Re: [pace] Re: [pace] Libia, una guerra evitabile. Che cosa si sarebbe potuto fare e non si è fatto



Caro Tiziano,
ci sono momenti in cui rimane da tenere acceso il focherello, la brace, sotto la tempesta. Per domani. La ruota del tempo gira sempre. Il fatto che soffriamo così, in questi decenni, la tornata normalità della guerra, significa che la guerra è meno "normale" che prima del 1945. Sui tempi lunghi, questo conta. Un cammino c'è. La pace, nel tremendo 900 e 2000, è "detta" anche se non è fatta. "Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Ma senza il dire, non puoi neanche partire". Lavoriamo, senza rassegnazione, senza esigere risultati.
E' l'etica della Bhagavadgita (II, 47-53) e di Gandhi.
Ciao, Enrico

Il 30/08/2011 17:10, tiziano cardosi ha scritto:
mi associo alla stima per Marinella, soprattutto perché ha mantenuto intatta la forza di arrabbiarsi.
Io ho perso questa forza.
All'inizio della guerra in Libia proponemmo a Firenze un presidio contro i bombardamenti NATO.
Ci trovammo poco più di 50 persone, sommersi dalle bandiere di partito della sinistra ex parlamentare.
Il fatto di ritrovarmi in poche persone, sepolto dai vessilli di quelli che fino al giorno prima vedevano nella missione in Libano il meglio del pacifismo, che in Afghanistan raccontavano di essere a ripristinare il sistema giudiziario, che hanno assistito alla firma dei contratti per gli F35, che dicevano no alla base di Vicenza e votavano sì alla stessa.... mi ha reso catatonico, quasi incapace di dire alcunché.
Non lo dico per amor di polemica e mi scuso se qualcuno si può sentire colpito, ma ci siamo accorti che il movimento contro la guerra più forte del mondo è morto durante il governo Prodi?
Credo che il pacifismo in Italia non creda più a se stesso, che sia rassegnato a guardare lo sfascio senza aver forza di dire nulla.
La marcia PG-Assisi: mi spiace non essere stato presente al convegno di Verona del Movimento nonviolento che ha deciso di aderire all'appello della Tavola per la Pace. Non sarei stato d'accordo ad accodarmi ad un movimento che ha dato spazio soprattutto agli interessi del PD, snaturando la marcia a pura testimonianza inoffensiva e irrilevante.
Il progetto di Capitini era ben altro.
So che alcuni "pazzi" nonviolenti stanno pensando un'altra marcia "Assisi Perugia", a rovescio, magari il 4 novembre, per riportare lo spirito della nonviolenza oltre la testimonianza culturale per diventare strumento di cambiamento del mondo.
Mi hanno chiesto che ne penso: ho detto loro che forse il movimento in Italia non è nemmeno in grado di capire il loro progetto. Ma li amo per la loro testardaggine.
Invidio e stimo Marinella che ancora sa imprecare contro la guerra, le bacerei le mani.
Tiziano C

Il 30/08/2011 10:26, Comitato Paul Rougeau - RM ha scritto:
Non è facile dire che cosa si sarebbe potuto fare, ma sicuramente qualcosa di meglio di questa orrenda cinica guerra.

Noi pacifisti abbiamo molto da rimproverarci per la nostra inerzia nel pensiero e nell'azione, sulla Libia e non solo.

Marinella non te la prendere con tutti. Per ricostruire dobbiamo partire da cio' che abbiamo, a cominciare dalla marcia Perugia Assisi.

Con ammirazione, in solidarieta'
Giuseppe




At 08:58 30/08/2011, you wrote:

www.peacelink.it
From: Mari Cor <mari.liberazioni at yahoo.it>
Date: Mon, 29 Aug 2011 23:41:41 -0700 (PDT)

ReplyTo: Mari Cor <mari.liberazioni at yahoo.it>
Subject: Libia/guerra. Che cosa si sarebbe potuto/dovuto fare e n on si è fatto (e perché?). E la vergogna di tu tti
GUERRA, COSA SI SAREBBE DOVUTO FARE E NON SI E' FATTO
 
Mentre gli alleati locali della Nato (i cosiddetti ribelli) qualificano di "atto di aggressione" l'accoglienza che l'Algeria avrebbe dato a moglie e alcuni figli e nipoti di Gheddafi,
 
e mentre tutte le foto della famiglia sterminata dalla Nato in luglio a Sorman e diventata un simbolo dei crimini di guerra sono sparite dagli hotel e sono state sostituite dalla bandiera monarchica,
 
e mentre a Tripoli NON si contano i morti degli ultimi giorni



 Marinella (da Torri)

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