Ciao Lorenzo, è una semplice questione di
mancanza rispetto delle regole
per cui si finisce per essere
allibiti.
Rimanendo sul tuo esempio riguardante il lavoro, a te
starebbe bene che
un tuo amico precario venisse escluso da un
concorso pubblico perchè ha
presentato i documenti necessari un
minuto dopo la scadenza mentre a una
lista elettorale si chiuda un
occhio nonostante la legge sulla
presentazione delle liste parli
chiaro?
Ciao,
Davide
Il 08/03/2010 16.36, Lorenzo
Dellacorte ha scritto:
> Rimango positivamente allibito
dall'entusiamo con cui a sinistra tanti
> si sono scatenati
sulla questione del ripristino della lista del PDL nel
> Lazio
nonostante gli errori di presentazione. Una partecipazione
emotiva
> riscontrabile nelle varie mailing list che nè i
licenziamenti, la
> disoccupazione, la falcidia dei salari, le
morti sul lavoro, la farsa
> parlamentare quotidiana, ecc, ecc
riescono a muovere! Evidentemente il
> popolo viola sta bene e
gode di un buon reddito perchè non l'ho mai
> visto organizzare
una manifestazione in difesa del salario o del posto
> di
lavoro. Solo scampagnate urbane come i girotondini! La Costituzione
è
> morta da anni, il parlamento è un teatrino di furbetti che
operano
> contro i lavoratori da anni! Bonino, Bersani sono
piccoli Papandreu
> italiani che scalpitano per arrivare al
potere e stangare gli operai per
> conto di confindustria! Di
Pietro è un uomo dei servizi! L'Italia sembra
> sottoposta ad un
bombardamento selettivo di bromuro: si accende sulle
> cazzate,
si addormenta sulle cose serie!! Nel merito, avendo a suo
tempo
> presentato una mia lista elettorale e con relativo
successo, ho potuto
> toccare con mano le nefandezze
sistematiche che si consumano nel
> meccanismo elettorale:
irregolarità per tutti nelle presentazioni, e
> brogli clamorosi
nei seggi. E' stato presentato reclamo e nonostante il
> 30% dei
verbali di seggio fosse completamente bianco, questo è stato
>
respinto dalla Corte d'Appello in nome della legalità
costituzionale!!
>
> --- *Dom 7/3/10, Loredana Morandi
/<
loredana.morandi at tiscali.it>/*
ha
> scritto:
>
>
>
Da: Loredana Morandi <
loredana.morandi at tiscali.it>
>
Oggetto: Re: [pace] La logica zoppa di
Napolitano.Utile leggere
> integralmente
la sua versione e il testo del decreto.
>
A:
pace at peacelink.it>
Data: Domenica 7 marzo 2010,
11:05
>
> Caro
Marco,
> è giusto dire la verità senza
nasconderci nulla.
> Liste o non liste,
termini o non termini, leggina o non leggina,
>
presidente o non presidente:
>
Nel Lazio NON SI PUO' votare la Bonino e il suo
patto scellerato con
> la "destra
sociale".
> Perché ditemi: come li
impiegherebbe alla Regione Lazio i due NAR
>
Francesca Mambro e Valerio Fioravanti?
>
Saluti
>
L.M.
>
>
----- Original Message -----
>
*From:* marco palombo
>
<
http://it.mc244.mail.yahoo.com/mc/compose?to=elbano9 at yahoo.it>
>
*To:*
pace at peacelink.it>
<
http://it.mc244.mail.yahoo.com/mc/compose?to=pace at peacelink.it>
>
;
eco-fem-nonviolenta at groups.com>
<
http://it.mc244.mail.yahoo.com/mc/compose?to=eco-fem-nonviolenta at groups.com>
>
>
*Sent:* Sunday, March 07, 2010 9:40
AM
> *Subject:* [pace] La
logica zoppa di Napolitano.Utile leggere
>
integralmente la sua versione e il testo del
decreto.
>
>
>
Credo che in questo momento sia utile leggere
e diffondere
>
sia il testo integrale del decreto, che in queso
momento
>
non sono riuscito a scaricare probabilmente per
troppi
>
accessi , sia la spiegazione ufficiale che
Napolitano da'
>
sul sito del Quirinale. E' bene che legga chi
ha
>
competenze giuridiche e chi non le ha. Io non le ho,
ma un
>
po' di logica l' ho studiata, il testo del decreto e
la
>
versione di Napolitano mi sembrano insensati e penso
che
>
questo giudizio possa essere condiviso da tutti. La
legge
>
e' uguale per tutti ?Se questo e' vero nessuno puo'
avere
>
piu' diritti di altri.Se in gara di appalto si
presentano
>
una ditta piccola, ma con tutti i requisiti
necessari, e
>
una grande, magari prestigiosa,che magari ha fatto
cose
>
eccezionali,ma quest' ultima non si presenta entro
i
>
termini o non porta la documentazione necessaria,
si
>
cambia, DOPO LA SCADENZA DEI TERMINI, le regole ?
Il
>
decreto viene definito interpretativo ma
Napolitano
>
dichiara ufficialmente che la motivazione e'
fare
>
presentare le liste del partito del presidente
del
>
consiglio. Ricordo che in altre regioni altre liste
sono
>
state escluse per gli stessi motivi e il decreto in
alcune
>
sue parti e' valido solo per le regioni che
interessano le
>
liste del partito del presidente del consiglio.La
legge e'
>
uguale per tutti. si o no? Credo proprio che non
sia
>
necessaria la conoscenza del diritto costituzionale
per
>
affermare che Napolitano non doveva
firmare.
