Re: PERPLESSITA' ++ Re: R: [pace] Manifesto Nonviolento: proposta di Peacelink



    Dici bene, caro Tiziano: " Il meglio c'è, ma non ha rappresentanza nei palazzi". Lo so anch'io (e spero che quel meglio sia molto). Ma noi viviamo in due regimi: quello interiore della coscienza e quello esterno della convivenza tra coscienze che sentono o vogliono differentemente.
    Nel regime della coscienza si deve disobbedire alla legge e agli ordini che la coscienza ci dice essere ingiusti, pagando lealmente, fino alle conseguenze penali.
    Nel regime della convivenza differente (società pluralista nei valori sentiti o scelti) si deve stare al principio di maggioranza: contare le teste invece di tagliarle (che è già un bel passo avanti!). La disobbedienza civile, quando è necessaria, non è contro la democrazia, ma ne è un perfezionamento (appunto la "aggiunta" di Capitini, e poi don Milani, ...).
    Anche nel principio di maggioranza, infatti, c'è un limite: «La democrazia non è tutto. I diritti fondamentali vanno protetti anche contro il volere del popolo», altrimenti cadiamo nella dittatura della maggioranza (Valentina Pazè, In nome del popolo. Il problema democratico, Laterza 2011, pp. 108 e 110, nella linea di Luigi Ferrajoli). Soltanto che quasi mai (se non sbaglio) gli studiosi arrivano ad affermare il diritto-dovere della resistenza nonviolenta, con il mezzo della disobbidienza civile democratica.
    E' ben vero che la maggioranza non può tradire i principi costituzionali, tra cui, per noi italiani, l'art. 11. Ma, se lo fa, che facciamo
(noi che non siamo maggioranza)?      
    Convinciamo le menti e le coscienze, oppure tagliamo le teste? Anche questo viola l'art. 11 !!
     Dunque, manifestiamo, gridiamo, ma ancora di più ragioniamo,
informiamo, e testimoniamo.
    Perciò, a mio piccolo parere, se nel momento della competizione democratica (elezioni) non trovo (e non siamo in grado di presentarlo noi) un partito che rispetta l'art. 11 (come altri principi di pari valore), io credo di dover votare per quello che mi sembra meno lontano e forse più avvicinabile. Poi devo tallonarlo e tormentarlo, perché si muova!
      Questo è un male minore, cioè il maggior bene possibile. Se non voto, rischio forte di favorire il male maggiore (come si è già visto!).
    Grazie dello scambio di riflessione, mai finita! Enrico

Il 07/10/2011 16:15, tiziano cardosi ha scritto:
ecco la frase che inficia tutto il tuo ragionamento
Il male minore è uguale al maggior bene possibile.
il male minore alle elezioni, cioè il partito meno fetente che possiamo votare, è infinitamente al di sotto delle persone che vorrebbe rappresentare.
Ne abbiamo avuto esempi enormi: mentre il parlamento tutto (compresi quelli che oggi non ci sono più) votava per la guerra, i sondaggi davano la contrarietà alla guerra oltre l'80%.
Al male minore c'è una alternativa: le migliaia di gruppi piccoli o grandi che progettano un futuro senza guerra, di giustizia sociale, di difesa dell'ambiente... Il meglio c'è, ma non ha rappresentanza nei palazzi. Da questa constatazione dovremmo partire. Se non c'è alternativa nel voto guardiamo altrove; la democrazia non esiste solo un giorno ogni cinque anni!
Continuare a dilaniarsi sullo scegliere tra Mussolini e Hitler ci fa dimenticare che è esistito Capitini.
Quanto all'appello ribadisco la mia perplessità: io, proprio perché voglio votare qualcuno che sia contro la guerra, non voto da un pezzo alle politiche. Lo faranno anche i firmatari?
Un saluto
TC

Il 07/10/2011 10:42, Enrico Peyretti ha scritto:

Il male minore è uguale al maggior bene possibile.