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Re: [sullasoglia] Fw: L'altro Israele
- Subject: Re: [sullasoglia] Fw: L'altro Israele
- From: Giuliano Falco <giulianofalco at gmail.com>
- Date: Thu, 10 Jun 2010 20:38:50 +0200
Cari amici, lo pubblico sul mio blgo (http://giulianofalco.blogspot.com) Se qualcuno volesse inviare testi lo faccia... Grazie Giuliano Il 10/06/10, Enrico Peyretti<e.pey at libero.it> ha scritto: > 1013 Resistenza e pace > > > > L'altro Israele > > > > Sull'aggressione degli incursori israeliani alla flottiglia pacifista > dinnanzi alle coste di Gaza è stato detto tutto quello che si poteva dire > sul piano politico. È stato un atto di pirateria, però compiuto da uno Stato > sovrano: la distinzione di Sant'Agostino tra l'Imperatore e il pirata, > l'uno, imperatore perché corre il mare con una grande flotta, l'altro pirata > perché lo fa con un piccolo vascello, è venuta a cadere. È stato un atto > violento, tecnicamente fallimentare, perché conclusosi con un gran numero di > morti tra gli aggrediti inermi, che secondo Israele nemmeno si sarebbero > dovuti difendere a mani nude. È stato un abuso di sovranità, perché > esercitato per impedire l'accesso alle coste di Gaza, che non sono le coste > d'Israele. È stata la prova del fatto che Israele considera ormai acquisiti > come propri tutti i territori della Palestina e di Canaan, dal mare al > Giordano, occupati e no, e quindi che per quanto lo riguarda la partita è > chiusa, il processo di pace è finito e mai si potranno avere due Stati per > due popoli. > > Ma c'è qualcosa che ancora non è stato detto: sarebbe possibile che pur > all'interno della fede ebraica lo Stato d'Israele presentasse un volto > diverso, praticasse una politica tollerante e pacifica e non configurasse la > propria identità sul modello dell'antico condottiero Giosuè, che secondo > l'autore biblico votò allo sterminio Gerico e tutte le città della > Palestina, da Gaza ad Hebron alla valle del Libano, alla Transgiordania? > > Sì, è possibile una lettura della fede d'Israele che conduca a tutt'altri > esiti. Lasciamo stare quella fattane da Gesù e da Paolo; ma nella stessa > tradizione ebraica c'è una lettura del giudaismo realizzato che sarebbe una > meraviglia per il mondo intero. > > Se ne trova l'ultima espressione in una relazione fatta all'assemblea > plenaria dell'Unione Internazionale delle Superiori generali delle religiose > cattoliche dal rabbino Arthur Green di Boston, un "maestro di maestri" per > aver dedicato la sua vita alla formazione di rabbini; di ispirazione > neo-hassidica egli si rifà alla tradizione mistica ebraica secondo cui "Dio > si può incontrare in qualsiasi luogo e in ogni istante". In forza di una > teologia che gli chiama dell' "empatia", dichiara che "non esiste una fede > in Dio che sia autentica, che non stimoli a prendere cura e a fare qualcosa > per le creature di Dio più bisognose". > > Ma il fondamento di questa affermazione non è etico, è ontologico. Green lo > dice raccontando una famosa controversia tra il rabbino Akiva e il rabbino > Ben Azzai su quale fosse il principio fondamentale della Torah su cui si > regge tutto il giudaismo. Diceva Rabbi Akiva che è il precetto di amare il > prossimo come se stessi. Per Rabbi Ben Azzai sta invece nel fatto che Dio > creò gli esseri umani a somiglianza sua. L'amore è un piedistallo troppo > instabile per fondarci sopra tutta la Torah. Alcuni li ami di più, altri di > meno. Però tutti devono essere trattati come immagini di Dio. Forse, dice il > rabbino Green, Ben Azzai vedeva che il principio di Akiva poteva essere > ristretto, concepito solo in relazione alla propria comunità. Dopo tutto "il > vostro prossimo" potrebbe designare semplicemente il vostro correligionario > ebreo, o quello cattolico. E lo sconosciuto, il peccatore, il vostro nemico? > Il principio di Ben Azzai invece non ammetteva eccezioni, poiché risale alla > creazione stessa. Non solo "la tua gente", ma tutti gli esseri umani sono > stati creati a immagine di Dio. > > Dunque questo è il principio su cui tutto deve essere misurato, e ogni forma > di giudaismo che se ne allontani "è una deformazione della religione". > > Se la Torah proibisce le immagini è perché, come dice il maestro Abraham > Heschel, l'immagine di Dio siete voi, il resto è idolatria. "Voi non potete > fabbricare un'immagine di Dio, solamente potete essere questa immagine". > > Nel cristianesimo, dice il rabbino Green, c'è l'immagine potente del "Corpo > di Cristo". Ma questa espressione include solo gli appartenenti alla Chiesa, > o abbraccia il mondo intero? Quanto a noi ebrei - aggiunge - siamo una > entità etnica, ma anche una comunità di fede. E allora in che misura siamo > esclusivi? Quando preghiamo per "tutto il popolo d'Israele" preghiamo solo > per noi? E il resto dell'umanità? Noi non vogliamo che tutti diventino > ebrei, ma crediamo che ogni persona sulla terra porta in sé l'immagine di > Dio. La lotta contro l'esclusivismo è "la grande sfida del giudaismo oggi". > > E l'Olocausto? La sua memoria, si chiede Green, come intercetta questa > sfida? Molti ebrei pensano che il messaggio è chiaro: Mai più! Non > permetteremo mai più che gli ebrei siano vittime. Ma i migliori dei > sopravvissuti, come Heschel, come Wiesel, hanno capito che "mai più" > significa "che non permetteremo mai un altro genocidio nella nostra unica > famiglia umana, che prenderemo la difesa di tutti quelli che soffrono". > > Rabbi Green non l'ha detto, ma "tutti" vuol dire anche i palestinesi. > > > Raniero La Valle > ----- Original Message ----- > From: Raniero La Valle > To: rocca > Cc: roccatip > Sent: Thursday, June 10, 2010 7:34 PM > Subject: L'altro Israele > > > Vi invio l'articolo per il n. 13 di Rocca. > Cordiali saluti > Raniero La Valle -- www.giulianofalco.blogspot.com
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