Intervista a Giorgio Nebbia sulla marcia Perugia-Assisi e la nonviolenza



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Date: Fri, 9 Sep 2011 16:20:33 +0200 (CEST)
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Subject: * Una intervista a Giorgio Nebbia sulla marcia Perugia-Assisi e la nonviolenza

 

Care amiche, cari amici,

gentili signore e signori,

spettabili redazioni,

sperando di far cosa gradita diffondiamo come anticipazione l'intervista a Giorgio Nebbia che apparira' domani sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".

 

Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

 

Viterbo, 9 settembre 2011

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo

e-mail: nbawac at tin.it

web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. CINQUE DOMANDE A GIORGIO NEBBIA

 

[Giorgio Nebbia, nato a Bologna nel 1926, docente universitario di merceologia, gia' parlamentare, impegnato nei movimenti ambientalisti e pacifisti, e' una delle figure di riferimento della riflessione e dell'azione ecologista nel nostro paese. Dal sito di Peacelink riprendiamo la seguente piu' ampia scheda: "Giorgio Nebbia, nato a Bologna nel 1926, professore ordinario di merceologia dell'Universita' di Bari dal 1959 al 1995, ora professore emerito, e' stato deputato e senatore della sinistra indipendente. Giorgio Nebbia si e' dedicato all'analisi del ciclo delle merci, cioe' dei materiali utilizzati e prodotti nel campo delle attivita' umane, agricole e industriali. Nel settore dell'utilizzazione delle risorse naturali ha condotto ampie ricerche sull'energia solare, sulla dissalazione delle acque e ha contribuito all'elaborazione dell'analisi del flusso di acqua e materiali nell'ambito di bacini idrografici. Nel corso delle sue ricerche, di ambito nazionale e internazionale, ha studiato il rapporto fra le attivita' umane e il territorio, con particolare riferimento al metabolismo delle citta', allo smaltimento dei rifiuti e al loro recupero, ai consumi di energia. Giorgio Nebbia e' autore di numerosissime pubblicazioni scientifiche e di alcuni libri divulgativi: L'energia solare e le sue applicazioni (Feltrinelli); Risorse merci materia (Cacucci); Il problema dell'acqua (Cacucci); Sete (Editori Riuniti); La merce e i valori. Per una critica ecologica del capitalismo (Jaca Book). Si e' occupato inoltre di storia della tecnica ed ha fatto parte di commissioni parlamentari sulle condizioni di lavoro nell'industria. E' unanimemente considerato tra i fondatori e i principali esponenti dell'ambientalismo in Italia". Tra le sue molte pubblicazioni segnaliamo particolarmente: Lo sviluppo sostenibile, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1991; La merce e i valori. Per una critica ecologica del capitalismo, Jaca Book, Milano; cfr. anche: Il problema dell'acqua, Cacucci, Bari 1965, 1969; La societa' dei rifiuti, Edipuglia, Bari 1990; Sete, Editori Riuniti, Roma 1991; Alla ricerca di un'Italia sostenibile, Tam tam libri, Mestre 1997; La violenza delle merci, Tam tam libri, Mestre 1999; tra le opere recenti: con Virginio Bettini (a cura di), Il nucleare impossibile. Perche' non conviene tornare al nucleare, Utet Libreria, Torino 2009; Ambientiamoci, Nuovi Equilibri, Viterbo 2011. Si veda anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 360 (che contiene anche la seguente risposta a una domanda sulla sua biografia: "Sono nato nel 1926 in una famiglia piccolo borghese, ho il diploma di liceo classico, sono laureato in chimica. Dopo la laurea sono stato assunto come assistente di Merceologia, una disciplina che si insegna (sempre meno) nelle Facolta' di Economia, ho avuto quindi l'occasione di vivere una strana esperienza di una persona di educazione naturalistica fra docenti di cultura umanistica (economisti, storici, giuristi). A 32 anni ho "vinto il concorso" alla cattedra di Merceologia nella Facolta' di Economia e Commercio dell'Universita' di Bari dove ho insegnato fino alla pensione, nel 1995. Ho una laurea honoris causa in Discipline economiche e sociali nell'Universita' del Molise e due laurea in Economia e Commercio delle Universita' di Bari e di Foggia. Sono stato coinvolto nei movimenti di difesa dei consumatori, di difesa dell'ambiente, nelle lotte contro l'inquinamento, la caccia e l'energia nucleare, nella protesta contro tutte le forme di armi, a cominciare da quelle nucleari, e contro la guerra. Sono stato impegnato nella diffusione delle conoscenze sulle fonti di energia rinnovabili, soprattutto solare, e mi sono impegnato nell'insegnamento del carattere violento di molte tecnologie, di molte macchine, di molte forme urbane. Sono stato candidato ed eletto al Parlamento come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano e ho fatto parte del gruppo della Sinistra Indipendente alla Camera (1983-1987, collegio di Bari) e al Senato (1987-1992, collegio di Brindisi). Mi sono sposato nel 1955 con una donna che mi ha accompagnato per tutto la vita con una presenza silenziosa e continua anche nelle scelte scomode e che e' morta dopo 54 anni di matrimonio felice nell'agosto 2009. Ho un figlio nato nel 1956, laureato in architettura, impiegato nel campo dell'informatica. Sono un cattolico credente e turbato")]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Giorgio Nebbia: L'avere diffuso la conoscenza del movimento nonviolento a livello di milioni di persone. Non solo a quelli che hanno partecipato di persona alla marcia, ma anche a quelli che hanno compreso il significato del ponte ideale che lega la citta' di Capitini, in cui piu' vivo si e' fatto in Italia il movimento nonviolento, con la citta' della Pace per eccellenza, la citta' di san Francesco. La piu' importante persona, nella storia del Cristianesimo, che ha riconosciuto il significato di pace fra le creature, umane e non umane, animate e inanimate, e che ha anticipato una visione di nonviolenza fra credenti e non credenti, di qualsiasi credo e secondo la piu' cristiana visione di un Dio che salva tutti perche' ama, piuttosto che condannare.