Vorrei dire che dopo che è stato calpestato
l'art.11 la nostra Costituzione ha cominciato a non godere buona salute.....e
poi il resto...........
miry vallero
----- Original Message -----
Sent: Monday, March 08, 2010 5:12
PM
Subject: Re: [pace] La logica zoppa
Tu credi che si possa salvare il lavoro se muore la
Costituzione?
Enrico Peyretti, Torino
----- Original Message -----
Sent: Monday, March 08, 2010 4:36
PM
Subject: Re: [pace] La logica zoppa
di Napolitano.Utile leggere integralmente la sua versione e il testo del
decreto.
Rimango positivamente allibito dall'entusiamo con cui
a sinistra tanti si sono scatenati sulla questione del ripristino
della lista del PDL nel Lazio nonostante gli errori di
presentazione. Una partecipazione emotiva riscontrabile nelle varie
mailing list che nè i licenziamenti, la disoccupazione, la falcidia
dei salari, le morti sul lavoro, la farsa parlamentare quotidiana,
ecc, ecc riescono a muovere! Evidentemente il popolo viola sta bene
e gode di un buon reddito perchè non l'ho mai visto organizzare una
manifestazione in difesa del salario o del posto di lavoro. Solo
scampagnate urbane come i girotondini! La Costituzione è morta da
anni, il parlamento è un teatrino di furbetti che operano contro i
lavoratori da anni! Bonino, Bersani sono piccoli Papandreu italiani
che scalpitano per arrivare al potere e stangare gli operai per
conto di confindustria! Di Pietro è un uomo dei servizi! L'Italia
sembra sottoposta ad un bombardamento selettivo di bromuro: si
accende sulle cazzate, si addormenta sulle cose serie!! Nel merito,
avendo a suo tempo presentato una mia lista elettorale e con
relativo successo, ho potuto toccare con mano le nefandezze
sistematiche che si consumano nel meccanismo elettorale:
irregolarità per tutti nelle presentazioni, e brogli clamorosi
nei seggi. E' stato presentato reclamo e nonostante il 30% dei
verbali di seggio fosse completamente bianco, questo è stato
respinto dalla Corte d'Appello in nome della legalità
costituzionale!!
--- Dom 7/3/10, Loredana Morandi
<loredana.morandi at tiscali.it> ha scritto:
Da:
Loredana Morandi <loredana.morandi at tiscali.it> Oggetto:
Re: [pace] La logica zoppa di Napolitano.Utile leggere
integralmente la sua versione e il testo del decreto. A:
pace at peacelink.it Data: Domenica 7 marzo 2010, 11:05
Caro Marco,
è giusto dire la verità senza
nasconderci nulla.
Liste o non liste, termini o non
termini, leggina o non leggina, presidente o non presidente:
Nel Lazio NON SI
PUO' votare la Bonino e il suo patto scellerato con la
"destra sociale".
Perché ditemi: come li impiegherebbe
alla Regione Lazio i due NAR Francesca Mambro e Valerio
Fioravanti?
Saluti
L.M.
----- Original Message -----
Sent: Sunday, March 07,
2010 9:40 AM
Subject: [pace] La logica
zoppa di Napolitano.Utile leggere integralmente la sua versione
e il testo del decreto.
Credo che in questo momento
sia utile leggere e diffondere sia il testo integrale del
decreto, che in queso momento non sono riuscito a scaricare
probabilmente per troppi accessi , sia la spiegazione ufficiale
che Napolitano da' sul sito del Quirinale. E' bene che legga chi
ha competenze giuridiche e chi non le ha. Io non le ho, ma un
po' di logica l' ho studiata, il testo del decreto e la
versione di Napolitano mi sembrano insensati e penso che
questo giudizio possa essere condiviso da tutti. La legge e'
uguale per tutti ?Se questo e' vero nessuno puo' avere piu'
diritti di altri.Se in gara di appalto si presentano una ditta
piccola, ma con tutti i requisiti necessari, e una grande,
magari prestigiosa,che magari ha fatto cose eccezionali,ma
quest' ultima non si presenta entro i termini o non porta la
documentazione necessaria, si cambia, DOPO LA SCADENZA DEI
TERMINI, le regole ? Il decreto viene definito interpretativo ma
Napolitano dichiara ufficialmente che la motivazione e' fare
presentare le liste del partito del presidente del consiglio.
