Re: [pace] La dichiarazione de Il Cairo



Gaza Freedom March: la 'Dichiarazione del Cairo'.


I partecipanti alla Gaza Freedom March hanno redatto la “Dichiarazione dal Cairo” per terminare l’Apartheid israeliana.

Il Cairo. I partecipanti alla Gaza Freedom March hanno approvato oggi (1° gennaio 2010, ndr) una dichiarazione finalizzata ad accelerare la campagna globale per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro l’Apartheid israeliana. Per ora, i firmatari della dichiarazione sono circa 130.

Circa 1.400 attivisti da 43 paesi si sono riuniti al Cairo sulla via per Gaza per unirsi ai Palestinesi che marciavano per interrompere l’illegale assedio Israeliano. Le autorità egiziane hanno impedito loro di entrare a Gaza.

Come risultato, i partecipanti alla Gaza Freedom March sono rimasti al Cairo. Hanno dato luogo ad una serie di iniziative non violente finalizzate a far pressione sulla comunità internazionale per porre fine all’assedio come passo iniziale della lotta per rendere giustizia ai Palestinesi sparsi ovunque nella storica Palestina.

Questa dichiarazione deriva dalle seguenti azioni:

Basta con l’Apartheid israeliana

Dichiarazione dal Cairo

1° Gennaio, 2010

Noi, delegati internazionali riuniti al Cairo durante la Gaza Freedom March 2009, come risposta collettiva ad un’iniziativa della delegazione Sudafricana, dichiariamo:

In considerazione di quanto segue:

l’attuale punizione collettiva che Israele infligge ai Palestinesi attraverso l’occupazione e l’assedio illegale di Gaza;

l’occupazione illegale della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, e il proseguimento della costruzione illegale del muro dell’Apartheid e delle colonie;

il nuovo muro che stanno costruendo Egitto e Usa che addirittura rafforzerà l’assedio di Gaza;

il disprezzo per la democrazia palestinese mostrato da Israele, Usa, Canada, Unione Europea ed altri dopo le elezioni palestinesi del 2006;

i crimini di guerra commessi da Israele durante l’invasione di Gaza un anno fa;

la continua discriminazione e repressione che i Palestinesi affrontano all’interno di Israele;

la continuazione dell’esilio per milioni di rifugiati palestinesi;

tutti i suddetti atti di oppressione trovano fondamentalmente origine nell’ideologia sionista che è alla base di Israele;

sappiamo che i nostri governi hanno dato ad Israele diretto supporto economico, finanziario, militare e diplomatico, consentendogli di agire con impunità;

e memori della Dichiarazione Onu dei Diritti dei Popoli Indigeni (2007)

Riconfermiamo il nostro impegno per:

l’autodeterminazione dei Palestinesi
la fine dell’Occupazione

pari diritti per tutti all’interno della storica Palestina

il pieno diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi

A tal fine confermiamo il nostro impegno nei confronti della richiesta di United Palestinian, del luglio 2005, di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) per costringere Israele a rispettare le leggi internazionali.

Fino a quando ciò non accadrà, noi cerchiamo e speriamo di dar luogo a un movimento globale di massa, democratico, anti-apartheid per lavorare di comune accordo con la società civile palestinese e implementare la richiesta palestinese di BDS.

Consci delle tante e forti similitudini tra l’apartheid praticata da Israele e la precedente apartheid del regime in Sudafrica, proponiamo:

1)         Un giro di conferenze nei primi sei mesi del 2010 tenuto da sindacalisti e attivisti delle società civili palestinese e sudafricana, a cui si uniranno sindacalisti e attivisti impegnati in questo progetto all’interno degli stati in cui si andrà, per insegnare a fondo le tecniche BDS  direttamente ai sindacati e più largamente a pubblico internazionale;

2)         La partecipazione alla Settimana dell’Apartheid israeliana nel marzo 2010;

3)         Un approccio sistematico e unitario nel boicottare i prodotti israeliani, coinvolgendo consumatori, lavoratori e sindacati dei settori di commercio, magazzinaggio e trasporto;

4)         Lo sviluppo del boicottaggio accademico, culturale e sportivo;

5)         Campagne presso i sindacati di settore e fondi pensionistici per incoraggiare il disinvestimento da compagnie direttamente coinvolte nell’Occupazione e/o nelle industrie militari israeliane;

6)         Azioni legali contro il reclutamento esterno di soldati posti al servizio delle milizie israeliane, e procedimento penale contro i criminali di guerra del governo israeliano; coordinamento dei Citizen’s Arrest Bureaux per identificare, condurre una campagna per denunciare e procedere contro i criminali di guerra israeliani; sostenere il Rapporto Goldstone e l’implementazione delle raccomandazioni in esso contenute;

7)         Campagna contro lo status di “fondazione di beneficienza” del Jewish National Fund (JNF).

Facciamo appello ad organizzazioni e ad individui che si riconoscono in questa dichiarazione affinché la firmino e lavorino con noi per realizzarla.

Inviateci una mail a :  cairodec at gmail.com

Firme (* affiliazione a solo scopo identificativo):

1.         Hedy Epstein, Holocaust Survivor/ Women in Black*, USA

SEGUONO LE ALTRE FIRME