per Alessandro Marescotti e per la Pace



Caro Alessandro,
 
ho accolto il tuo sfogo di disperazione di fronte alla barbarie più 
atroce.
All'inizio di questa guerra ti chiesi che fine avrebbe fatto il 
raìs.
Tutti noi forse ci saremmo aspettati un giudizio, la giustizia, 
l'appello ad un tribunale libico, al tribunale dell'Aja: un nuovo 
processo di Norimberga. Meglio: una riconciliazione.
Invece l'umanità è scaduta nell'abiezione più infima.
Del resto, torno a ribadire, che questo atto di oscenità è la 
risultante di un disagio sociale profondo di tutto l'occidente.
Invidia, competizione, corruzione, maschilismo, razzismo: tutti 
comportamenti e disvalori veicolati dai mass media che intaccano il 
"nostro" progetto educativo. Anche l'istituzione scolastica è sempre 
pronta ad additare il diverso, il più debole, il più fragile ed a 
escluderlo e a condannarlo...pensa al disagio tra colleghi, alla 
competizione sfrenata che poi si riversa inesorabilmente sugli 
atteggiamenti dei ragazzi.
Rispondo così (con queste riflessioni dei nostri cari Amici della 
Pace e della Nonviolenza, Navarra e Turquet) al tuo "grido di dolore" 
per far nascere una speranza dalla Scuola e dalle nuove generazioni, in 
un nuovo Patto Educativo intergenerazionale.
Ti ringrazio.
laura     

A cura di Alfonso Navarra e Olivier Turquet
Recensione de “Il Pensiero delle Differenze” e "Educazione e Pace" di 
Laura Tussi
La scuola deve formare all’incontro, all’accoglienza reciproca, al 
dialogo costruttivo, per risolvere i conflitti, a livello individuale e 
collettivo, per promuovere una predisposizione al rispetto di tutti i 
diritti per tutti.
http://www.peacelink.it/pace/a/34931.html

IL MIGRANTE CHE E’ IN OGNUNO DI NOI

Recensione de “Il pensiero delle differenze” di Laura Tussi

All'interno di una concezione nonviolenta, che mira all'educazione 
alla pace, Laura Tussi, docente e giornalista, donna fragile dalle idee 
forti, per come mi trovo a scoprirla nel rapporto professionale e nell’
amicizia che vado coltivando e sviluppando con lei, svolge la tematica 
del "pensiero delle differenze", il titolo del suo libro edito da 
Aracne (2011).

Secondo l’autrice, l’amata, ma anche criticata, istituzione 
scolastica deve formare all’incontro, all’accoglienza reciproca, al 
dialogo costruttivo, per risolvere i conflitti, a livello individuale e 
collettivo, per promuovere una predisposizione al rispetto di tutti i 
diritti per tutti: il sogno manifesto della vita di Laura, ben oltre la 
sfera dell’insegnamento.

Il pensiero delle differenze è, in tale orizzonte pedagogico, ma 
anche sociale,  un "sentire umanitario" che ha la forza di riconoscere 
il nomade e il migrante che è in ognuno di noi.

Questo al fine di "superare intolleranze e discriminazioni a favore 
di una cultura del conoscere volta al bene comune", recita la quarta 
pagina della copertina del libro che mi onoro di recensire 
consigliandone la lettura agli addetti ai lavori nella scuola; e a 
tutte le persone di buona volontà nonviolenta.

La Tussi sottolinea l'importanza del dialogo tra le differenze 
soggettive, psicologiche, identitarie nel tessuto sociale e 
comunitario.

Condividendo Herman Hesse di Narciso e Boccadoro afferma che: "la 
nostra meta non è trasformarci l'un l'altro, ma di conoscerci l'un 
l'altro e di imparare a vedere e rispettare nell'altro ciò che egli è: 
il nostro opposto ed il nostro completamento".

Per Laura Tussi l'intercultura è nonviolenta in quanto la nonviolenza 
è l'arte dell'ascolto, del dialogo, del compromesso.

La nonviolenza ha anche rapporti con il femminismo perchè riconoscere 
la soggettività della donna implica considerarne anche la differenza 
come valore.

La rilevazione della differenza sessuale come positività attribuisce 
diritto di cittadinanza culturale a tutte le altre differenze (etnica, 
culturale appunto, ma anche di età, di stato sociale e altro).

L’Autrice ritiene che il difficile problema della contemporaneità 
consista nell'assemblare il particolare e l'universale, il locale e il 
globale, evitando, al contempo, che l'universalità si trasformi in 
omologazione totalitaria; ma anche che la difesa della particolarità 
non degeneri in localismo, con il culto esasperato delle radici, in 
quella ossessione identitaria, causa di violente divisioni, di 
conflitti e di discriminazioni.

