Re[2]: [pace] Andiamo a votare, per cambiare l'Europa






On 07/06/2009 at 11.34 Nicola Vallinoto wrote:

>Concludo dicendo che chi si batte per la giustizia sociale, per la pace,
>per
>i diritti e per la democrazia e lo fa solo a livello nazionale ha perso in
>partenza.
>
>E' utopico pensare che tali problemi possano essere risolti a livello
>nazionale.




Caro Nicola,

queste tue parole mettono a fuoco ciò che IMHO è il punto esatto da chiarire. Ti prego: cerchiamo di esserci di reciproco aiuto a farlo.


Nella mia personale visione delle cose, è prioritario fare chiarezza e rimettere in bell'ordine casa propria e poi, una volta realizzata una Italia finalmente come si deve, si potrà pensare con ben maggior diritto e slancio all'Europa. Altrimenti si replicherà a livello europeo la stessa identica vergogna che abbiamo qui in Italia.

Non è forse rinomato detto di saggezza quello che afferma: "guarisci il mondo partendo da casa tua"?


Per un cittadino trovo sia assolutamente sconveniente dar potere all'ennesimo governo che farà unicamente gli interessi delle imprese, dei partiti, del mondo politico, delle tante lobby di potere compresa quella degli statali, ma non se ne importerà nulla, assolutamente nulla, dei cittadini, delle persone, degli esseri umani.

Tu citi la giustizia sociale, la pace, la democrazia. Ebbene cominciamo allora col riconoscere che l'Italia non ha MAI potuto godere di vera giustizia sociale e di vera democrazia e per questo non è MAI potuta vivere in pace con se stessa, tantomeno potendola diffondere all'esterno. Ciò per un'unica precisa ragione: per la divisione, che non è mai stata rimossa nonostante l'avvento della Repubblica, tra cittadini e statali!

E' stata proprio la casta degli statali a favorire, nel corso dei decenni, l'affermarsi di una altrettanto inamovibile casta di politici, impedendo una genuina partecipazione democratica alla vita politica del Paese. Di fatto il progetto di una "repubblica democratica" è a tutt'oggi largamente irrealizzato. Prima di permetterci di parlare di Europa dovremmo, abbiamo dunque l'ineludibile dovere di condurre a termine quel processo evolutivo che ebbe inizio sessantatre anni fa.


Una Europa avente uno Stato
composto da ELETTI ed ASSUNTI a VITA
non solo non è desiderabile
ma è esattamente quanto di più lontano
ci possa essere dalla democrazia.


La signora Spinelli, che mi pare lamenti l'astensionismo elettorale, come può non occuparsi a fondo delle ragioni di quell'astensionismo? Ebbene, quale cittadino sano di mente, che viene continuamente sopraffatto da eletti ed assunti a vita e si riduce ad essere un mero suddito di costoro, potrebbe desiderare che si affermi una Europa che replichi ed amplifichi quanto accade nel suo povero Paese?

Come può la signora Spinelli, insieme al signor Antonio Padoa-Schioppa, nientemeno che uno studioso di diritto
europeo, trattare di STATO senza dire innanzitutto che lo "stato", con l'avvento della Repubblica, ha, od almeno avrebbe dovuto lasciare il passo ad una società/comunità che gestisce collettivamente la sua cosa pubblica? Come possono non lamentare che ciò invece non è affatto avvenuto?


Per Stato possiamo intendere l'accentramento del potere che si è affermato successivamente alla fase di dispersione nei differenti centri territoriali indipendenti tipici dell'Europa medievale. Ebbene, questo accentramento di potere si è replicato ed è indebitamente continuato anche successivamente all'avvento della Repubblica, racchiudendosi all'interno di una ristretta quanto immodificabile cerchia di politici e statali.

Al contrario con la repubblica tanto il potere deliberante quanto le pubbliche funzioni avrebbero dovuto essere periodicamente, regolarmente redistribuiti alla popolazione. Ecco: questo è esattamente il punto su cui dobbiamo focalizzarci tutti per chiarirlo e svilupparlo nel migliore dei modi. E se i grandi, come Barbara Spinelli ed Antonio Padoa-Schioppa, non lo fanno, vorrà dire che tocca a noi inesistenti minuzie sociali adempiere questo dovere.


Nicola: io voglio PENSARE EUROPEO. Non sai quanto. Ma prima ho necessità io stesso e di vedere altri PENSARE ITALIANO in un corretto modo. Altrimenti vado solo a far peggio. Ti prego quindi di considerare tutto ciò e di apportare un tuo personale, senza alcun dubbio prezioso, contributo alla Questione Pubblica.


Un caro, cordiale saluto,

Danilo D'Antonio