Re: [pace] a chi ha risposto sul razzismo



E. P.
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Sent: Monday, January 04, 2010 4:43 PM
Subject: Re: [pace] a chi ha risposto sul razzismo

O non riesco per nulla, oppure solo dopo faticosi tentativi, a spedire i testi richiestimi. Ora spero che si possano mettere in un sito o lista peacelink cui ognuno possa accedere.
Grazie della pazienza (anche mia). Ciao, Enrico
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Sent: Monday, January 04, 2010 12:50 PM
Subject: Re: [pace] a chi ha risposto sul razzismo

Sono Nicoletta Crocella, ci incontriamo in varie liste, Giusto per passare ad una piccolissima azione pratica, sono interessata alla sintesi delle mail ed alle  relazioni, sia quella di Onida che dell'avvocata, posso avere da loro, e da te il permesso eventualmente di farne un libretto e pubblicarlo con le nostre edizioni? Un libretto semplice, nel nostro stile, che verrebbe prodotto in un numero limitato di copie e poi riprodotto di volta in volta in base alle richieste, così da fornire un agile manuale che potrebbe essere utle materiale di approfondimento e discussione sul tema, con la possibilità di arrivare a quanti non gradiscono la lettura in internet, o non usano il pc.
La mia è una piccolissima editrice, all'interno di una associazione che si occupa di arte contemporanea con particolare attenzione al ruolo sociale dell'artista, testimone del suo tempo. Realizziamo libri a tiratura limitata, spesso con intervento di artisti, e realizziamo libri in poche copie, utilizzando carta riciclata, o recuperata da fondi di tipografia e quant'altro, ristampandole nuovamente all'occorrenza, questo per evitare di sprecare le risorse del pianeta con carte raffinate, spazi bianchi, o montagne di libri che rimangono nei magazzini, o vanno al macero. I nostri libri sono realizzati con licenza creative commons, che consente l'uso parziale o totale dei testi, con la citazione dell'autore, ed, in caso di  riproduzione totale, anche della casa editrice di origine del libro. Non realizziamo libri coperti da copy right, essendo questo contrario ai principi di condivisione a cui ci rifacciamo.
Nicoletta Crocella

Il giorno 03 gennaio 2010 20.35, Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha scritto:

A chi ha risposto alla mia nota sul razzismo “Come in Germania anni ‘30”

 

Mando questa risposta unitaria e sintetica a quanti mi hanno scritto in risposta alla mia nota circolata (per lo più) col titolo “Come in Germania anni ‘30”. Ho raccolto gli indirizzi in due gruppi Antirazzismo 1 e 2. Per riservatezza li lascio nascosti. Non sono in grado per ragioni di tempo e per i molti impegni di fare da segretario e portalettere tra tutti. Se i moderatori accettano, chiedo di indirizzare eventuali proseguimenti sulle liste belle e impegnate che trovate in evidenza, a cui io sono iscritto. Chi non è iscritto potrà chiedere di iscriversi, e resterà libero di ritirarsi quando vorrà.

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Il mattino di domenica 27 dicembre 2009, scrivevo una nota “indignata” e sofferta dopo aver visto la sera precedente il film francese Welcome, su intolleranza e razzismo verso gli immigrati. Quel film non dice una novità, e proprio perciò rialza l’impegno antirazzista. Era una nota emozionata, ma non per questo meno fondata: «L’emozione non è il pensiero, ma è la madre del pensiero» (Ignacio Matte-Blanco)

Nello stesso giorno ricevevo 22 risposte significative, e altre nei giorni successivi, fino (salvo errori) a 46.

Ne ho fatta una sintesi (salvo di quelle riservate), per procedere nell’impegno. I nomi sono puntati. Chi vuole quella sintesi (9 pagine) me la chieda.

Ho ricevuto dal prof. Valerio Onida (già presidente della Corte Costituzionale) una grande relazione sui diritti costituzionali dello straniero. Sono da lui autorizzato a inviarla a chi me la chiede, o nella forma integrale, o in una sintesi fatta da me.

