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Aggiornamento appello ONG su Gaza
- Subject: Aggiornamento appello ONG su Gaza
- From: Assopace Jerusalem <jerusalem at assopace.org>
- Date: Wed, 22 Jul 2009 14:32:48 +0300
Scusate per il doppio inoltro. --------- In allegato e a seguire l'appello con cui alcune ONG italiane richiedono all'UE e al Governo Italiano di adoperarsi per la riapertura dei valichi di frontiera con Gaza. Con preghiera di diffusione. SEI MESI DOPO L'OPERAZIONE MILITARE ISRAELIANA
"PIOMBO FUSO" A GAZA NULLA E' CAMBIATO
Gerusalemme, 22 luglio 2009 Le Organizzazioni non governative italiane
impegnate nella promozione e nella tutela dei diritti del Popolo
Palestinese rilanciano l’appello promosso da una coalizione di
organizzazioni umanitarie tra cui Oxfam International, Care West Bank
and Gaza, War Child Holland e Medical Aid for Palestinians UK, in cui
si chiede alla comunità internazionale e in particolare all’Unione
Europea, di compiere maggiori sforzi per rispondere concretamente ai
bisogni della popolazione di Gaza colpita dall’ultima offensiva
militare israeliana.
Sono trascorsi sei mesi dalla fine dell'attacco militare israeliano a Gaza e centinaia di migliaia di persone non hanno ancora una casa e non hanno accesso ai servizi di base, come l’acqua potabile. L’economia, incluso il settore agricolo, è quasi al collasso e la ricostruzione sembra un’impresa impossibile. L’Operazione Piombo Fuso (Cast Lead) ha distrutto il tessuto economico già fortemente indebolito dall’embargo imposto dal Governo Israeliano. Non ha senso continuare a privare le persone dell’opportunità di lavorare e sostenere le proprie famiglie. I valichi di frontiera devono essere aperti subito in modo da facilitare la ripresa delle attività economiche nel più breve tempo possibile. La ricostruzione è attualmente fortemente limitata a causa del divieto imposto dal Governo israeliano di far entrare nella Striscia di Gaza materiali come cemento e ferro. Ciò significa che 20,000 famiglie le cui abitazioni sono state rase al suolo o severamente danneggiate durante l’ultimo conflitto, non possono riprendere una vita normale. Molti sono costretti a vivere in campi profughi o in abitazioni improvvisate e del tutto precarie. Inoltre, circa 35,000 persone non hanno accesso all’acqua potabile e a un sistema sicuro di trattamento delle acque reflue. La ricostruzione di scuole, ospedali, università e di molte altre infrastrutture pubbliche non ha ancora avuto inizio. Cibo e medicine passano, in modo irregolare, solo attraverso il valico di Kerem Shalom e molte scorte di medicinali sono in fase di esaurimento. Nessun passo in avanti è stato compiuto dalla comunità internazionale per garantire l’entrata a Gaza degli aiuti e dei materiali di costruzione. E’ giunto il momento che i leader mondiali intraprendano azioni concrete volte a fare pressioni sul Governo Israeliano affinché i valichi vengano aperti e garantiscano l’entrata degli aiuti e dei materiali per la ricostruzione. Le restrizioni e i divieti imposti da Israele sono misure che violano i diritti umani della popolazione civile di Gaza. Tutto questo è inaccettabile. Pertanto facciamo appello all’Unione Europea affinché congeli il rafforzamento dell’accordo di associazione UE-Israele, accordo che ha come prerequisito da parte dello Stato di Israele il rispetto “dei principi della Carta delle Nazioni Unite, in particolare il rispetto dei diritti umani, dei principi democratici e la libertà economica” (“EURO-MEDITERRANEAN AGREEMENT” – Preamble); e compia tutti gli sforzi diplomatici necessari per garantire il pieno rispetto del diritto internazionale tenendo fede agli impegni presi per rilanciare il processo di ricostruzione a Gaza. Richiediamo, inoltre, al Governo Italiano che ha stanziato quattro milioni di euro per aiuti di emergenza indirizzati alla popolazione della Striscia di Gaza di esercitare le pressioni necessarie sul Governo di Israele affinché garantisca l’apertura dei valichi di frontiera ed il passaggio dei beni necessari per realizzare le attività ed i progetti di ricostruzione e di riabilitazione finanziati attraverso tali fondi. Come affermano le agenzie delle Nazioni Unite nei loro rapporti, il miglioramento delle condizioni della popolazione della Striscia di Gaza non è possibile senza l’apertura dei valichi di frontiera che permettano il passaggio di merci necessarie per la ricostruzione, come il cemento, e la ripresa delle attività commerciali e produttive. I Firmatari ACS CISP CISS COSPE CRIC CENTRO INTERNAZIONALE CROCEVIA DISVI EDUCAID MEDINA OVERSEAS TERRE DES HOMMES - ITALIA VIS GVC |
A
causa di un disguido tecnico sull'appello precedentemente inoltrato
mancava l'adesione di GVC, per la diffusione si prega di usare la nuova
versione con le adesioni aggiornate che trovate in allegato e a seguire.
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