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Risposta alla sig.ra Mary Rizzo: i numeri e le menzogne
- Subject: Risposta alla sig.ra Mary Rizzo: i numeri e le menzogne
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Wed, 31 Aug 2011 20:09:08 +0000
- Importance: Normal
- Sensitivity: Normal
www.peacelink.it
From: Mari Cor <mari.liberazioni at yahoo.it>
Date: Wed, 31 Aug 2011 12:23:07 -0700 (PDT)
To: a.marescotti at peacelink.it<a.marescotti at peacelink.it>
ReplyTo: Mari Cor <mari.liberazioni at yahoo.it>
Subject: risposta alla sig.ra Mary Rizzo: i numeri e le menzogne
Sig.ra Mary Rizzo, avendo troppo da fare per contrastare (invano purtroppo) le menzogne fondanti di questa guerra per il petrolio e l'acqua, condotta dalla nato+Qatar+Arabia Saudita con l'appoggio dei loro alleati locali libici i quali hanno chiesto a gran forza più bombe posibili e i quali in cambio della sudditanza avranno i proventi del petrolio e il condono per tutti i razzisti massacri compiuti ai danni di africani (ho amici del Niger in Libia),
le rispondo solo relativamente alle donne stuprate.
Lei scrive che secondo me 259 donne stuprate darebbe un numero risibile! Ma non credo abia letto bene il mio pezzo o forse non mi sono espressa: la cifra è campata in aria, perché i 70.000 questionari non sono MAI stati spediti, la psicologa ha inventato tutto e infatti non ha potuto produrne nemmeno uno all'Onu o ad Amnesty! Lungi da me il pensare che 259 donne stuprate siano poche! Le faccio anche presente che accuse di stupro a quel punto sono state avanzate (con testimoniane dirette) anche da parte governativa, ma sono cadute nel vuoto. Solo l'avversario va demonizzato.
Del resto questa guerra è fondata sulle menzogne più di ogni altra. E il fatto che le abbiano sparate grossissime e surreali eppure tutti ci abbiano creduto, avalla l'orrenda strategia di chi (vada a vedere chi fu) disse: "Bisogna mentire e ripetere le menzogne, e dirle enormi: ti crederanno".
E' una grande amarezza
Cordiali saluti
Marinella Correggia
Da: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
A: pace at peacelink.it
Cc: Marinella Correggia <mari.liberazioni at yahoo.it>
Inviato: Mercoledì 31 Agosto 2011 18:00
Oggetto: R: Re: [pace] Libia, su Repubblica si continua a disinformare
A: pace at peacelink.it
Cc: Marinella Correggia <mari.liberazioni at yahoo.it>
Inviato: Mercoledì 31 Agosto 2011 18:00
Oggetto: R: Re: [pace] Libia, su Repubblica si continua a disinformare
Per Mary Rizzo
Questa e' una mailing list in cui si parla di pace. E' del tutto naturale che ci si ponga delle domande sulla guerra.
Ad esempio su La Stampa del 26 agosto 2011 a p.11 si legge quanto segue.
"Le Figaro ha rivelato la presenza sul campo di consiglieri francesi, mettendo in imbarazzo la Nato. Il messaggio e': gli insorti li abbiamo guidati noi. Irritazione dei partner, Italia compresa, perche' di istruttori militari stranieri al lavoro ce ne sono parecchi e non solo francesi".
Capirai bene che non e' facile approvare, nella mailing list sulla pace, questa gara di istruttori militari, tanto piu' se inserita in un articolo dal titolo: "Ricostruzione e petrolio. Il match e' Francia-Italia". Sottotitolo: "I francesi partono avvantaggiati pero' gli italiani hanno le infrastrutture".
Fa un certo effetto leggere che la Francia ha speso 150 milioni di dollari per questa guerra in Libia (usando in particolare il cacciabombardiere Rafale) e ha ottenuto dal Cnt (i "ribelli") 28 miliardi di contratti in dollari. Spendi milioni e incassi miliardi se la guerra la vinci.
