Re: [pace] Appello: Noi nonviolenti siamo il 99%



condivido al 99% quanto viene detto nella mail "Noi nonviolenti siamo il 99%". Ma forse ci si dimentica di alcune vicende successe in altri anni, Genova 2001 per tutte (ma se vuoi parliamo anche delle stragi di piazza Fontana, alllora ero già nel pieno della mia coscienza e partecipazione politica).
Laboratori di autoformazione ecc.: tutto bello, ma forse si tratta di fare i conti con la realtà del nostro paese, in cui il ministro della guerra, tanto per farti un piccolo esempio, era capobastone della banda di fascisti che picchiavano gli studenti in piazza San Babila a Milano, in cui militanti di casa Pound possono scorrazzare tranquillamente per Roma e altrove...
Vai a rileggerti la "Canzone del maggio" di Faber De Andrè e l'altra sua bellissima canzone "La domenica delle salme".
Forse, è anche il caso che ti rilegga un pò di Gandhi e di Tolstoj (ad esempio, il saggio sull'uccisione del "re buono" Umberto I da parte di Gaetano Bresci nel 1900: una critica all violenza, ma nel contesto storico e politico)
Meno prediche, per carità...
prof. Dante Bedini


 
Il giorno 19 ottobre 2011 17:57, manu <emanu1812 at gmail.com> ha scritto:

Appello: Noi nonviolenti siamo il 99%


La protesta del 15 ottobre si è svolta in 82 paesi del mondo in modo nonviolento, allegro e forte, unendo persone di ogni età e condizione.

Solo in Italia l’enorme manifestazione di Roma è degenerata in violenze inaudite, scatenate da un’infima minoranza (più o meno l’1% del totale di partecipanti): per l’ennesima volta un gruppetto di violenti ha imposto con cinismo e arroganza i propri metodi a una maggioranza che non li condivideva e si è nascosto dietro un corteo pacifico per “giocare alla guerra”, incurante delle conseguenze sulle persone e  sulle ragioni della protesta.

E’ vero, si poteva prevedere che finisse così, ma questo rafforza solo la convinzione che sia giunto il momento di fare chiarezza una volta per tutte: la violenza è ripugnante dal punto di vista etico e controproducente dal punto di vista dell’efficacia.

E’ venuto il momento di finirla con un atteggiamento ambiguo e tollerante verso i violenti e di dire ad alta voce che chi attacca la polizia, incendia auto, negozi e cassonetti e considera la guerriglia urbana un sacro esercizio rivoluzionario è lontano anni luce dalla sensibilità, dalle scelte e dalle convinzioni della stragrande maggioranza dei manifestanti del 15 ottobre.

Chi insiste nel suo disegno violento, intollerante e legato a schemi vecchi e superati va isolato con decisione.

E chi invece aspira a costruire un sistema radicalmente diverso da quello attuale, che abbia l’essere umano come valore centrale e la nonviolenza come fondamento etico, metodologia d’azione sociale e stile di vista personale, dovrà ricorrere alla creatività e al coraggio già mostrati negli ultimi mesi a Madrid, Atene, Tel Aviv, New York e in tanti altri luoghi.

Ora anche l’Italia dovrà fare la sua parte.

Laboratori di auto-formazione, eventi culturali, di informazione e sensibilizzazione che diffondano i valori  della nonviolenza sono solo alcune proposte iniziali, da arricchire con idee e contributi nuovi e diversi.

Non esiste una ricetta facile e già pronta per quello che ci proponiamo: il cambiamento dipenderà dalle risposte che sapremo dare, sia individualmente che come insieme sociale.

 

Mondo Senza Guerre e Senza Violenza

 

 

Per adesioni: info at mondosenzaguerre.org