L'identitarismo esagerato fissa l'identità degli altri in stereotipi 
ai quali si attribuiscono caratteri di fissità e negatività, 
considerando in modo dispregiativo l'immigrato e il diverso.

La paura della differenza produce attribuzioni di identità 
svalutative e negative, creando insormontabili barriere mentali e 
simboliche, muri limiti e confini che legittimano e razionalizzano 
giudizi di inferiorità e pratiche di intolleranza, razzismo, 
sopraffazione  e violazione dei diritti imprescindibili della persona.

Il genere umano, nella visione della Tussi, possiede risorse e 
capacità creative inesauribili: è perciò del tutto concreta l’utopia  
della creazione di una cittadinanza planetaria, cosmopolita, 
internazionale attraverso l'educazione della trasmissione del passato, 
nel recupero della memoria storica e, al contempo, l'apertura della 
mente per accogliere il nuovo, il cambiamento, la diversità. Questo 
ponte che oltrepassa i confini del tempo e dello spazio è il centro 
della innovativa missione del pensiero delle differenze con la sua 
capacità di progettualità interculturale, da far vivere nel concreto 
dell’esperienza pedagogica.

Nessun popolo, secondo la Tussi, può arrogarsi il diritto di una 
priorità cronologica e superiorità qualitativa, perchè ogni civiltà si 
costituisce su un terreno interculturale, ossia come la risultante di 
interazioni transculturali: ogni cultura si è sempre formata grazie 
alla complessiva intermediazione con altri saperi, linguaggi, valori, 
fedi e culture diversi e differenti da sé.

La convivenza costruttiva all’interno dei singoli Stati democratici 
dovrebbe perciò essere promossa nella prospettiva della ricerca della 
pace universale, come processo che raccoglie lo sviluppo economico, la 
giustizia sociale, la difesa dell’ambiente, la democrazia, il rispetto 
della diversità e della dignità di ogni uomo.

L’importante riflessione di Laura Tussi sull'educazione alla pace, 
che si appoggia all'intercultura in quanto coinvolgente le differenze, 
combina creativamente e coerentemente teoria e pratica: è collegata al 
progetto "Per non dimenticare", da lei coordinato, ed organizzato 
dall'Istituto Comprensivo Prati di Desio.

Questo progetto si pone il traguardo di unire le forze democratiche 
in merito alle tematiche collegate al ricordo, al recupero della 
memoria storica e alla tutela dei diritti umani.

E' particolarmente interessante in esso la raccolta di 
videotestimonianze, interviste e documentazione inerenti la memoria dei 
campi di concentramento e di sterminio nazifascisti.

Questo aspetto tipico della sua sperimentazione pedagogica a me 
appare particolarmente significativo ed è quello da cui personalmente 
mi aspetto i risultati pratici e le scoperte teoriche più belle ed 
utili.

 Alfonso Navarra

 

La memoria e la diversità

 

Il libro "Educazione e Pace" Mimesis 2011, parla di diversità e 
memoria, collegandoli opportunamente al tema dell’educazione alla 
pace.

E’ un libro che parte da un’esperienza, un’esperienza animata da 
ideali: l’importanza della memoria e la valorizzazione della diversità 
culturale, etnica, sociale.

Due temi che configgono con la realtà di oggi dove si pretende di 
dimenticare e uniformare, dove il pensiero unico cerca di appiattire 
tutte le differenze.

Tra gli originari dell’America si suole dire che la Memoria sia ciò 
che consente la vita e che un uomo che ha dimenticato è un uomo morto. 
Semplici proverbi di una civiltà contadina, diranno i progressisti 
della Mac Donald’s? Verità sommerse, dimenticate dall’ homus 
consumatoris.

Nei giorni in cui scrivo queste poche righe un pazzo delirante ha 
sconvolto la civilissima Norvegia con le sue farneticazioni: ma queste 
non sono forse la punta dell’iceberg di una cultura uniformante che 
chiede sempre agli altri di comprendere la propria diversità, 
dimenticandosi di comprendere quella altrui?

E quanto dovremo ancora aspettare affinché si comprenda profondamente 
che la diversità è ricchezza e che da sempre l’umanità è andata avanti 
grazie alla diversità e al conseguente rinnovamento prodotto da tutte 
le diversità della storia?

Questi temi Laura Tussi sviluppa in questo libro, raccontando la sua 
esperienza e sintetizzando al meglio l’esperienza degli altri in quella 
convergenza della diversità che è sempre l’obiettivo dell’educazione 
alla pace e alla nonviolenza.

 

Olivier Turquet

http://www.youtube.com/lauratussi
 



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