La Francia voleva usare la base di Sigonella perche' c'erano gli aerei del Qatar e "si trattava di mostrare le prodezze del Qatar". Per venderlo agli emiri": "Il cacciabombardiere francese in giro per il mondo non si vende come sperato", spiega il giornalista Alberto Mattioli, corrispondente da Parigi per il quotidiano La Stampa che fornisce dati precisi sull'appoggio militare fornito dalla Nato ai ribelli (in violazione della risoluzione Onu 1973).
Queste le cifre.
Ben 17 basi militari Nato sono servite per missioni di bombardamento sulla Libia: 8 italiane, 3 inglesi, 3 greche, una spagnola, una francese e una cipriota.
La Stampa fa un accurato conteggio su chi ha bombardato di piu' e chi ha offerto basi Nato, con tanto di statistiche.
L'Italia avrebbe dato piu' basi Nato ma avrebbe sganciato bombe solo per il 3%. Mentre i bombardamenti francesi sulla Libia sono stati il 29%, accompagnati dalla generosa Gran Bretagna con il 19%.
E' abbastanza comprensibile che si possano avere forti dubbi sulla guerra di Libia, oltre che sulla guerra in generale, quando il cinismo tocca questi livelli.
Ciao
Alessandro
Questa e' una mailing list in cui si parla di pace. E' del tutto naturale che ci si ponga delle domande sulla guerra.
Ad esempio su La Stampa del 26 agosto 2011 a p.11 si legge quanto segue.
"Le Figaro ha rivelato la presenza sul campo di consiglieri francesi, mettendo in imbarazzo la Nato. Il messaggio e': gli insorti li abbiamo guidati noi. Irritazione dei partner, Italia compresa, perche' di istruttori militari stranieri al lavoro ce ne sono parecchi e non solo francesi".
Capirai bene che non e' facile approvare, nella mailing list sulla pace, questa gara di istruttori militari, tanto piu' se inserita in un articolo dal titolo: "Ricostruzione e petrolio. Il match e' Francia-Italia". Sottotitolo: "I francesi partono avvantaggiati pero' gli italiani hanno le infrastrutture".
Fa un certo effetto leggere che la Francia ha speso 150 milioni di dollari per questa guerra in Libia (usando in particolare il cacciabombardiere Rafale) e ha ottenuto dal Cnt (i "ribelli") 28 miliardi di contratti in dollari. Spendi milioni e incassi miliardi se la guerra la vinci.
La Francia voleva usare la base di Sigonella perche' c'erano gli aerei del Qatar e "si trattava di mostrare le prodezze del Qatar". Per venderlo agli emiri": "Il cacciabombardiere francese in giro per il mondo non si vende come sperato", spiega il giornalista Alberto Mattioli, corrispondente da Parigi per il quotidiano La Stampa che fornisce dati precisi sull'appoggio militare fornito dalla Nato ai ribelli (in violazione della risoluzione Onu 1973).
Queste le cifre.
Ben 17 basi militari Nato sono servite per missioni di bombardamento sulla Libia: 8 italiane, 3 inglesi, 3 greche, una spagnola, una francese e una cipriota.
La Stampa fa un accurato conteggio su chi ha bombardato di piu' e chi ha offerto basi Nato, con tanto di statistiche.
L'Italia avrebbe dato piu' basi Nato ma avrebbe sganciato bombe solo per il 3%. Mentre i bombardamenti francesi sulla Libia sono stati il 29%, accompagnati dalla generosa Gran Bretagna con il 19%.
E' abbastanza comprensibile che si possano avere forti dubbi sulla guerra di Libia, oltre che sulla guerra in generale, quando il cinismo tocca questi livelli.
Ciao
Alessandro
www.peacelink.it
From: "mary r" <humdrum2 at libero.it>
Sender: pace-request at peacelink.it
Date: Wed, 31 Aug 2011 16:39:13 +0200
To: <pace at peacelink.it>
ReplyTo: pace at peacelink.it
Subject: Re: [pace] Libia, su Repubblica si continua a disinformare
Alessandro, come mai non indirizza invece qualsiasi degli punti nel mio intervento? Sappiamo bene che c’è un misto di dis e mis informazione, e al momento tante delle accuse (non credo che devo dimostrare che gli oppositori sono esseri umani e non “ratti”) sono rivelatosi totalmente priva di sostanza se non addirittura propaganda oppure pure invenzioni. Se vuole intervenire con me, la prego di limitarsi al mio intervento.
