Per la revoca della “occupazione israeliana” di piazza del Duomo di Milano (12–23 giugno 2011)
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- Date: Thu, 26 May 2011 03:52:16 +0200
- per le associazioni/organizzazioni: nome dell'associazione e un suo referente
- per le persone: nome, cognome, città di residenza, eventuale associazione/organizzazione di appartenenza
Lettera aperta per la revoca della “occupazione israeliana” di piazza del Duomo di Milano (12–23 giugno 2011)
A quanti hanno patrocinato “l'occupazione israeliana” di Milano, dal Presidente della
Repubblica, al Presidente della Regione Lombardia, al
Presidente della Giunta Provinciale di Milano, al Sindaco
del Comune di Milano, a tutte le autorità e le associazioni
locali coinvolte.
Alle organizzazioni, alle associazioni, ai cittadini/e, che
intendono chiedere la revoca e opporsi alla “occupazione israeliana” di Milano.
Ai media
Oggetto: Per la revoca della “l'occupazione israeliana” di piazza del Duomo di Milano (12–23 giugno 2011)
Il primo
dicembre 2010, il Presidente della Regione Lombardia,
Roberto Formigoni, insieme a Gideon Meir, ambasciatore di
Israele in Italia, aveva annunciato che un padiglione di
circa 900 mq sarebbe stato installato, nel corso del 2011,
in piazza del Duomo di Milano. Il progetto, che prevede un
investimento di 2,5 milioni di euro, ha l’obiettivo –
avevano sottolineato gli organizzatori – “di dare
un’immagine di Israele diversa da quella di uno Stato
interessato da una situazione di conflitto”. Al primo
ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, noto “uomo di
pace”, il compito di aprire la manifestazione.
All'inizio di
maggio, Gideon Meir, durante il ricevimento per il 63°
anniversario dell'indipendenza dello Stato ebraico, ha
dichiarato: “nel
mese di giugno si terra' a Roma un vertice
intergovernativo tra il governo italiano e quello
israeliano, mentre nello stesso periodo, dal 12 al 23
giugno, l'ambasciata israeliana portera' nella citta' di
Milano un grande progetto dal titolo Israele che non ti
aspetti!”
Questa iniziativa è una offesa alla città di Milano, medaglia
d'oro della Resistenza, e a quel che rimane della coscienza
civile e democratica di questo paese.
I responsabili della pulizia etnica
della Palestina, del politicidio e del sociocidio del popolo
palestinese, del genocidio in corso nella Striscia di Gaza,
i criminali di guerra responsabili dei continui massacri a
danno del popolo palestinese, si apprestano ad essere
ricevuti, con tutti gli onori, dal Presidente della
Repubblica, dal governo, dalle autorità locali e da numerose
associazioni di categoria, che si riconfermano complici di
questa politica disgustosa e immorale.
Impedire questo scempio è
compito delle minoranze etiche di questo paese. Impedire
che i criminali di guerra israeliani, con il loro codazzo
di “intellettuali” razzisti, “occupino” la piazza del
Duomo di Milano è un imperativo morale e politico.
Siamo di fronte alla
solita iniziativa di propaganda del governo italiano. Nel
2008 l'ambasciatore Gideon Meir ebbe a ripetere una simile
litania in occasione della presenza israeliana alla Fiera
del Libro di Torino, “Scopriamo l'altro volto di Israele”, con accenti di
un inequivocabile razzismo1.
Ora siamo passati allo slogan “Israele che non
ti aspetti!”
Non c'è nulla da scoprire, non c'è nulla da
aspettarsi da Israele, ad eccezione degli esiti
inevitabili delle sue politiche di
esclusione/espulsione/massacro, direttamente
legate alla natura razzista del sionismo.
Israele e i suoi complici si aspettino una azione
determinata e decisa per impedire questo scempio.
Invitiamo tutte le organizzazioni, tutte le
associazioni, tutti/e i cittadini/e, che hanno a
cuore la difesa dei popoli oppressi e la difesa
dei diritti umani, a unirsi nella richiesta di
revoca del progetto e nelle iniziative tese a
impedire questo evento israelo-milanese.
Torino, 25
maggio 2011
Primi firmatari:
International
Solidarity Movement Italia (ISM-Italia)
Circolo
Internazionalista di Torino
….....................................................
“Verrà il
tempo in cui i responsabili dei crimini
contro l’umanità che hanno accompagnato
il conflitto israelo-palestinese e altri
conflitti in questo passaggio d’epoca,
saranno chiamati a rispondere davanti ai
tribunali degli uomini o della storia,
accompagnati dai loro complici e da
quanti in Occidente hanno scelto il
silenzio, la viltà e l’opportunismo.”
1.
Intervista all’ambasciatore israeliano Ghideon
Meir alla vigilia delle celebrazioni per il
sessantesimo anniversario della fondazione dello
Stato ebraico, rilasciata a Shalom nel marzo
2008 a cura di Paola Abbina
Shalom.
Quale’è l’importanza di questo 60°
anniversario?
Meir. La stampa europea presenta
Israele sotto una luce molto negativa,
ignorandone completamente il contesto (sic!). Il pubblico
europeo conosce Israele solo attraverso il
conflitto mediorientale. Non si sa che Israele
è anche un Paese democratico, con valori
democratici, con libertà di parola e diritti
civili universali, di cultura meravigliosa,
con una fioritura economica notevolissima
rispetto all’occidente. Tutto ciò è ignorato.
Credo che il sessantesimo anniversario sia per
noi l’occasione per portare alla luce e a
conoscenza degli italiani l’altro volto di
Israele, il contesto. Il conflitto è contro un
paese sovrano, ebraico, democratico, che ha
valori universali: è molto importante che il
pubblico italiano capisca questo. Noi faremo
in modo che tutto ciò venga compreso
attraverso una lingua che è sicuramente
condivisa dagli italiani, la lingua della
cultura: musica, arte figurativa, scultura.
Organizzeremo seminari su Israele e sul Medio
Oriente ascoltando professori che parleranno
anche di tecnologia, campo nel quale siamo uno
dei Paesi più avanzati. Ma prima di ogni altra
cosa, tramite la musica. A questo aggiungo che
in Italia gli scrittori israeliani,
dell’importanza di Oz, Shalev, Grossman,
Yeoshua, Appelfeld (sperando di non aver
dimenticato nessuno), sono tra i più letti:
anche attraverso la letteratura noi dobbiamo
rappresentare e mostrare l’altra faccia di
Israele. So che in Italia molti si sentono
legittimati a criticare Israele per il fatto
che questi scrittori criticano proprio la
politica. Questa settimana, ho avuto una
conversazione interessante con David
Grossman: egli è uno dei più grandi
rappresentanti della letteratura israeliana.
Lo dico sempre a lui come agli autori
israeliani: nel momento in cui i palestinesi
avranno scrittori del loro calibro, che
criticheranno anche loro apertamente le
azioni dei loro governi e parleranno di pace
con Israele, allora saprò che siamo sulla
strada per la pace.
--
Palestina News - voce di ISM (International Solidarity Movement) Italia http://www.ism-italia.org
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