Da: "etdavoli at libero.it"
<etdavoli at libero.it>
A:
nowaroma <nowaroma at googlegroups.com>
Cc: nowaroma
<nowaroma at googlegroups.com>
Inviato: Martedì 27 Settembre 2011
12:48
Oggetto: [nowaroma] 15
Ottobre dentro e oltre questa giornata
15 Ottobre: dentro e
oltre quella giornata
In questi giorni sta maturando la preparazione di un
grande appuntamento mondiale di protesta e di ribellione per il 15 ottobre
prossimo.
Mondiale, perché coinvolgerà le piazze non solo europee ma anche
quelle africane e di altri continenti.
Le popolazioni sono sopraffatte
dalle politiche economiche dei propri governi, sia di quelli etichettati a
sinistra come di quelli a destra, e debbono cogliere questa occasione per dare
un segno inequivocabile della loro ribellione e del rifiuto di pagare ancora
sulla propria vita e su quella delle generazioni future i costi di un sistema
e di un modello di società che hanno fatto il loro tempo, e che è venuto il
momento di sostituire con regole di convivenza e di organizzazione più
solidali, più giuste e meno incatenate al mero interesse individuale.
In
tutto il mondo, le manifestazioni, i cortei, tutte le iniziative che si
realizzeranno in quella giornata sono rivolte direttamente ed esplicitamente
contro i “luoghi del potere” più noti, cioè contro le sedi istituzionali del
potere politico e quindi anche economico; esse si svolgeranno perciò, e non
potrebbe essere altrimenti, di fronte ai palazzi governativi e nelle vie che
circondano i parlamenti, a significare la rivolta contro le classi dirigenti
di ciascun paese, la contestazione contro chi, etichettandosi come
“rappresentante del popolo”, in realtà persegue gli interessi solo della
classe dominante, delle banche, degli speculatori, e dei corrotti.
Non
potrebbe e non dovrebbe essere altrimenti, perché questo appuntamento nasce
dall’iniziativa di gruppi spontanei di opposizione (gli indignados spagnoli)
che hanno come caratteristica peculiare proprio quella di essere al di fuori
ed al di sopra di qualsiasi “ceto politico”, essendo espressione diretta del
malcontento e appunto dell’indignazione popolare.
In Italia, manco a dirlo,
invece, questo appuntamento rischia di essere stravolto dal massiccio
intervento proprio di molti esponenti di questo ceto politico, da troppi
politicanti e sindacalisti di mestiere, che desiderano utilizzarlo a fini
elettoralistici, come vetrina per le loro belle facce di “oppositori” più o
meno di comodo e più o meno morbidi, del governo.
E questo “inquinamento”
politicante si sta traducendo nel tentativo di trasformazione profonda del
significato di questa giornata, impregnata di uno spirito ipocritamente
“unitario”, ma dove l’unità, al solito, non è quella del popolo, per l’appunto
unito per difendere se stesso ed attaccare il potere, ma l’unità di gruppi
politici e di lobbies partitiche e sindacali, che nulla hanno come obiettivo
se non quello di sostituire una cordata di potere e di interessi che adesso
domina con altre cordate ed altri centri di interessi che saranno analoghi e
forse peggiori di quelli che ci opprimono ora.
È significativo, infatti,
che si stia cercando di imporre un percorso del corteo nazionale a Roma
lontano proprio da quei palazzi e da quel potere che dovrebbe essere
l’obiettivo primario della protesta e della rivolta: vogliono intrappolare la
nostra reazione in una sfilata retoricamente “unitaria”, in una festa pacifica
(ci sarà anche il solito concertone finale ? chissà che avremo da festeggiare
…), che per carità non disturbi lor signori e che soprattutto possa lasciare
le cose irrimediabilmente immutate e che possa essere rapidamente dimenticata
nel giro di pochi giorni, come tantissime altre che l’hanno preceduta.
Noi
pensiamo che quella giornata non può e non deve essere vissuta come la
celebrazione di una opposizione senza voce, che non ribalta i rapporti di
forza, che non mostra tutta la rabbia che larghi strati di popolazione hanno
in corpo da decenni.
Chi sceglie passivamente di subire l’influsso
politicante, di strumentalizzare questa giornata per la ricerca di alleanze e
patti elettorali, in vista di future spartizioni e coalizioni governative,
sceglie di stare al di fuori della opposizione sociale che in questi anni e in
questi mesi sta dando tutti segnali contrari a queste logiche falsamente
“unitarie”, e sceglie quindi di stare fuori da quella rivolta dal basso contro
le vessazioni del capitalismo internazionale che è l’unica strada possibile
per costruire un’alternativa reale a questo sistema.
Roma, 27 settembre
2011
COBAS - INPDAP