Ricordo che in altre regioni altre liste sono state escluse per
gli stessi motivi e il decreto in alcune sue parti e' valido
solo per le regioni che interessano le liste del partito del
presidente del consiglio.La legge e' uguale per tutti. si o no?
Credo proprio che non sia necessaria la conoscenza del diritto
costituzionale per affermare che Napolitano non doveva
firmare.
Il Presidente Napolitano risponde ai
cittadini
Signor Presidente della Repubblica, le chiedo di non
firmare il decreto interpretativo proposto dal governo in quanto
in un paese democratico le regole non possono essere cambiate in
corso d'opera e a piacimento del governo, ma devono essere
rispettate da tutte le componenti politiche e sociali per la
loro importanza per la democrazia e la vita sociale dei
cittadini italiani. Confidando nella sua serenità e capacità
di giudizio per il bene del Paese e nel suo alto rispetto per la
nostra Costituzione. Cordiali saluti Alessandro
Magni
Signor Presidente Napolitano, sono a chiederle di fare
tutto quello che lei può per lasciarci la possibilità di votare
in Lombardia chi riteniamo che ci possa rappresentare. Se così
non fosse, sarebbe un grave attentato al diritto di voto. In
fede M. Cristina Varenna
Egregio signor Magni, gentile signora Varenna, ho
letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro
tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le
opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.
Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di
garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la
piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era
sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande
regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior
partito politico di governo, per gli errori nella presentazione
della lista contestati dall'ufficio competente costituito presso
la corte d'appello di Milano. Erano in gioco due interessi o
"beni" entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e
delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini
di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi.
Non si può negare che si tratti di "beni" egualmente preziosi
nel nostro Stato di diritto e democratico. Si
era nei giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte dei
maggiori esponenti dell'opposizione, che avevano dichiarato di
non voler vincere - neppure in Lombardia - "per abbandono
dell'avversario" o "a tavolino". E si era anche da più parti
parlato della necessità di una "soluzione politica": senza
peraltro chiarire in che senso ciò andasse inteso. Una soluzione
che fosse cioè "frutto di un accordo", concordata tra
maggioranza e opposizioni? Ora sarebbe stato certamente
opportuno ricercare un tale accordo, andandosi al di là delle
polemiche su errori e responsabilità dei presentatori delle
liste non ammesse e sui fondamenti delle decisioni prese dagli
uffici elettorali pronunciatisi in materia. In realtà, sappiamo
quanto risultino difficili accordi tra governo, maggioranza e
opposizioni anche in casi particolarmente delicati come questo e
ancor più in clima elettorale: difficili per tendenze
all'autosufficienza e scelte unilaterali da una parte, e per
diffidenze di fondo e indisponibilità dall'altra parte. Ma in
ogni caso - questo è il punto che mi preme sottolineare - la
"soluzione politica", ovvero l'intesa tra gli schieramenti
politici, avrebbe pur sempre dovuto tradursi in soluzione
normativa, in un provvedimento legislativo che intervenisse
tempestivamente per consentire lo svolgimento delle elezioni
regionali con la piena partecipazione dei principali
contendenti. E i tempi si erano a tal punto ristretti - dopo i
già intervenuti pronunciamenti delle Corti di appello di Roma e
Milano - che quel provvedimento non poteva che essere un decreto
legge. Diversamente dalla bozza di decreto
prospettatami dal Governo in un teso incontro giovedì sera, il
testo successivamente elaborato dal Ministero dell'interno e
dalla Presidenza del consiglio dei ministri non ha presentato a
mio avviso evidenti vizi di incostituzionalità. Né si è indicata
da nessuna parte politica quale altra soluzione - comunque
inevitabilmente legislativa - potesse essere ancora più esente
da vizi e dubbi di quella natura. La vicenda è stata molto
spinosa, fonte di gravi contrasti e divisioni, e ha messo in
evidenza l'acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie
tensioni istituzionali. E' bene che tutti se ne rendano conto.
Io sono deciso a tenere ferma una linea di indipendente e
imparziale svolgimento del ruolo, e di rigoroso esercizio delle
prerogative, che la Costituzione attribuisce al Presidente della
Repubblica, nei limiti segnati dalla stessa Carta e in spirito
di leale cooperazione istituzionale. Un effettivo senso di
responsabilità dovrebbe consigliare a tutti i soggetti politici
e istituzionali di non rivolgersi al Capo dello Stato con
aspettative e pretese improprie, e a chi governa di rispettarne
costantemente le funzioni e i poteri. Cordialmente
Giorgio
Napolitano
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