Da un’avvocato valorosamente impegnata nella difesa degli immigrati ho ricevuto una sintesi del “pacchetto sicurezza”, che posso pure fornire su richiesta.

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Il clima razzista sordo, diffuso, grave, fomentato e utilizzato a fini di potere, non è solo un’ingiustizia, ma va a sgretolare le istituzioni e valori irrinunciabili della civiltà giuridica e umana. L’aggressione programmata dell’attuale maggioranza alla Costituzione, contro la democrazia parlamentare e partecipata, a favore del “principato” monarchico e pre-moderno, e del privilegio nazionalistico, è una barbarie. La politica contraria al principio civile della “legge uguale per tutti”, a favore di una immunità personale di berlusconi dal controllo giudiziario, è una barbarie.

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Quella mia nota, per come mi esprimevo, è sembrata ad alcuni un invito a colpevolizzarsi, e ad altri un appello all’azione.

So bene che riconoscersi colpevoli paralizza se non diventa un moto di coscienza ad agire più giustamente.

Quanto all’azione, io non sono un uomo pratico, e non so organizzare alcunché. Il mio lavoro è soltanto per la circolazione delle idee che mi sembrano giuste e che possono promuovere comportamenti e politiche giuste. Scrivevo quelle parole gravi invitando il lettore a coordinare con altri sentimenti, idee, pratiche civili. Chi è capace di raccogliere e organizzare iniziative, sempre democratiche e nonviolente, sia personali che collettive, localmente o più ampiamente, farà bene a farlo. L'importante è che ognuno crei sensibilità, in sé e attorno a sé. Dalla sensibilità nascono opere concrete. Non si tratta per nessuno di fare gli “eroi”, ma ognuno può aiutare l’azione giusta di tanti. Occorre anche il coraggio di disturbarsi.

    Credo che ci siano tante energie, buone volontà - dalla cultura della giustizia al volontariato che assiste sul territorio i bisogni primari – che hanno solo bisogno di rafforzarsi nella consapevolezza, nell’appoggio reciproco e nella collaborazione. L’Italia ne ha bisogno, affinché un afflusso di civiltà umana e solidale arrivi alla politica degenerata o fiacca.

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Con l’aiuto di un amico, abbozzo un censimento. Un ampio gruppo delle vostre risposte fa perno sul concetto di “sensibilizzare: fare ciascuno la propria parte - diffondere riflessioni antirazziste - impegnarsi” (senza altre specificazioni).

Altre risposte invitano a dichiarazioni pubbliche, ad esporsi con azioni personali, a far percepire pubblicamente che c’è una parte cospicua di cittadini che non accetta. 

Altre ancora  invitano e si impegnano personalmente a “nutrire quei pochi” che ciascuno può sostenere:  cioè ad attivarsi nel concreto raggiungibile, anche se piccolo, assistendo le vittime della discriminazione.

Alcuni invitano a rafforzare le reti di collegamento, con formule varie.

Alcuni prospettano un impegno in un contesto politico, o comunque strutturato.

Altre risposte formulano osservazioni sparse  (spesso la risposta è plurima).

Una grande difficoltà segnalata è come comunicare e modificare i pregiudizi della parte più sprovveduta e impaurita della popolazione, soggetta alla cattiva informazione, dominata dalla strategia della paura. Infatti, c’è una spaccatura nel dialogo del paese, inflitta dai mezzi mediatici di berlusconi, facili, falsificatori, distraesti, corruttori della libertà di sapere. Perciò, diversi, pur impegnati ciascuno con le proprie capacità, soffrono un senso di impotenza e frustrazione.

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Non traggo alcuna conclusione. Vedo che il problema è grande e grave. Chiedo che quanti lo sentiamo comunichiamo tra noi per guarire la coscienza e la politica italiana da un virus malefico: la discriminazione tra esseri umani. Le soluzioni giuste sono difficili, ma, senza lo spirito giusto, diventano impossibili. Cercare lo spirito giusto e unirci in esso è la cosa più urgente e la prima concretezza.

Enrico Peyretti