From: Alessandro Marescotti
Sent: Wednesday, August 31, 2011 4:29 PM
Subject: R: Re: [pace] Libia, su Repubblica si continua a disinformare
Intervengo brevemente per chiedere a Mary Rizzo cosa pensa di questa notizia.
"I ribelli libici vengono aiutati da piccole squadre della Cia e da operatori specializzati statunitensi sotto contratto con la stessa Central Intelligence Agency".
Il Tempo 31/8/2011
Pagina 12
Quando leggo il disprezzo verso quelli che si sono opposto a Gheddafi, come se fossero pupazzi totalmente malleabili ai voleri dell’occidente, come se non fossero loro che fisicamente hanno rotto il tabù dell’opposizione, con la risposta violenta che ben sappiamo, (o almeno credo che sappiamo se noi abbiamo anche solo un’attenzione molto distratto e la Libia conosciamo solo per le commedie tra Berlusconi, Gheddafi e le Gheddafine) e con il proprio sacrificio sui campi di battaglia che non hanno cercato ma che la storia li ha fatto trovare davanti a se. Quelli di noi che sosteniamo moralmente la lotta per la liberazione di Libia dal potere assoluto di Gheddafi siamo stati bollati come servi del NATO, come imperialisti e altro, poi siamo stati soggetti agli vari insulti alla nostra intelligenza, dicendo che la Libia è la società più avanzata dell’Africa intera, che Gheddafi stava proteggendo e salvando il continente dagli interessi loschi e che in addizione a tutto questo, che fosse un leader legittimo (se non almeno legittimato dalla sua lunga permanenza) del popolo e che questioni interni non erano mica per noi ad intromettere. Dimenticando che il popolo oppositore non ha mica supplicato per un intervento NATO, di protezione, e per varie motivi, la Lega Araba li aveva offerto nessuna scelta a parte di sottostare alle decisioni del ONU, quelli che sono condivisibili o meno... il fatto sta che c’è un PERCHE’ di una sollevazione popolare di questi dimensioni che vediamo... il perché si trova proprio nelle supposizioni della Sig.ra Correggia: che in una domanda di un organo se le donne fossero stuprate o meno, hanno risposte in modo negativo – secondo lei in un numero risibile.
"I ribelli libici vengono aiutati da piccole squadre della Cia e da operatori specializzati statunitensi sotto contratto con la stessa Central Intelligence Agency".
Il Tempo 31/8/2011
Pagina 12
www.peacelink.it
From: "mary r" <humdrum2 at libero.it>
Sender: pace-request at peacelink.it
Date: Wed, 31 Aug 2011 14:25:26 +0200
To: <pace at peacelink.it>
ReplyTo: pace at peacelink.it
Subject: Re: [pace] Libia, su Repubblica si continua a disinformare
per moltissimo tempo ho mantenuto per me stessa le mie opinioni riguardante Libia su questa lista. Avrei moltissimo da dire, e baso le mie opinioni e le mie idee su diverse cose, principalmente dalle contatti (nel corso degli anni moltissimi, dato anche il mio lavoro che spesso coinvolge contatto con libici) soprattutto in questi ultimi sei mesi, che sono stati contatti intensi e molto numerosi. Sarebbe una cosa positiva un dibattito che abbandona i dogmatismi e anche toni che secondo me sono offensive verso un popolo che in questo momento sta vivendo una situazione veramente drammatica e che richiede prima di ogni altra cosa, non i nostri giudizi, ma la nostra comprensione.
