Re: R: [pace] citazione



Non so cosa volesse dire con "resistenza clandestina e ostinata". Immagino: è rimasto nascosto, non  si è arreso. Quanto a "arresto": è un fatto, anche illegale: una persona comunque "presa", catturata. Però è vero che si dice arresto quello legale (giusto o ingiusto che sia). Ma Em. Er. dice bene, mi pare, sulla catena violenza-vendetta-violenza, e su tribunale invece di guerra. Ciao, Enrico

Il 23/10/2011 18:53, Alessandro Marescotti ha scritto:
Ma perche' Emilio Erikkson parla di "resistenza clandestina e ostinata di Gheddafi"?
Sembra di leggere Frattini.
La Corte Penale Internazionale puo' presentare una richiesta di arresto e consegna (art.89 dello Statuto).
Ma una cosa e' un arresto, un altra e' un assedio illegale che costituisce crimile speculare a quello per cui viene spiccato il mandato di arresto per Gheddafi?

Nell'arresto vengono tutelati i diritti dell'arrestato.

Credo che questa storia dovra' far riflettere molto di piu' sui profili di legittimita' di tutta questa storia.

Onu, Corte Penale Internazionale, Nato e Amnesty International hanno fatto appello all'arresto di un dittatore offrendolo nelle mani dei tagliagole.

Una pagina nerissima che getta un'ombra cupa non solo sulla vicenda specifica ma sulla retorica dei diritti umani che ha coperto una delle piu' raccapriccianti azioni di vendetta della storia recente.

Sia chiaro: l'azione verso Gheddafi era un atto di guerra. Nulla a che fare con un arresto.

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From: Enrico Peyretti <enrico.peyretti at gmail.com>
Date: Sun, 23 Oct 2011 13:06:22 +0200
Subject: [pace] citazione

Cito: "La vendetta è figlia di violenza e madre incestuosa di altra violenza. L'uccisione di Gheddafi arrestato e ferito è stata vile e maramaldesca. La resistenza clandestina e ostinata di Gheddafi alla ribellione è stata stolta. Se aveva ragioni per difendere le proprie azioni, doveva ricorrere al tribunale internazionale e coinvolgere i suoi complici. L'attaccamento cieco al potere è stolto e autodistruttivo, in Libia come in Italia".
Messaggio firmato: Emilio Eriksson.
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Ciao, Enrico