Re: [sullasoglia] Fw: L'altro Israele



Cari amici,
lo pubblico sul mio blgo (http://giulianofalco.blogspot.com)
Se qualcuno volesse inviare testi lo faccia...
Grazie
Giuliano

Il 10/06/10, Enrico Peyretti<e.pey at libero.it> ha scritto:
> 1013 Resistenza e pace
>
>
>
> L'altro Israele
>
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>
> Sull'aggressione degli incursori israeliani alla flottiglia pacifista
> dinnanzi alle coste di Gaza è stato detto tutto quello che si poteva dire
> sul piano politico. È stato un atto di pirateria, però compiuto da uno Stato
> sovrano: la distinzione di Sant'Agostino tra l'Imperatore e il pirata,
> l'uno, imperatore perché corre il mare con una grande flotta, l'altro pirata
> perché lo fa con un piccolo vascello, è venuta a cadere. È stato un atto
> violento, tecnicamente fallimentare, perché conclusosi con un gran numero di
> morti tra gli aggrediti inermi, che secondo Israele nemmeno si sarebbero
> dovuti difendere a mani nude. È stato un abuso di sovranità, perché
> esercitato per impedire l'accesso alle coste di Gaza, che non sono le coste
> d'Israele. È stata la prova del fatto che Israele considera ormai acquisiti
> come propri tutti i territori della Palestina e di Canaan, dal mare al
> Giordano, occupati e no, e quindi che per quanto lo riguarda la partita è
> chiusa, il processo di pace è finito e mai si potranno avere due Stati per
> due popoli.
>
> Ma c'è qualcosa che ancora non è stato detto: sarebbe possibile che pur
> all'interno della fede ebraica lo Stato d'Israele presentasse un volto
> diverso, praticasse una politica tollerante e pacifica e non configurasse la
> propria identità sul modello dell'antico condottiero Giosuè, che secondo
> l'autore biblico votò allo sterminio Gerico e tutte le città della
> Palestina, da Gaza ad Hebron alla valle del Libano, alla Transgiordania?
>
> Sì, è possibile una lettura della fede d'Israele che conduca a tutt'altri
> esiti. Lasciamo stare quella fattane da Gesù e da Paolo; ma nella stessa
> tradizione ebraica c'è una lettura del giudaismo realizzato che sarebbe una
> meraviglia per il mondo intero.
>
> Se ne trova l'ultima espressione in una relazione fatta all'assemblea
> plenaria dell'Unione Internazionale delle Superiori generali delle religiose
> cattoliche dal rabbino Arthur Green di Boston, un "maestro di maestri" per
> aver dedicato la sua vita alla formazione di rabbini; di ispirazione
> neo-hassidica egli si rifà alla tradizione mistica ebraica secondo cui "Dio
> si può incontrare in qualsiasi luogo e in ogni istante". In forza di una
> teologia che gli chiama dell' "empatia", dichiara che "non esiste una fede
> in Dio che sia autentica, che non stimoli a prendere cura e a fare qualcosa
> per le creature di Dio più bisognose".
>
> Ma il fondamento di questa affermazione non è etico, è ontologico. Green lo
> dice raccontando una famosa controversia tra il rabbino Akiva e il rabbino
> Ben Azzai su quale fosse il principio fondamentale della Torah su cui si
> regge tutto il giudaismo. Diceva Rabbi Akiva che è il precetto di amare il
> prossimo come se stessi. Per Rabbi Ben Azzai sta invece nel fatto che Dio
> creò gli esseri umani a somiglianza sua. L'amore è un piedistallo troppo
> instabile per fondarci sopra tutta la Torah. Alcuni li ami di più, altri di
> meno. Però tutti devono essere trattati come immagini di Dio. Forse, dice il
> rabbino Green, Ben Azzai vedeva  che il principio di Akiva poteva essere
> ristretto, concepito solo in relazione alla propria comunità. Dopo tutto "il
> vostro prossimo" potrebbe designare semplicemente il vostro correligionario
> ebreo, o quello cattolico. E lo sconosciuto, il peccatore, il vostro nemico?
> Il principio di Ben Azzai invece non ammetteva eccezioni, poiché risale alla
> creazione stessa. Non solo "la tua gente", ma tutti gli esseri umani sono
> stati creati a immagine di Dio.
>
> Dunque questo è il principio su cui tutto deve essere misurato, e ogni forma
> di giudaismo che se ne allontani "è una deformazione della religione".
>
> Se la Torah proibisce le immagini è perché, come dice il maestro Abraham
> Heschel, l'immagine di Dio siete voi, il resto è idolatria. "Voi non potete
> fabbricare un'immagine di Dio, solamente potete essere questa immagine".
>
> Nel cristianesimo, dice il rabbino Green, c'è l'immagine potente del "Corpo
> di Cristo". Ma questa espressione include solo gli appartenenti alla Chiesa,
> o abbraccia il mondo intero? Quanto a noi ebrei - aggiunge - siamo una
> entità etnica, ma anche una comunità di fede. E allora in che misura siamo
> esclusivi? Quando preghiamo  per "tutto il popolo d'Israele" preghiamo solo
> per noi? E il resto dell'umanità? Noi non vogliamo che tutti diventino
> ebrei, ma crediamo che ogni persona sulla terra porta in sé l'immagine di
> Dio. La lotta contro l'esclusivismo è "la grande sfida del giudaismo oggi".
>
> E l'Olocausto? La sua memoria, si chiede Green, come intercetta questa
> sfida? Molti ebrei pensano che il messaggio è chiaro: Mai più! Non
> permetteremo mai più che gli ebrei siano vittime. Ma i migliori dei
> sopravvissuti, come Heschel, come Wiesel, hanno capito che "mai più"
> significa "che non permetteremo mai un altro genocidio nella nostra unica
> famiglia umana, che prenderemo la difesa di tutti quelli che soffrono".
>
> Rabbi Green non l'ha detto, ma "tutti" vuol dire anche i palestinesi.
>
>
>                                 Raniero La Valle
> ----- Original Message -----
> From: Raniero La Valle
> To: rocca
> Cc: roccatip
> Sent: Thursday, June 10, 2010 7:34 PM
> Subject: L'altro Israele
>
>
> Vi invio l'articolo per il n. 13 di Rocca.
> Cordiali saluti
>                      Raniero La Valle


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