni di morti militari e 48 milioni di vittime fra i civili non ha paragoni.
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>Per cui fare paragoni fra la lotta al nazifascismo e la Siria (o la Libia, il Kosovo, ecc.) significa non avere il senso della storia, non capirne il senso e non farlo capire agli altri.
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>Certamente il dolore di un solo torturato nelle carceri siriane non puo' essere passato sotto silenzio e grida giustizia.
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>Ma non ne facciamone il pretesto per l'ennesima guerra sponsorizzata dagli Stati Uniti che hanno addestrato i torturatori di mezzo mondo nella propria Scuola delle Americhe. Oggi Fra Luis Vitale va a interrompoere le lezioni di questa scuola e lo arrestano. Nessuno ne parla. Non e' una notizia. Su PeaceLink mettiamo i resoconti degli arresti di questo francescano. Ma non suscitano ondate di indignazione. Come non suscitava ondate di indignazione Gheddafi quando faceva torturare i prigionieri di alQaida che Usa e GB passavano per evitare di infrangere le leggi nazionali.
>
>Scusa Annalisa, ma questa ipocrisia della "storia dimenticata" e' uno schiaffo all'intelligenza di tutti noi.
>
>Alessandro
>www.peacelink.it
>
>--
>Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink.
>Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
>Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/pace
>Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/pace
>Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
>http://web.peacelink.it/policy.html
>
>
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