Re: [pace] Dio li perdoni



Osservo con piacere che la guerra in Afganistan con i suoi morti ha risveglato dal torpore estivo le coscienze che alimentano le mailing list sociali. E' un fatto molto positivo, ma è merito amche del fatto che l'Afganistan è lontano 10.000 Km. Invece sulla guerra quotidiana che la popolazione conduce ogni giorno in Italia per sopravvivere, nonostante le decine di migliaia di morti per lavoro, sanità, cattiva alimentazione, caos stradale, ecc ecc,  essendo troppo difficile da trattare, si stende un velo pietoso.

--- Gio 17/9/09, tiziano cardosi <tcardosi at indire.it> ha scritto:

Da: tiziano cardosi <tcardosi at indire.it>
Oggetto: Re: [pace] Dio li perdoni
A: pace at peacelink.it
Data: Giovedì 17 settembre 2009, 18:41

Dio perdoni anche tutti quelli che ci hanno raccontato per anni che quella non è guerra ma missione umanitaria, ricostruzione del sistema giudiziario, cooperazione internazionale e via cazzeggiando.
Dio perdoni anche noi, perdoni il nostro paese che ha un sussulto solo ora che muoiono 6 Italiani ed ha assistito inerte al massacro di decine di migliaia di Afghani.
Dio perdoni anche i giovani che vanno volontari e molto ben pagati a rischiare la pelle e ad uccidere altri esseri umani, Talebani o no.
Dio perdoni tutti i politici che si sono succeduti e che hanno fatto sì che passare dalla vita militare volontaria è ormai l'unica strada, per un giovane, per avere un posto fisso, non precario, uno stipendio decente.
Dio perdoni chi ha militarizzato la coscienza e la cultura del nostro paese.
Dio perdoni i giornalisti che hanno rinviato la manifestazione per la libertà di stampa e si commuovono oggi per la morte di alcuni Italiani. Dio perdoni che non soffre per la morte di chi italiano non è.
Dio ci perdoni tutti che non abbiamo fermato nessuna guerra.

Enrico Peyretti wrote:
Dio perdoni chi si è ucciso per uccidere i soldati italiani.
Dio perdoni i sei soldati italiani, morti in guerra a Kabul, e li accolga nella sua pace, che noi non sappiamo coltivare sulla terra.
Dio perdoni chi li ha mandati a rischio di uccidere e morire.
Confortiamo le famiglie, condividiamo il loro dolore, che è di tutti.
Gli "esperti" stanno dicendo alla radio: "Rafforzare le nostre truppe e mezzi, impossibile il ritiro. Avanti fino alla vittoria. La Nato non può perdere".
Abbiamo già visto simili vicoli ciechi di guerra.
Gli "esperti", dal 2001 di un Bush puramente vendicativo fino ad oggi, non hanno alcuna idea alternativa alla riproduzione della violenza.
La guerra non ha ridotto il potere integralista e violento dei talebani. Le finalità dichiarate di ricostruzione e addestramento dell'Afghanistan sono evidentemente sopraffatte dalla presenza e dalle relazioni a carattere bellico.
La storia lunga e le culture delle popolazioni della regione afghana (pensiamo alla nonviolenza attiva, ispirata all' islam, di Badshah Khan e dei pashtun, nella resistenza all'impero inglese) avrebbero consentito e possono consentire ancora la ricerca di rapporti civili ed economici alternativi alla cultura e ai metodi, da ogni parte, della violenza armata.
Enrico Peyretti, 17 settembre 2009, ore 12

INDIRE(INBOUND): messaggio controllato dal server antivirus

Allegato Rimosso INDIRE(INBOUND): messaggio controllato dal server antivirus