paura pagana e impegno cristiano



Paura pagana e impegno cristiano

Chicco di senape (chiccodisenape at gmail.com ) è un gruppo di gruppi ecclesiali torinesi. Da una donna che ne fa parte viene questa meditazione, condivisa e fatta propria dal coordinamento, sul vangelo che giudica l’affanno pagano della nostra società. È questa paura che porta a leggi contro la giustizia, come quella del 2 luglio, cosiddetta sulla sicurezza, discriminante a danno degli immigrati. Il testo ci richiama all’impegno di solidarietà, si oppone alla politica dell’esclusione, chiede ai pastori della chiesa che parlino con forza evangelica per incoraggiarci tutti nella giustizia.

Nel sesto capitolo del Vangelo di Matteo meditiamo queste parole:

[25]Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? [26]Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? [27]E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? [28]E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. [29]Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. [30]Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? [31]Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? [32]Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. [33]Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. [34]Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.

È un orizzonte di tranquilla fiducia nel Padre lo stile di vita a cui siamo chiamati come discepoli.

Il mondo in cui siamo immersi, al contrario, ci vede continuamente correre ed affannarci per ciò che mangiamo, indossiamo, beviamo.

“Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia”.

Siamo in un mondo in cui ogni giorno tutto pressa per farci preoccupare, per farci reagire in termini di chiusura e di paura ai cambiamenti sociali e culturali che la storia ci invita a vivere.

“Ad ogni giorno basta la sua pena”.

E invece tutto ci sospinge verso atteggiamenti ansiosi e comportamenti diffidenti.

Davanti alla reazione cosi pagana che il nostro Paese evidenzia nel momento in cui declina il sacrosanto diritto a vivere nella sicurezza solo per chi sicuro lo è già, noi vogliamo ricordare, con il nostro impegno di accoglienza, solidarietà, giustizia, che i credenti camminano come il cieco Bartimeo sulla strada dietro a Gesù, sapendo che l’unico peccato che non sarà mai perdonato è quello di non aver riconosciuto il Signore laddove si nascondeva: “ero povero e non mi avete accolto.”

Diciamo pertanto in nome del Signore Gesù che ci opponiamo a una modalità esclusivista che rifiuta la coesione sociale.

Chiediamo che i Pastori si pronuncino con forza e coerenza evangelica dando voce alla coraggiosa e continua opera dei credenti che anche nelle parrocchie e nelle associazioni ecclesiali di questo Paese si adoperano per ogni donna e ogni uomo che tendono la mano e chiedono misericordia e giustizia.