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Re: [pace] La logica zoppa di Napolitano.Utile leggere integralmente la sua versione e il testo del decreto.
- Subject: Re: [pace] La logica zoppa di Napolitano.Utile leggere integralmente la sua versione e il testo del decreto.
- From: Davide Bertok <davide at bertok.it>
- Date: Mon, 08 Mar 2010 16:59:38 +0100
Ciao Lorenzo, è una semplice questione di mancanza rispetto delle regole per cui si finisce per essere allibiti. Rimanendo sul tuo esempio riguardante il lavoro, a te starebbe bene che un tuo amico precario venisse escluso da un concorso pubblico perchè ha presentato i documenti necessari un minuto dopo la scadenza mentre a una lista elettorale si chiuda un occhio nonostante la legge sulla presentazione delle liste parli chiaro?
Ciao, Davide Il 08/03/2010 16.36, Lorenzo Dellacorte ha scritto:
Rimango positivamente allibito dall'entusiamo con cui a sinistra tanti
si sono scatenati sulla questione del ripristino della lista del PDL nel
Lazio nonostante gli errori di presentazione. Una partecipazione emotiva
riscontrabile nelle varie mailing list che nè i licenziamenti, la
disoccupazione, la falcidia dei salari, le morti sul lavoro, la farsa
parlamentare quotidiana, ecc, ecc riescono a muovere! Evidentemente il
popolo viola sta bene e gode di un buon reddito perchè non l'ho mai
visto organizzare una manifestazione in difesa del salario o del posto
di lavoro. Solo scampagnate urbane come i girotondini! La Costituzione è
morta da anni, il parlamento è un teatrino di furbetti che operano
contro i lavoratori da anni! Bonino, Bersani sono piccoli Papandreu
italiani che scalpitano per arrivare al potere e stangare gli operai per
conto di confindustria! Di Pietro è un uomo dei servizi! L'Italia sembra
sottoposta ad un bombardamento selettivo di bromuro: si accende sulle
cazzate, si addormenta sulle cose serie!! Nel merito, avendo a suo tempo
presentato una mia lista elettorale e con relativo successo, ho potuto
toccare con mano le nefandezze sistematiche che si consumano nel
meccanismo elettorale: irregolarità per tutti nelle presentazioni, e
brogli clamorosi nei seggi. E' stato presentato reclamo e nonostante il
30% dei verbali di seggio fosse completamente bianco, questo è stato
respinto dalla Corte d'Appello in nome della legalità costituzionale!!
--- *Dom 7/3/10, Loredana Morandi /<loredana.morandi at tiscali.it>/* ha
scritto:
Da: Loredana Morandi <loredana.morandi at tiscali.it>
Oggetto: Re: [pace] La logica zoppa di Napolitano.Utile leggere
integralmente la sua versione e il testo del decreto.
A: pace at peacelink.it
Data: Domenica 7 marzo 2010, 11:05
Caro Marco,
è giusto dire la verità senza nasconderci nulla.
Liste o non liste, termini o non termini, leggina o non leggina,
presidente o non presidente:
Nel Lazio NON SI PUO' votare la Bonino e il suo patto scellerato con
la "destra sociale".
Perché ditemi: come li impiegherebbe alla Regione Lazio i due NAR
Francesca Mambro e Valerio Fioravanti?
Saluti
L.M.
----- Original Message -----
*From:* marco palombo
<http://it.mc244.mail.yahoo.com/mc/compose?to=elbano9 at yahoo.it>
*To:* pace at peacelink.it
<http://it.mc244.mail.yahoo.com/mc/compose?to=pace at peacelink.it>
; eco-fem-nonviolenta at groups.com
<http://it.mc244.mail.yahoo.com/mc/compose?to=eco-fem-nonviolenta at groups.com>
*Sent:* Sunday, March 07, 2010 9:40 AM
*Subject:* [pace] La logica zoppa di Napolitano.Utile leggere
integralmente la sua versione e il testo del decreto.
Credo che in questo momento sia utile leggere e diffondere
sia il testo integrale del decreto, che in queso momento
non sono riuscito a scaricare probabilmente per troppi
accessi , sia la spiegazione ufficiale che Napolitano da'
sul sito del Quirinale. E' bene che legga chi ha
competenze giuridiche e chi non le ha. Io non le ho, ma un
po' di logica l' ho studiata, il testo del decreto e la
versione di Napolitano mi sembrano insensati e penso che
questo giudizio possa essere condiviso da tutti. La legge
e' uguale per tutti ?Se questo e' vero nessuno puo' avere
piu' diritti di altri.Se in gara di appalto si presentano
una ditta piccola, ma con tutti i requisiti necessari, e
una grande, magari prestigiosa,che magari ha fatto cose
eccezionali,ma quest' ultima non si presenta entro i
termini o non porta la documentazione necessaria, si
cambia, DOPO LA SCADENZA DEI TERMINI, le regole ? Il
decreto viene definito interpretativo ma Napolitano
dichiara ufficialmente che la motivazione e' fare
presentare le liste del partito del presidente del
consiglio. Ricordo che in altre regioni altre liste sono
state escluse per gli stessi motivi e il decreto in alcune
sue parti e' valido solo per le regioni che interessano le
liste del partito del presidente del consiglio.La legge e'
uguale per tutti. si o no? Credo proprio che non sia
necessaria la conoscenza del diritto costituzionale per
affermare che Napolitano non doveva firmare.
