"Perchè andiamo a Kabul alla vigilia dell'11 settembre"
- Subject: "Perchè andiamo a Kabul alla vigilia dell'11 settembre"
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Wed, 31 Aug 2011 14:24:53 +0000
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Luisa Morgantini*
Insieme ad altri rappresentati di varie organizzazioni che fanno parte della Tavola per la pace, siamo partiti per Kabul. Non da soli ma con un rappresentante dell’associazione delle vittime delle Torri Gemelle (September 11th Families for Peaceful Tomorrows): persone che dal dolore della perdita non hanno maturato odio ma desiderio di umanità per tutti e tutte. In Afghanistan ci incontreremo con i famigliari delle vittime dei bombardamenti Nato-Isaf o americani , ma anche con quelli uccisi da attentati talebani. Incontreremo associazioni e movimenti della società civile afgana: donne e uomini che vogliono essere protagonisti del loro destino e combattono contro la violenza, la corruzione, per una democrazia reale e non quella dei signori delle guerre.
Dalla guerra del Golfo nel 1991 ad oggi, la guerra e gli interventi militari, spesso mascherati da guerre umanitarie, malgrado la cresciuta consapevolezza ed attività per la pace di milioni e milioni di persone nel mondo , sono divenute la “normalita’. Iraq, Afghanistan, Libia, Libano, Serbia, Kosovo, l’ occupazione militare israeliana dei territori palestinesi della West bank e Gaza sono solo alcuni esempi. Siano esse benedette dall’Onu e fatte in modo unilaterale da coalizioni di paesi occidentali e non solo, il tutto mascherato da ragioni umanitarie o per la libertà e la democrazia.
Questo mese è il 10 anniversario dell’attacco alle Torri gemelle e della guerra in Afghanistan . Solo gli Usa spendono per questa guerra due miliardi di dollari al giorno. Il ritiro delle truppe Usa è previsto per il 2014, ma non se andranno tutti, resterà una base militare Usa, così come è rimasta in Kosovo, cosi come è in Iraq, così come sarà in Libia. Le guerra per la libertà e la democrazia che si svelano: controllo geopolitico-militare delle aree del mondo.
Vado in Afghanistan in rappresentnaza dell' Associazione per la Pace perché vogliamo ribadire il rifiuto della guerra, la guerra è l’abdicazione della ragione, il crollo della civiltà e perché ci opponiamoo alla danza macabra di guerra e terrorismo. Non sarà la guerra a cancellare il terrorismo, la guerra porta morte e distruzione ed il prezzo viene pagato dai poveri che sono sempre più poveri.
Vado in Afghanistan per costruire relazioni con persone e movimenti che come noi credono in un mondo dove “ciascuno/a siano di aiuto all’altro” e per far contribuire a che giustizia e sviluppo economico e sociale siano nella nostra agenda della pace.
"La missione della Tavola della pace e di Peaceful Tomorrows vuole innanzitutto essere un forte gesto di solidarietà con il popolo afgano e rendere omaggio a tutte le vittime della guerra e del terrorismo. A loro verrà consegnata la "Luce di Assisi", la lampada ideata dai francescani a simbolo della pace che dobbiamo impegnarci a costruire.
Allo stesso tempo la delegazione intende raccogliere valutazioni e proposte per uscire da questa drammatica situazione ascoltando le diverse espressioni della società civile afgana e i rappresentanti delle principali istituzioni internazionali presenti a Kabul.
La missione intende dare seguito agli impegni assunti dalla società civile italiana in occasione delle Conferenze della società civile afgana di Kabul (marzo 2011) e di Roma (maggio 2011) organizzate dalla rete “Afgana”".
A dieci anni dall’11 settembre, la Tavola della pace e i familiari delle vittime dell’11 settembre vanno a Kabul. Contro la violenza, la guerra e il terrorismo.
A dieci anni dall’attentato che l’11 settembre 2001 distrusse le torri gemelle di New York e dall’inizio della guerra in Afghanistan, la Tavola della pace e l’associazione americana dei familiari delle vittime dell’11 settembre Peaceful Tomorrows hanno deciso di andare insieme a Kabul per dire basta alla violenza, alla guerra e al terrorismo.
Una delegazione italo-americana si recherà a Kabul dal 31 agosto al 5 settembre 2011 per incontrare i familiari delle vittime del terrorismo e della guerra, le organizzazioni della società civile afgana e i rappresentanti delle principali organizzazioni internazionali presenti in Afghanistan.
La missione di pace, organizzata grazie alla collaborazione di Afgana e del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, si svolge alla vigilia della Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli del 25 settembre 2011.
La delegazione è composta da Paul Arpaia, September 11th Families for Peaceful Tomorrows, Flavio Lotti, Coordinatore nazionale della Tavola della pace, Emanuele Giordana, Coordinatore di Afgana Mario Galasso, Assessore alla pace e alla cooperazione internazionale della Provincia di Rimini, Andrea Ferrari, Assessore alla pace e cooperazione Internazionale del Comune di Lodi, don Tonio Dell'Olio, Responsabile Internazionale di Libera, Luisa Morgantini dell’Associazione per la pace, già Vice Presidente del PARLAMENTO EUROPEO don Renato Sacco di Pax Christi.
Dopo dieci anni di “guerra al terrorismo”, la violenza, la miseria e l’insicurezza continuano a dominare la vita quotidiana del popolo afgano e dell’intera regione. Osama Bin Laden è stato ammazzato ma noi siamo ancora profondamente coinvolti in questa tragedia senza sapere come uscirne. Se ne parla malamente solo quando muore qualcuno dei nostri soldati. Poi nulla più. Eppure non possiamo smettere di porci alcune domande: a cosa è servito scatenare una simile guerra? Davvero non si poteva fare diversamente? E ora, cosa dobbiamo fare?
La missione della Tavola della pace e di Peaceful Tomorrows vuole innanzitutto essere un forte gesto di solidarietà con il popolo afgano e rendere omaggio a tutte le vittime della guerra e del terrorismo. A loro verrà consegnata la “Luce di Assisi”, la lampada ideata dai francescani a simbolo della pace che dobbiamo impegnarci a costruire.
Allo stesso tempo la delegazione intende raccogliere valutazioni e proposte per uscire da questa drammatica situazione ascoltando le diverse espressioni della società civile afgana e i rappresentanti delle principali istituzioni internazionali presenti a Kabul.
La missione intende dare seguito agli impegni assunti dalla società civile italiana in occasione delle Conferenze della società civile afgana di Kabul (marzo 2011) e di Roma (maggio 2011) organizzate da Afgana.
Perugia, New York 29 agosto 2011
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