Libertà per Abdallah Abu Rahmah e gli altri attivisti arrestati











 

LIBERTA’ PER ABDALLAH ABU RAHMAH, COORDINATORE DEL COMITATO POPOLARE DI RESISTENZA NONVIOLENTA DI BIL’IN

 

A Ramallah, nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 2009 sette jeep dell’esercito israeliano si sono situate di fronte alla casa di Abdallah Abu Rahamah, insegnante e coordinatore del Comitato popolare di resistenza nonviolenta del villaggio di Bil’In,  i soldati hanno fatto irruzione e lo hanno arrestato  alla presenza della moglie e delle tre piccole figlie. Il blitz che le forze armate israeliane hanno compiuto è parte del piano di repressione da parte delle  autorità israeliane delle pratiche di resistenza nonviolenta del villaggio di Bil’In, dei suoi abitanti, della sua leadership popolare e di tutti i Comitati e gli attivisti e attiviste che si oppongono al Muro di annessione coloniale.

 Il fatto che il raid notturno sia stato compiuto nella città di Ramallah, inoltre, costituisce una violazione ancora più grave, visto che secondo - anche se ormai defunti – gli accordi di Oslo, l’area di Ramallah dovrebbe essere affidata alle forze di sicurezza palestinese. A Ramallah,  Abdallah Abu Rahmah si era di recente trasferito con la moglie e le figlie proprio per sfuggire alla repressione dell’esercito israeliano nei confronti dei membri del Comitato popolare di resistenza nonviolenta di Bil’In, che ormai da cinque anni portano avanti una lotta pacifica e unitaria contro la costruzione del Muro di separazione nel villaggio, che ha privato i palestinesi del 65% della terra coltivata. 

Una lotta popolare e nonviolenta che si è sviluppata in tutta l’aera della Cisgiordania e che le autorità israeliane vogliono a tutti i costi fermare, perché a Bil’in, a Nil’in , a Massara e in tutti gli altri villaggi, non manifestano solo palestinesi ma anche israeliani e internazionali, ed è questa unità e questi legami tra le due società che le autorità israeliane vogliono reprimere, così come vogliono impedire che la resistenza popolare e nonviolenta  rappresenti un esempio non solo per la popolazione palestinese e israeliana ma anche per tutti coloro che, nel mondo, credono nella libertà e nella giustizia . Ad oggi sono 31 gli attivisti dei Comitati Popolari che sono stati arrestati, tra loro ragazzi, minacciati, picchiati ed intimoriti per far denunciare i membri dei Comitati Popolari, e migliaia e migliaia sono i palestinesi che sono nelle carceri, tra loro anche Adib Abu Rahmah di Bil’in e Mohammad Othman di Yayyus,  attivista pacifico della campagna “Stop the Wall”, arrestato di ritorno da un viaggio all’estero e detenuto senza processo dal settembre scorso.

 

Chiediamo che i governi europei e la Comunità internazionale agiscano per restituire la libertà ad Abdallah Abu Rahmah e a tutti gli arrestati, chiediamo alle rappresentanze diplomatiche straniere in Israele e Palestina di attivarsi verso le autorità Israeliane per chiedere la liberazione di Abdallah e di assistere all’ udienza preliminare che si terrà nella prigione di Ofer.

Chiediamo a tutti e a tutti  di mobilitarsi con ogni possibile  iniziativa, sit - in,  lettere di protesta, da inviare al governo italiano, alla presidenza dell’Unione Europea, all’amministrazione Usa, alle ambasciate israeliane.

 

Network internazionale per la resistenza nonviolenta palestinese

Info:  luisamorgantini@gmail.com

          int.resistenzanonviolenta@gmail.com

tel. +39 348 3921465 - +39 0686895520

 Roma 11 Dicembre 2009
vedi links
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