Sono d'accordo che Obama non è Bush,
tutt'altro.
Il fatto è che fanno cose molto simili.
Questo ci
deve preoccupare: credo sia un segno che gli USA sono irriformabili
nonostante i desideri di Obama e di molti statunitensi. Il che è molto
più grave di un "presidente cattivo".
Fatte le debite proporzioni
credo che anche il sistema politico italiano sia irriformabile e che
stare a discettare se è meglio Bersani o Berulsconi o Fini sia tempo
perso: il capitalismo più selvaggio e avido trionfa, se ne avrà
vantaggio si travestirà da fascismo, per ora si mimetizza da
riformismo... e che riforme! Con il beneplacito di Bersani,
Franceschini, Dalema; anche Ferrero pare disposto a tutto pur di
liberarsi del puttaniere.
Dio ce la mandi buona.
Secondo me, equiparare Prodi e
Berlusconi, Bush e Obama, è martellarsi le dita delle mani e dei
piedi, ecc. , è volersi male, e voler male anche alle vittime.
La politica è una piccola cosa,
stretta nella realtà spesso brutta. Condiziona molto, ma soprattutto
dipende dall'animo della società. Spec. nelle "democrazie" vuole il
consenso. Sembra primaria, ma è secondaria.
Il potere militar-materiale
degli stati "ottunde l'intelligenza" (Kant), è pericoloso anzitutto
a chi ce l'ha, che diventa pericoloso per gli
altri. Noi "cittadini" (= "politici")
facciamo (cioè tentiamo, ci arrabattiamo di fare) la vera politica
(vita della "polis" umana), col "potere di", col "potere per", e non
il "potere su".
Di quella politica là, dei
governi, possiamo già essere contenti se, insieme a un passo
indietro, ne fanno uno e mezzo in avanti, sui tempi lunghi. E se
hanno qualche idea più giusta di ciò che fanno.
Più dei singoli passi, conta la
direzione, cioè i valori in vista, l'orizzonte. Questo spetta a noi
tenerlo sempre chiaro, ed esigere l'orientamento. Dobbiamo discutere
gli atti dei potenti, giudicarli, ma sapere che tutto è solo sempre
gradualità, sempre con contraddizioni. Si arranca sulla terra e
non si vola.
A noi, movimenti,
cultura e anima della società, tocca la responsabilità di "dire
la verità al potere" (Gandhi), e di correggerlo in continuazione,
senza rifugiarci nell'autosoddisfazione paralitica di non vederne le
pur piccole differenze e variazioni. I risultati si preparano e non
si vedono. I ritmi della giustizia e della pace sono secolari. Una
regola dell'azione giusta è la costanza, anche a mani
vuote.
So bene che in altri momenti
dico cose diverse, complementari a queste. Camminare è squilibrarsi,
ora buttare avanti il piede destro, ora il sinistro.
Buoni anni e buoni secoli!
Ciao, Enrico
30 dicembre 2009