Non riesco a fare una vita normale con i
carrarmati che cannoneggiano la terra più amata.
Non riesco, malgrado non
posso evitare di provarci, a concentrarmi nè a distrarmi.
Non
riesco.
Foto di Valentina
Perniciaro _cupolette damascene_
Non riesco ad accettare questo silenzio: e
quando parlo di silenzio, io, non parlo di Nazioni Unite, non parlo di organismi
internazionali né di bombardatori per diletto e professione.
Parlo di noi,
dei compagni, di quelli sangue del sangue … di quelli con cui ho sempre pensato
che sarebbe stato facile condividere le gioie e le sconfitte,
condividere la
rabbia e l’indignazione, condividere la conoscenza e quindi la solidarietà,
l’azione collettiva, la coscienza di essere parte di un qualcosa di grande, di
enorme, un qualcosa che non abbia frontiere, barriere, etnie o padroni.
E
invece?
Invece io mi sento sola, da quando i carri armati del macellaio
Bashar al-Assad e di quel boia di suo fratello stanno calpestando una
popolazione che conosco più di tante altre, che amo più di tante altre, che
rispetto nella sua complessità e che provo con molta umiltà a capire e
conoscere.
E invece?
E invece son circondata dallo stesso “sangue del mio
sangue” che mistifica una verità che pensavo chiara da decenni, per
tutti.
C’è la continua difesa del regime; un continuo domandarsi ” ma questi
chi li muove, a chi fa comodo” e bla bla bla bla.
Un po’ quello che il
Partito Comunista Italiano faceva nei confronti di tutte le organizzazioni
armate che si son mosse su suolo italiano.
Parlavano di Cia, di
infiltrazioni, di mani lunghe e straniere che muovevano le fila del
tutto.
55.000 anni di carcere alla generazione che ha vissuto gli anni ’70,
eppure a sentire il PCI erano tutti infiltrati, tutti dei servizi, tutti venduti
“all’ammmericani”…tanto che molti stanno ancora in galera (si sa che gli agenti
CIA scontano 30, 32, 35 anni di carcere)
Qui ci sono stati decine
di migliaia di arresti, non c’è famiglia siriana che non ha un caro detenuto, o
ferito, o sottoterra.
Eppure noi pensiamo solo a blaterare sul “ma perché
scendono in piazza? A chi fa comodo?”
Sono sconcertata.
Sconcertata da chi mi
aggredisce urlandomi contro che sono una stupida imbambolata davanti a
“tagliagole della fratellanza musulmana mossi dalla CIA” e come prova di questo
mi parla di Hassan Nasrallah e degli Hezbollah, che l’altra settimana hanno
avuto una rivolta popolare contro in un villaggio libanese perché hanno
assaltato e incendiato un negozio di alcolici.
Gente che si definisce contro
i preti però se parlano Hamas ed Hezbollah è oro colato, mentre migliaia di
uccisi e arrestati so’ tutti “servi degli americani e del Mossad”.
Ancora??
Ma perché non apriamo un po’ gli occhi?
Smettiamola di parlare di Libia e
Siria perché son due MONDI diversi, son due fronti internazionali completamenti
diversi e gli interessi in gioco non si assomigliano lontanamente: smettiamola
di buttare tutto in un calderone e giudicare tutte quelle persone delle stupide
marionette in mano degli americani ( ma quindi, fateme capì, anche noi eravamo
marionette stupide e asservite nel ’43? bha).
Smettiamola di non mettere in
conto la rabbia e la frustrazione di chi vive in quel territorio, di chi c’è
nato, di chi vorrebbe tutt’altro tipo di accesso alla libertà, ad ogni tipo di
libertà.
meglio che non scrivo, meglio che chiudo questa
pagina.
Vorrei solo sapere di avere la mia “famiglia”, la mia gente, il mio
sangue, schierato A PRIORI contro i tank di un regime,
schierato a priori
contro la galera, la tortura, l’assedio e i soprusi del partito Baath.
Vorrei
che la si smettesse di pensare che difendere Assad vuol dire esser
antimperialisti: perché è la più grande idiozia immaginabile.
Mai la Siria ha usato nemmeno un decimo della
violenza di questi giorni contro Israele: è stata in grado di farlo, nella sua
storia, solo contro i palestinesi in Libano e contro i siriani, a casa loro…ma a
quanto pare in troppi se lo dimenticano costantemente e preferiscono credere ai
sermoni di Stato, alla propaganda di un regime che sta lì da decenni, sul sangue
dei palestinesi, dei comunisti, dei dissidenti…. e così via…
amo quella terra
come non ho mai amato nessun luogo al mondo.
e amo il suo popolo, che tanto
m’ha insegnato e che non sta smettendo di
farlo