firma e partecipa




"L'ITALIA SONO ANCH'IO" CAMPAGNA NAZIONALE DI CITTADINANZA 

Fai sentire la tua voce, firma e partecipa

2 Dicembre 2011 Palazzo Ducale, ore 14:00-17:30

per dare la cittadinanza ai ragazzi nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri, e per introdurre il diritto di voto alle amministrative ai cittadini che lavorano e vivono in Italia regolarmente da più di cinque anni


Inoltre si può firmare presso
URP – provincia di genova
SALITA SANTA CATERINA 52 R - 010 549 9456
lunedì, martedì,mercoledì, giovedi, dalle 09:00 alle 13:00
lunedì, mercoledì giovedì dalle ore 14:30 alle 16:00

Il giorno 30 novembre 2011 22:38, semprecontrolaguerra <semprecontrolaguerra at gmail.com> ha scritto:
espulso il gesuita del dialogo:
http://www.famigliacristiana.it/chiesa/news_1/articolo/siria-esplusione-per-padre-dall-oglio_301111150045.aspx

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venti di guerra che potrebbe dilagare; non credo sarà come in Libia, sarà peggio

http://temi.repubblica.it/limes/la-siria-hezbollah-e-quei-razzi-davvertimento-su-israele/29756

La Siria, Hezbollah e quei razzi d’avvertimento su Israele

di Lorenzo Trombetta
RUBRICA DAMASCO-BEIRUT. I razzi piovuti su Israele dal Libano meridionale, regno di Hezbollah, servono a Damasco e al Partito di Dio a ricordare le implicazioni regionali dell'ipotetica fine del regime di Assad. Vecchia strategia, con una novità: i Grad sono più pericolosi dei katiuscia.

(Carta di Laura Canali tratta da Limes Qs 2/06 "Israele contro Iran")

Il sud del Libano è notoriamente controllato da Hezbollah. Il movimento sciita anti-israeliano si erge in quel territorio a difesa della sua comunità, del Libano intero, e di tutta la nazione arabo-islamica.

 

Da un angolo di sud del Libano, nel settore centrale della Linea Blu di separazione con Israele, qualcuno martedì notte ha sparato alcuni razzi di tipo Grad nella Galilea settentrionale, senza causare vittime ma solo alcuni danni a edifici. I razzi - secondo l'esercito libanese - sono stati sparati da un campo nei pressi di Rmeish, località a maggioranza cristiana a ridosso della Linea Blu.


La risposta israeliana è stata immediata: quattro razzi sono stati esplosi poco prima dell'alba in direzione di Aita Shaab - nei pressi di Rmeish - da dove, secondo i calcoli israeliani, sarebbe partito l'attacco. Israele ha accusato il governo libanese di esserne il responsabile, la missione Onu schierata nell'area ha invitato le parti alla calma, mentre da Hezbollah non si è avuta nessuna reazione ufficiale. La tv del movimento armato sciita, al Manar, si è limitata a riportare la notizia, dando ampio risalto ai quattro razzi esplosi da Israele e affermando che erano in risposta al lancio di uno solo, sparato dal Libano.

In passato si sono già verificati episodi simili. Razzi sparati da "ignoti" dal sud del Libano contro la Galilea. Successivamente, le autorità libanesi o l'Unifil avevano concluso che si trattava di gruppuscoli palestinesi o di fondamentalisti islamici ispirati ad al Qaida. Ieri come oggi è però difficile immaginare che nel territorio di Hezbollah qualche cellula non legata al movimento sciita possa agire indisturbata, compiendo un'azione che potrebbe scatenare una nuova guerra proprio tra lo Stato ebraico e il Partito di Dio.


Il lancio di razzi katuscia verso Israele in passato si è invece dimostrato un espediente efficace per mandare messaggi e avvertimenti non tanto al nemico esterno (Israele), quanto ai rivali libanesi e arabi degli stessi Hezbollah e dei suoi alleati, Siria e Iran.


La differenza con gli altri attacchi del 2009 e degli anni precedenti è il tipo di razzo: i Grad hanno dimensioni maggiori dei katiuscia, e sono progettati per causare maggiori danni. Chi ha sparato non ha escluso l'ipotesi di uccidere civili israeliani. Dopo le recenti esplosioni a Tiro, nel sud del Libano, in due locali frequentati da ufficiali dell'Unifil - avvenute in corrispondenza dell'aumento delle pressioni occidentali contro il regime siriano responsabile della repressione nel paese - questo lancio contro Israele assomiglia a un avvertimento.


"Se la sicurezza della Siria sarà minacciata, lo sarà anche quella di Israele", aveva ammonito nei mesi scorsi Rami Makhluf - miliardario cugino del presidente Bashar al Assad, indicato come il banchiere del sistema di potere di Damasco - in un'intervista al New York Times.


Con la corda occidentale, araba e turca che si stringe di giorno in giorno attorno agli al-Asad, lo scenario di una guerra regionale tra Israele e il mondo arabo-islamico sarebbe per i potenti di Damasco come un rigore ottenuto a proprio favore al novantaquattresimo minuto di una partita di calcio.


Il Grad lanciato martedì notte era però - appunto - solo un avvertimento, inviato col beneplacito di Hezbollah, dominus delle campagne sud-libanesi. Israele, che per il momento non sembra intenzionata a riaprire il fronte di guerra, ha capito di non essere il vero destinatario e ha di fatto lasciato correre: lo Stato ebraico ci ha abituato a reazioni ben più sproporzionate.


Nemmeno il movimento sciita ha ora interesse a combattere a viso aperto, come avvenne cinque anni e mezzo fa, col suo nemico ufficiale. Dal canto suo però, consentendo a Damasco di inviare un avvertimento ai leader delle monarchie del Golfo, in primis l'Arabia Saudita, ai turchi, agli europei e agli americani, Hezbollah ha inviato un messaggio analogo ai suoi rivali libanesi.


Con l'approssimarsi della resa dei conti in Siria, il rumore sordo della battaglia si avvicina al paese dei Cedri. Martedì notte è suonata un'altra campana di allerta.





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Rachid Khay
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