Quando leggo il disprezzo verso quelli che si sono opposto a Gheddafi, come se fossero pupazzi totalmente malleabili ai voleri dell’occidente, come se non fossero loro che fisicamente hanno rotto il tabù dell’opposizione, con la risposta violenta che ben sappiamo, (o almeno credo che sappiamo se noi abbiamo anche solo un’attenzione molto distratto e la Libia conosciamo solo per le commedie tra Berlusconi, Gheddafi e le Gheddafine) e con il proprio sacrificio sui campi di battaglia che non hanno cercato ma che la storia li ha fatto trovare davanti a se. Quelli di noi che sosteniamo moralmente la lotta per la liberazione di Libia dal potere assoluto di Gheddafi siamo stati bollati come servi del NATO, come imperialisti e altro, poi siamo stati soggetti agli vari insulti alla nostra intelligenza, dicendo che la Libia è la società più avanzata dell’Africa intera, che Gheddafi stava proteggendo e salvando il continente dagli interessi loschi e che in addizione a tutto questo, che fosse un leader legittimo (se non almeno legittimato dalla sua lunga permanenza) del popolo e che questioni interni non erano mica per noi ad intromettere. Dimenticando che il popolo oppositore non ha mica supplicato per un intervento NATO, di protezione, e per varie motivi, la Lega Araba li aveva offerto nessuna scelta a parte di sottostare alle decisioni del ONU, quelli che sono condivisibili o meno... il fatto sta che c’è un PERCHE’ di una sollevazione popolare di questi dimensioni che vediamo... il perché si trova proprio nelle supposizioni della Sig.ra Correggia: che in una domanda di un organo se le donne fossero stuprate o meno, hanno risposte in modo negativo – secondo lei in un numero risibile.
A parte il fatto che 259 sia un numero di tutto riguardo, mi pare capire che la signora non ha presente la cultura libica e anche le conseguenze che attendevano le persone che si erano provato di appellare contro Gheddafi in qualsiasi modo. Non so se ha avuto presente la miccia che ha innescato questo crisi... la manifestazione davanti il prigione di Abu Salim, dove le famiglie di Benghazi delle 1200 prigionieri politici vittime del massacro in quel inferno chiedevano verità per i loro cari. Sappiamo che la manifestazione è finito in sangue, ma sappiamo anche che per riempire prigioni in Libia bastava un nulla... quindi, in Libia, la gente non è abituata ad esprimersi perché sanno che il risultato è punizione e forse morte. Anche, lo stupro in Libia continua ad essere un tabù e una vergogna infinite per le vittime. E’ vastamente sotto-denunciato. Di trovare proprio questo criterio, con la conseguente (almeno ai miei occhi) disprezzo verso
quelli che sono le vittime (donne, naturalmente) mi pare la più grande errore di questo ragionamento.
mary rizzo
From: Paolo Bertagnolli
Sent: Wednesday, August 31, 2011 8:13 AM
To: pace peacelink
Subject: RE: [pace] Libia, su Repubblica si continua a disinformare
E molti "sinistrorsi" leggono ancora Repubblica? Ma quando capiranno che De benedetti equivale a Berlusconi? Che la stampa, in Italia, NON è libera, ma asservita a personaggi come, appunto, De Benedetti e/oBerlusconi?
Paolo Bertagnolli
Paolo Bertagnolli
> To: pace at peacelink.it; news at peacelink.it
> From: a.marescotti at peacelink.it
> Date: Mon, 29 Aug 2011 05:54:03 +0000
> Subject: [pace] Libia, su Repubblica si continua a disinformare
>
>
> ------Messaggio originale------
> Da: Marinella Correggia
> A: deskesteri at repubblica.it
> A: lettere at repubblica.it
> Cc: Antonio Cianciullo
> Rispondi a: Marinella Correggia
> Oggetto: Pietro Dal Re dalla Libia continua a disinformare! Qualcuno gli dica che la sua fonte è screditata dall'Onu
> Inviato: 29 ago 2011 00:16
>
> L'inviato di Repubblica a Bengasi Pietro Dal Re (che mesi fa in un suo articolo ha attribuito alle parole del povero monsignor Martinelli un significato opposto a quello che avevano, un atto gravissimo anche se monsignore ha lasciato correwre o forse non ne è venuto a conoscenza) adesso in questo articolo http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/28/news/stupri_libia_amazzoni-20980520/ alla ricerca del sensazionalismo - ancora più immorale in un paese martoriato dalla guerra - o forse trascinato dal suo evidente amore per i "ribelli", prende una cantonata dmeritevole di essere citata nei corsi di giornalismo. Insomma cinque guardie del corpo ("amazzoni") di Gheddafi avrebbero detto alla dottoressa Siham Sergewa di Bengasi di essere state più volte stuprate (ancora??) da Gheddafi e anche dai suoi figli. La Sergewa è una "nota psicologa infantile (...) alla quale le ex body guard del Raìs hanno raccontato di essere state abusate non soltanto da lui e anche dai suoi figli". Ma !
