Re: [pace] Re: [pace] Impegno sulla Libia, 1), 2), 3), 4), 5) (scusate se è lungo)



Concordo con l'intervento di Alberto Cacopardo e, in particolare, sulla pressione da esercitare in sede di tribunale internazionale dell'Aja
Dante Bedini

Il giorno 31 ottobre 2011 17:00, Alberto Cacopardo <alberto.cacopardo at alice.it> ha scritto:
Scusate, ma non vedo proprio cosa ci possa entrare il Procuratore della Repubblica di Roma con una violazione della Costituzione, per la quale non è prevista proprio alcuna "denuncia" da parte di cittadini, né alcun intervento delle procure. Il problema di come perseguire le violazioni dell'art. 11 è stato discusso da anni, ma per ora, che io sappia, nessuno ha trovato una soluzione.
Aggiungo quanto al punto 5) di Marinella, che né Russia né Cina avrebbero mai potuto rimuovere il "mandato Onu alla Nato" (che non era un mandato alla Nato) senza il consenso degli Stati Uniti.
Se c'è un'azione che si possa fare adesso con qualche probabilità di efficacia è premere sul Procuratore del Tribunale Penale Internazionale dell'Aia Luis Moreno Ocampo perché, in base al mandato della risoluzione 2016 del 27 ottobre, e in base alle dichiarazioni del portavoce del CNT Ghoga lo stesso giorno, agisca contro i responsabili di tutti i crimini di guerra commessi dagli insorti, cosa, questa sì, che è giuridicamente più che praticabile.
Torno a ripetere che la risoluzione 2016 ha creato una situazione giuridica del tutto nuova in base alla quale il perseguimento di quei crimini è diventato tecnicamente possibile. Se mai nascesse una rete per la verità sulla Libia, questa è la prima cosa di cui dovrebbe occuparsi.
E torno ad allegare il link all'analisi di quella risoluzione, invitando gli interessati a guardarla, dato che nessuno sembra essersi ancora accorto della sua importanza a questo scopo.
Il perseguimento dei crimini in Libia è una questione molto seria,in cui tutti ci dovremmo sentire coinvolti. Pochi hanno notato, per esempio, che la Croce Rossa ha dichiarato di aver scoperto a Sirte 267 cadaveri di gheddafisti uccisi dopo la cattura. Questa sì che è una fossa comune... Insisto peraltro che, sebbene sia altamente probabile che i crimini degli insorti siano più gravi di quelli dei gheddafisti, l'ultima cosa da fare è fingere che questi ultimi non ne abbiano commessi. Il problema è semmai che i responsabili sarà difficile trovarli in vita.
alberto cacopardo
 
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Sent: Monday, October 31, 2011 11:05 AM
Subject: Re: [pace] Impegno sulla Libia, 1), 2), 3), 4), 5) (scusate se è lungo)

per non impazzire con le firme mi pare basti fare copia della identica denuncia e spedirla ognuno con la propria firma per raccomandata con rr allo stesso indirizzo (Proc. Rep di Roma, meglio se con il nome del Proc. o di un vice Proc.)
michele
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From: Mari Cor
Sent: Monday, October 31, 2011 10:20 AM
Subject: [pace] Impegno sulla Libia, 1), 2), 3), 4), 5) (scusate se è lungo)

Vi scrivo mentre troppo tardi le "organizzazioni per i diritti umani" scoprono le schifezze dei nuovi padroni della Libia, dopo NON aver condannato per mesi la NATO. ieri Human Rights Watch ha divulgato un rapporto sulla pulizia etnica fatta dai nuovi padroni della Libia a danni di un'intera città di neri, Tawergha, tuttri deportati e derubati e malmenati quando non uccisi, un genocidio  che quando venne fuori dal Wall Street Journal (!) a giugno non se la filò nessuno salvo i neri d'America).
 
1) Spero che l'avvocato al quale ho chiesto di scrivere la nostra denuncia (di cittidini italiani) per violazione dell'art. 11 mi risponda presto! Vi dirò, bisgna anche capire come raccogliere le firme dei denuncianti.
 
2) Ho riagganciato i rapporti con avvocatesse libiche dei Comitati popolari incontrate a Tripoli agli inizi di agosto quando stavano mettendo insieme i files sui crimini di guerra della Nato. Adesso con Sirtte e le ultime stragi se ne sono aggiunti molti altri. Per un po', cioè in settembre e ottobre, sono state zitte rischiando la vita o il carcere, ma con coperura internazionale possono riprendere credo. Loro vanno aiutate per una causa internazionale contro la Nato e il Cnt. Se mai riuscirò ad avere il visto (ma visto quel che ho scritto e fatto negli ultimi sette mesi e visto il mio visto precedente, sarà ben difficile a meno che non siano distratti) andrò ad aiutarle. C'è in Libia anche un avvocato statunitense allo stesso scopo. Inoltrre si sta contattando la Croce rossa internazionale per la protezione di alcune persone davvero a rischio di vita, come il dr. Dorda, che apparteneva al passato regime e che non ha voluto dignitosamente abiurare e per questo dopo essere stato catturato (a casa sua) e ferito, è imprigionato e i parenti temono per la sua vita. Di casi così,  di sparizioni, ce ne sono a bizzeffe. La Libia è ormai un campo di sterminio. Che dice chi qui "da sinistra" e "dai movimenti" inneggiava ai "liberatori alleati della Nato" (già un ossimoro, un movimento di liberazione che vince grazie alla Nato)?
 
3) Spero che con i paesi che hanno contrastato questa guerra (tutti NON occidentali) e con i movimenti popolari di quei paesi e con i pochi soggetti che si sono opposti alla guerra qui nel Nord globale, si riuscirà a fare una Rete per la verità sulla Libia e contro le guerre occidentali. Vi terrò al corrente.
 
4) Cerchiamo di evitare che non succeda la stessa cosa in Siria (avete visto che gli oppositori cominciano a chiedere la no-fly zone e i media mostrano in tutta evidenza i loro cartelli? Se la nato non interverrà è solo perché - come ha scritto Debka files - in Libia hanno fatto molti errori militari). Mi parrebbe buono coinvolgere delle entità religiose in una specie di azione di mediazione. C'era un'intervista a mère Angès de la Croix, una monaca che vive là...Qualcuno ha dei contatti?
 
5) Rincrescimento. Nel rimuginare su quel che si sarebbe potuto fare e non ci è venuto in mnte di fare, ho pensato che la campagna inventata da alcuni di noi sugli stati non belligeranti che sedevano al consiglio di Sicurezza era una buona idea ma anzoiché con email andava declinata in maniera tosta: sciopero della fame (anche di pochissimi) davanti alle ambasciate di Russia e Cina in vari paesi affinché rimuovessero il mandato Onu alla Nato. Avremmo così appoggiato dal basso, in pochi ma con forza l'azione all'Onu (purtroppo non come membri del Consiglio di Sicurezza) di altri paesi pacifici come quelli dell'Alba, che invece NON avevano riscontri da parte dei popoli del Nord.
 
Ma del senno di poi son piene le fosse (di cadaveri di guerra)
 
 Marinella Correggia
 
 

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