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E che cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Giorgio Nebbia: La terribile situazione di violenza che si sta manifestando nel mondo. Violenza nelle guerre guerreggiate e nelle guerre economiche e commerciali. I mezzi di comunicazione fanno vedere qualcosa delle guerre in atto; colpisce la fantasia la guerra di Libia, cosi' vicina, condotta per assicurare a ciascuno dei paesi europei una maggiore fetta di petrolio a basso prezzo, di appalti ad alto prezzo per la ricostruzione; una guerra in cui mezzi sofisticati hanno ucciso persone inermi. Qualcosa si vede della guerra in Afghanistan, quando qualche soldato occidentale viene ucciso o ferito; anche qui una guerra spacciata come umanitaria e nel nome della democrazia, ma che in realta' vuole assicurare all'Occidente gli approvvigionamenti di materie prime e il controllo del transito degli oleodotti. E tutte le altre? se non si leggono giornali o agenzie specializzati nessuno parla delle guerre in Africa, in Asia, nessuno parla di quella continua guerra di distruzione delle risorse alimentari, di inquinamento e perdita di fertilita' nel nome del profitto delle multinazionali agro-industriali. Mi auguro che proprio quest'anno si faccia piu' viva la pedagogia contro la violenza, l'informazione delle infinite forme in cui la violenza si manifesta nel mondo, magari per assicurare a noi occidentali merci a basso costo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia? E quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Giorgio Nebbia: Vorrei rispondere alla rovescia; quale e' lo stato della violenza in Italia ? Mi pare che stiamo vivendo uno dei periodi piu' violenti non tanto come conflitti fra persone o classi quando come violenza delle istituzioni, disprezzo della giustizia e del rispetto degli altri, esaltazione della divinita' della prepotenza, del possesso di beni e di potere, esempi di sopraffazione. Si pensi, solo per fare un esempio, alla violenza nei confronti degli immigrati, alla violenza esercitata col lavoro nero, sottopagato, col rifiuto di regolarizzare quegli immigrati di cui pure abbiamo disperato bisogno per i nostri lavori, per la produzione. Ironicamente in un momento in cui l'ecologia sembra avere tanti amici, viene mercificata e diventa strumento di pubblicita', cresce la violenza contro l'ambiente, mascherata e contrabbandata come opere utili alla crescita economica e all'aumento dell'occupazione. La televisione, ma anche la stampa, esercitano continua violenza con la loro proposta di sfrenato consumismo, di esaltazione del lusso offerto alle masse con la pubblicita' piu' sfacciata, volgare e oscena. Hanno una bella voglia i pontefici di richiamare ad una visione cristiana dell'uso delle risorse della natura, da custodire come chiede Genesi 2, a comportamenti non consumistici; la pubblicita', l'economia e la maggior parte dei responsabili politici del "piu' cristiano" ed ipocrita paese del mondo, la nostra Italia, propongono, chiedono e impongono comportamenti violenti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia? E su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Giorgio Nebbia: Io insisterei al massimo sulla pedagogia a due livelli; da una parte per riconoscere i volti della violenza, dall'altra per spiegare che il mondo e' progredito soltanto con la protesta nonviolenta contro il potere. Dalle lotte pacifiste vere e proprie a quelle dei lavoratori perche' siano riconosciuti i loro diritti alla salute, ad un giusto salario, al riposo. A mio parere bisogna passare da dichiarazioni generiche a indicazioni dirette di azioni nonviolente; ci sono gia' alcuni esempi come la protesta contro l'alta velocita' in Piemonte, quella contro alcuni inceneritori di rifiuti, contro il Ponte sullo Stretto di Messina. Purtroppo molte di queste azioni vengono presentate dai mezzi di comunicazione come ispirate da egoismo, dal desiderio di non essere disturbati nel proprio villaggio, di contestazione delle spese finanziarie, piuttosto che come manifestazioni di nonviolenza nei confronti della natura e dell'intera comunita' di un paese e umana. Manca poi, o si fa sentire poco, la protesta nonviolenta contro le merci piu' oscene di tutte, le armi, e nei confronti delle attivita' militari condotte da soldati veri e propri ma anche da quelle forme militari di difesa delle persone e delle cose che vanno dalle scorte ai potenti, alle milizie private, ai mercenari, a persone che per soldi cercano di alleggerire la paura che il potere e i soldi e i potenti hanno di perdere quello che hanno, della loro capacita' di violenza. Eppure e' proprio la nonviolenza l'unica ricetta per esorcizzare la paura. I nonviolenti sono gli unici a non avere paura.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Che cosa è la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", che cosa risponderebbe?

