Roma 3 giugno h.17.30: GAZA CHIAMA L'EUROPA



-------- Messaggio Originale  --------
Da: Assopace Jerusalem <jerusalem at assopace.org>

GAZA CHIAMA L'EUROPA.

L'EUROPA RISPONDE?



  Chiediamo l'apertura del valico di Eretz

Numerosi candidati al Parlamento Europeo si sono impegnati nei confronti
del governo israeliano perché finisca la disumana condizione della
popolazione di Gaza.

Altrettanto hanno fatto candidati a sindaco o assessore per le prossime
elezioni.

Moltissimi cittadini hanno sottoscritto e firmato l'appello per
l'apertura del valico di Eretz tra lo stato di Israele e la striscia di
Gaza riempiendone il relativo formulario.

    *

      della richiesta di apertura del valico

    *

      della tragica situazione socio-sanitaria della popolazione di Gaza
      dopo la terribile invasione da parte dell'esercito israeliano

    *

      delle possibili azioni di sostegno per alleviarne la vita

vogliamo parlarne insieme con i candidate/i e i cittadine/i.


    Pertanto invitiamo tutti all'incontro che si terrà


        Mercoledì 3 giugno alle ore 17,30

*presso il Centro Arci di via Goito 35/b*


      Organizza


      La Campagna "Gaza: ricostruire la speranza - progetti per
      un'economia di pace"


*Per info: *

*SEGRETERIA* *CAPOGRUPPO "SINISTRA" REGIONE LAZIO* *ENRICO FONTANA *

06 65937225 - 2849 / 3396020061 - segr.fontana at regione.lazio.it
<mailto:segr.fontana at regione.lazio.it>



*Appello dei delegati della missione "Gaza: ricostruire la speranza"
 OPEN EREZ BORDER -- APRITE il VALICO di EREZ*

Il Centro Internazionale Crocevia ONG e la Re.Co.Sol., Rete di Comuni
Solidali, con la collaborazione di Facebook per la Pace, hanno promosso
la missione "Gaza: ricostruire la speranza. Progetti per un'economia di
pace".
A Gennaio 2009 una prima missione composta da operatori umanitari,
sanitari, giornalisti,  rappresentanti del Comune di Monterotondo e di
Rimini era riuscita ad entrare nella Striscia attraverso il valico
egiziano  di Rafah.
La seconda missione ha richiesto il passaggio attraverso il valico
israeliano di Erez.
Obiettivo dichiarato della missione: continuare a rilevare i bisogni
della popolazione civile di Gaza e accertarne le condizioni umanitarie;
avviare, sulla base delle esigenze riscontrate, progetti di medio e
lungo periodo: il riciclo delle macerie e il riutilizzo dei materiali
"inerti"; la bonifica dell'acqua mediante clorazione per utilizzo
ospedaliero; la riconversione della centrale a combustibile in centrale
alimentata da fonti di energia rinnovabile; l'installazione di impianti
fotovoltaici  ed eolici per rendere le strutture ospedaliere e gli
edifici scolastici autonomi sotto il profilo energetico; la
realizzazione di un impianto di dissalazione delle acque marine.
Alla delegazione, composta da un chirurgo, un medico, un giornalista,
operatori umanitari e rappresentanti della società civile e delle
municipalità italiane, è stato negato il permesso di ingresso.
Il primo diniego è stato motivato dalla insussistenza di una emergenza
umanitaria a Gaza.
Nel secondo sono state richiamate norme procedurali: "possono entrare
solo le ONG che noi riconosciamo, quelle che sono iscritte presso il
Ministero degli Interni dello Stato di Israele, la Croce Rossa e le
Nazioni Unite, ma la situazione cambia giorno per giorno, magari tra un
paio di settimane..."
Nel recente passato altre delegazioni italiane e internazionali hanno
visto rifiutato il loro ingresso attraverso Erez: la delegazione degli
Enti Locali per la Pace, la delegazione della campagna Sport sotto
l'Assedio, persino personale accreditato presso il nostro Consolato a
Gerusalemme.
Gaza è chiusa. Israele decide in modo discrezionale secondo norme
interne dettate dal governo israeliano (e non dal diritto
internazionale!), cosa e chi far passare e quando.
La chiusura dei valichi costituisce, di per sé, un'inaccettabile
violazione dei più elementari diritti umani, ripetutamente denunciata
dall'ONU: nella recente Risoluzione del 12 gennaio 2009, il Consiglio
dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha affermato che la chiusura dei
valichi di frontiera e la riduzione dell'approvvigionamento di
carburante, cibo e medicine, centellinati attraverso i valichi
sigillati, costituisce una punizione collettiva dei civili palestinesi e
produce conseguenze umanitarie e ambientali disastrose.
In conformità alla suddetta Risoluzione chiediamo alla potenza occupante
Israele di aprire i valichi della Striscia di Gaza così da assicurare
libero accesso e libero movimento di beni e persone.
Invitiamo tutte le persone umanamente senzienti, sensibili a quanto da
noi qui denunciato,  ad inoltrare formale richiesta di ingresso a Gaza
attraverso il valico israeliano di Erez, "per motivi di turismo umano,
di libertà, diritto, solidarietà, conoscenza", utilizzando il
_"Formulario del Comitato di Coordinamento di Erez_" *allegato* "come
cittadine europea e dello Stato italiano, come persone che godono dei
diritti fondamentali sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani delle Nazioni Unite".
*
Gli 11 delegati della missione umanitaria *




*ISTRUZIONI per l'USO
OPEN EREZ BORDER -- APRITE il VALICO di EREZ
*

Il formulario allegato va compilato unicamente nei campi scritti in
grassetto: nome e cognome (inclusi nome del padre e del nonno) e data di
nascita. L'indicazione del numero di passaporto e del numero di telefono
sono opzionali.
La campagna che avviamo può esporre chi richiede il passaggio attraverso
Erez alla classificazione da parte delle autorità di Israele di persona
indesiderata e può forse comportare il divieto di ingresso anche nello
Stato di Israele per un periodo limitato di tempo.  Non si può dire con
precisione, quando si parla di autorità israeliane ci muoviamo su
terreni sempre mobili e confusi.
Per monitorare l'andamento della campagna e poter comunicare ai media,
alla popolazione civile di Gaza e alle associazioni pacifiste di Sderot
l'effettiva riuscita della proposta, invitiamo a inviare la richiesta
alle due mail arbelgaza at gmail.com  e opengazaborder at yahoo.it
L'impatto più forte, la campagna lo avrebbe se da moltissime e-mail
diverse arrivassero ad Erez, (arbelgaza..) altrettante richieste di
passaggio. In alternativa potremmo utilizzare più indirizzi di posta
elettronica e spedire da ciascuno una ventina al massimo di richieste.
Chi raccoglie le adesioni ai banchetti dovrà mantenere una copia delle
richieste o in alternativa scrivere i dati su un foglio-elenco (nome,
cognome, data di nascita per il formulario; solo per noi, per
contattarli, invitarli al 3 giugno e ad altre iniziative simili
registrare anche il telefono e la e-mail).
Coinvolgiamo per quanto possibile ognuno ad essere protagonista attivo
raccogliendo a sua volta richieste e mettendo in modo altre iniziative.