>
>
>
Il Presidente Napolitano risponde ai
cittadini
>
> Signor
Presidente della Repubblica,
>
le chiedo di non firmare il decreto interpretativo
proposto dal
> governo in
quanto in un paese democratico le regole non possono
>
essere cambiate in corso d'opera e a
piacimento del governo, ma
>
devono essere rispettate da tutte le componenti
politiche e
> sociali per
la loro importanza per la democrazia e la vita
>
sociale dei cittadini italiani.
>
Confidando nella sua serenità e
capacità di giudizio per il bene
>
del Paese e nel suo alto rispetto per la nostra
Costituzione.
> Cordiali
saluti
> *Alessandro
Magni*
> Signor Presidente
Napolitano,
> sono a
chiederle di fare tutto quello che lei può per lasciarci
>
la possibilità di votare in Lombardia
chi riteniamo che ci possa
>
rappresentare. Se così non fosse, sarebbe un grave
attentato al
> diritto di
voto.
> In
fede
> *M. Cristina
Varenna*
> /Egregio signor
Magni, gentile signora Varenna,
>
ho letto con attenzione le vostre lettere e
desidero, vostro
>
tramite, rispondere con sincera considerazione per
tutte le
> opinioni dei
tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.
>
Il problema da risolvere era, da
qualche giorno, quello di
>
garantire che si andasse dovunque alle elezioni
regionali con la
> piena
partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non
era
> sostenibile che
potessero non parteciparvi nella più grande
>
regione italiana il candidato presidente e la
lista del maggior
>
partito politico di governo, per gli errori nella
presentazione
> della
lista contestati dall'ufficio competente costituito
presso
> la corte
d'appello di Milano. Erano in gioco due interessi o
>
"beni" entrambi meritevoli di tutela:
il rispetto delle norme e
>
delle procedure previste dalla legge e il diritto
dei cittadini
> di
scegliere col voto tra programmi e schieramenti
alternativi.
> Non si può
negare che si tratti di "beni" egualmente preziosi
>
nel nostro Stato di diritto e
democratico.
> Si era nei
giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte
>
dei maggiori esponenti
dell'opposizione, che avevano dichiarato
>
di non voler vincere - neppure in Lombardia - "per
abbandono
>
dell'avversario" o "a tavolino". E si era anche da
più parti
> parlato della
necessità di una "soluzione politica": senza
>
peraltro chiarire in che senso ciò andasse
inteso. Una soluzione
>
che fosse cioè "frutto di un accordo", concordata
tra
> maggioranza e
opposizioni?
> Ora sarebbe
stato certamente opportuno ricercare un tale
>
accordo, andandosi al di là delle polemiche
su errori e
>
responsabilità dei presentatori delle liste non
ammesse e sui
> fondamenti
delle decisioni prese dagli uffici elettorali
>
pronunciatisi in materia. In realtà, sappiamo
quanto risultino
>
difficili accordi tra governo, maggioranza e
opposizioni anche
> in
casi particolarmente delicati come questo e ancor più in
>
clima elettorale: difficili per
tendenze all'autosufficienza e
>
scelte unilaterali da una parte, e per diffidenze di
fondo e
> indisponibilità
dall'altra parte.
> Ma in
ogni caso - questo è il punto che mi preme sottolineare
-
> la "soluzione
politica", ovvero l'intesa tra gli schieramenti
>
politici, avrebbe pur sempre dovuto tradursi
in soluzione
> normativa,
in un provvedimento legislativo che intervenisse
>
tempestivamente per consentire lo svolgimento
delle elezioni
> regionali
con la piena partecipazione dei principali
>
contendenti. E i tempi si erano a tal punto
ristretti - dopo i
> già
intervenuti pronunciamenti delle Corti di appello di Roma
e
> Milano - che quel
provvedimento non poteva che essere un decreto
>
legge.
>
Diversamente dalla bozza di decreto prospettatami
dal Governo in
> un teso
incontro giovedì sera, il testo successivamente
>
elaborato dal Ministero dell'interno e dalla
Presidenza del
> consiglio
dei ministri non ha presentato a mio avviso evidenti
>
vizi di incostituzionalità. Né si è
indicata da nessuna parte
>
politica quale altra soluzione - comunque
inevitabilmente
>
legislativa - potesse essere ancora più esente da
vizi e dubbi
> di quella
natura.
> La vicenda è
stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e
>
divisioni, e ha messo in evidenza l'acuirsi
non solo di tensioni
>
politiche, ma di serie tensioni istituzionali. E'
bene che tutti
> se ne
rendano conto. Io sono deciso a tenere ferma una linea
di
> indipendente e
imparziale svolgimento del ruolo, e di rigoroso
>
esercizio delle prerogative, che la
Costituzione attribuisce al
>
Presidente della Repubblica, nei limiti segnati
dalla stessa
> Carta e in
spirito di leale cooperazione istituzionale. Un
>
effettivo senso di responsabilità dovrebbe
consigliare a tutti i
>
soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi
al Capo
> dello Stato con
aspettative e pretese improprie, e a chi governa
>
di rispettarne costantemente le funzioni e i
poteri.
>
Cordialmente/
>
*/Giorgio
Napolitano/*
>
>
>
>
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