- Giorgio Nebbia: Intanto comincerei a spiegare la differenza fra "non violenza" e "nonviolenza". La mancanza dello spazio fra le due parole ha un significato e lo spiegherei con l'invito a conoscere alcuni profeti della nonviolenza e a comportarsi imitandoli. Intanto andando a vedere quello che hanno scritto e fatto, magari cominciando da Wikipedia, chi sono stati Thoreau, Tolstoj, Gandhi, Capitini. Perche' "hanno vinto" le loro battaglie senza armi, con gli scritti, col comportamento personale che spesso consisteva soltanto nel comportarsi in modo diverso dal modo corrente dei sapienti, delle persone adorate dalle piazze, dei potenti, dei ricchi, delle persone considerate di successo, i quali, alla breve o alla lunga, sono poi stati sconfitti. Se proprio uno fosse anche un cristiano, gli suggerirei di leggere alcuni brani del Vangelo, di Luca, soprattutto, gli esempi di comportamento verso i diversi, i "nemici", quelli da trattare con violenza, secondo la logica del potere di allora e di oggi. La donna dell'odiata razza di Samaria che da' da bere a Gesu'; il viandante, della stessa razza, che aiuta lo sventurato ferito sulla strada, quando i potenti, il vescovo, il professore, tirano diritto per i loro affari; l'adultera che, con tre sole parole, viene strappata alla lapidazione; Gesu' che va a pranzo dall'odiato esattore delle tasse Taddeo.

 

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