> il signor Dal Re non ha letto già mesi fa che questa tipa è stata screditata dall'inviato dell'Onu Bassiouni e da Amnesty International? La tipa era stata la fonte dell'accusa urbi et orbi ai soldati libici (governativi) di usare lo stupro come arma di guerra. Cosa aveva fattO? Aveva detto e il mondo le aveva creduto, di aver spedito per posta alle donne dell'Est libico, settimane dopo gli scontri di febbraio, 70.000 questionari a donne libiche, ottenendo indietro ben 60.000 questionari compilati in tre settimane! E di queste, 259 donne avevano confermato di essere state violentate da soldati "di Gheddafi". Come si può leggere in questo articolo fra molti http://www.nytimes.com/2011/06/20/world/africa/20rape.html?_r=1&pagewanted=all, diversi esperti avevano guardato con scetticismo a queste affermazioni (possibile che in un contesto di guerra in Libia si riesca ad avere 60.000 risposte per posta???). Poi il discredito ufficiale: quando Diana Eltahawy, di Amnesty Intern!
> ational, le ha chiesto¿www.peacelink.it
>
> --
> Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink.
> Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
> Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/pace
> Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/pace
> Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
> http://web.peacelink.it/policy.html
>
> From: a.marescotti at peacelink.it
> Date: Mon, 29 Aug 2011 05:54:03 +0000
> Subject: [pace] Libia, su Repubblica si continua a disinformare
>
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> Da: Marinella Correggia
> A: deskesteri at repubblica.it
> A: lettere at repubblica.it
> Cc: Antonio Cianciullo
> Rispondi a: Marinella Correggia
> Oggetto: Pietro Dal Re dalla Libia continua a disinformare! Qualcuno gli dica che la sua fonte è screditata dall'Onu
> Inviato: 29 ago 2011 00:16
>
> L'inviato di Repubblica a Bengasi Pietro Dal Re (che mesi fa in un suo articolo ha attribuito alle parole del povero monsignor Martinelli un significato opposto a quello che avevano, un atto gravissimo anche se monsignore ha lasciato correwre o forse non ne è venuto a conoscenza) adesso in questo articolo http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/28/news/stupri_libia_amazzoni-20980520/ alla ricerca del sensazionalismo - ancora più immorale in un paese martoriato dalla guerra - o forse trascinato dal suo evidente amore per i "ribelli", prende una cantonata dmeritevole di essere citata nei corsi di giornalismo. Insomma cinque guardie del corpo ("amazzoni") di Gheddafi avrebbero detto alla dottoressa Siham Sergewa di Bengasi di essere state più volte stuprate (ancora??) da Gheddafi e anche dai suoi figli. La Sergewa è una "nota psicologa infantile (...) alla quale le ex body guard del Raìs hanno raccontato di essere state abusate non soltanto da lui e anche dai suoi figli". Ma !
> il signor Dal Re non ha letto già mesi fa che questa tipa è stata screditata dall'inviato dell'Onu Bassiouni e da Amnesty International? La tipa era stata la fonte dell'accusa urbi et orbi ai soldati libici (governativi) di usare lo stupro come arma di guerra. Cosa aveva fattO? Aveva detto e il mondo le aveva creduto, di aver spedito per posta alle donne dell'Est libico, settimane dopo gli scontri di febbraio, 70.000 questionari a donne libiche, ottenendo indietro ben 60.000 questionari compilati in tre settimane! E di queste, 259 donne avevano confermato di essere state violentate da soldati "di Gheddafi". Come si può leggere in questo articolo fra molti http://www.nytimes.com/2011/06/20/world/africa/20rape.html?_r=1&pagewanted=all, diversi esperti avevano guardato con scetticismo a queste affermazioni (possibile che in un contesto di guerra in Libia si riesca ad avere 60.000 risposte per posta???). Poi il discredito ufficiale: quando Diana Eltahawy, di Amnesty Intern!
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