Il Presidente Napolitano risponde ai cittadini
Signor Presidente della Repubblica,
le chiedo di non firmare il decreto interpretativo proposto dal
governo in quanto in un paese democratico le regole non possono
essere cambiate in corso d'opera e a piacimento del governo, ma
devono essere rispettate da tutte le componenti politiche e
sociali per la loro importanza per la democrazia e la vita
sociale dei cittadini italiani.
Confidando nella sua serenità e capacità di giudizio per il bene
del Paese e nel suo alto rispetto per la nostra Costituzione.
Cordiali saluti
*Alessandro Magni*
Signor Presidente Napolitano,
sono a chiederle di fare tutto quello che lei può per lasciarci
la possibilità di votare in Lombardia chi riteniamo che ci possa
rappresentare. Se così non fosse, sarebbe un grave attentato al
diritto di voto.
In fede
*M. Cristina Varenna*
/Egregio signor Magni, gentile signora Varenna,
ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro
tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le
opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.
Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di
garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la
piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era
sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande
regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior
partito politico di governo, per gli errori nella presentazione
della lista contestati dall'ufficio competente costituito presso
la corte d'appello di Milano. Erano in gioco due interessi o
"beni" entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e
delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini
di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi.
Non si può negare che si tratti di "beni" egualmente preziosi
nel nostro Stato di diritto e democratico.
Si era nei giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte
dei maggiori esponenti dell'opposizione, che avevano dichiarato
di non voler vincere - neppure in Lombardia - "per abbandono
dell'avversario" o "a tavolino". E si era anche da più parti
parlato della necessità di una "soluzione politica": senza
peraltro chiarire in che senso ciò andasse inteso. Una soluzione
che fosse cioè "frutto di un accordo", concordata tra
maggioranza e opposizioni?
Ora sarebbe stato certamente opportuno ricercare un tale
accordo, andandosi al di là delle polemiche su errori e
responsabilità dei presentatori delle liste non ammesse e sui
fondamenti delle decisioni prese dagli uffici elettorali
pronunciatisi in materia. In realtà, sappiamo quanto risultino
difficili accordi tra governo, maggioranza e opposizioni anche
in casi particolarmente delicati come questo e ancor più in
clima elettorale: difficili per tendenze all'autosufficienza e
scelte unilaterali da una parte, e per diffidenze di fondo e
indisponibilità dall'altra parte.
Ma in ogni caso - questo è il punto che mi preme sottolineare -
la "soluzione politica", ovvero l'intesa tra gli schieramenti
politici, avrebbe pur sempre dovuto tradursi in soluzione
normativa, in un provvedimento legislativo che intervenisse
tempestivamente per consentire lo svolgimento delle elezioni
regionali con la piena partecipazione dei principali
contendenti. E i tempi si erano a tal punto ristretti - dopo i
già intervenuti pronunciamenti delle Corti di appello di Roma e
Milano - che quel provvedimento non poteva che essere un decreto
legge.
Diversamente dalla bozza di decreto prospettatami dal Governo in
un teso incontro giovedì sera, il testo successivamente
elaborato dal Ministero dell'interno e dalla Presidenza del
consiglio dei ministri non ha presentato a mio avviso evidenti
vizi di incostituzionalità. Né si è indicata da nessuna parte
politica quale altra soluzione - comunque inevitabilmente
legislativa - potesse essere ancora più esente da vizi e dubbi
di quella natura.
La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e
divisioni, e ha messo in evidenza l'acuirsi non solo di tensioni
politiche, ma di serie tensioni istituzionali. E' bene che tutti
se ne rendano conto. Io sono deciso a tenere ferma una linea di
indipendente e imparziale svolgimento del ruolo, e di rigoroso
esercizio delle prerogative, che la Costituzione attribuisce al
Presidente della Repubblica, nei limiti segnati dalla stessa
Carta e in spirito di leale cooperazione istituzionale. Un
effettivo senso di responsabilità dovrebbe consigliare a tutti i
soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo
dello Stato con aspettative e pretese improprie, e a chi governa
di rispettarne costantemente le funzioni e i poteri.
Cordialmente/
*/Giorgio Napolitano/*
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