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La persecuzione dei neri sotto il regime nazista - sab31/1 Bologna
- Subject: La persecuzione dei neri sotto il regime nazista - sab31/1 Bologna
- From: "wildsidez at gmail.com" <wildsidez at gmail.com>
- Date: Thu, 29 Jan 2009 10:02:13 +0100
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA Centro Interculturale Zonarelli, Assemblea Antifascista Permanente e Ass.Sopra i Ponti promuovono l'iniziativa: LA PERSECUZIONE DEI NERI IN EUROPA SOTTO IL REICH NAZISTA La presenza di africani, antillani e afroamericani in Europa al tempo del Reich, vittime di persecuzione, uccisi, sterilizzati o deportati nei lager, a volte per la loro militanza antifascista, ma molto più spesso solo per il colore della loro pelle, è un aspetto ancora poco conosciuto della storia dello sterminio nazista. Il dovere della memoria si impone per le vite e le storie di tutte queste persone. Sabato 31 gennaio ore 20,00 presso Centro Interculturale Zonarelli V.Sacco 14 - Q.re S.Donato - Bologna con - Proiezione del documentario di Serge Bilé "NOIRS DANS LES CAMPS NAZIS" e introduzione ai temi contenuti nel libro omonimo NERI NEI CAMPI NAZISTI; - Intervento di LUCA ALESSANDRINI - Direttore Istituto Storico Parri, su "il razzismo italiano in epoca fascista"; - Intervento di ANTAR MOHAMED MARINCOLA su "La storia di Giorgio Marincola, unico partigiano nero della Resistenza italiana"; - Intervento del Coordinamento Migranti sulle odierne politiche di discriminazione dei diversi e degli stranieri in Italia. ____________________ ******************** http://assembleantifascistabologna.noblogs.org/post/2009/01/22/neri-nei-campi-nazisti [Serge Bilé, giornalista ivoriano che lavora in Martinica e in Francia, ha realizzato nel 1995 un documentario dal nome NOIRS DANS LES CAMPS NAZIS, 50 minuti di interviste ai pochi sopravvissuti neri dei lager nazisti, e con le testimonianze di chi ha conosciuto direttamente altri che non ce l'hanno fatta. Nel 2005 è uscito il libro omonimo, che raccoglie tutte le testimonianze del documentario, aggiungendovi altre ricerche fatte da studiosi, ed una interessante bibliografia.] La commemorazione dell'apertura dei cancelli di Auschwitz ogni 27 gennaio non dovrebbe restare solo una celebrazione ritualizzata della presunta "unicità" nella storia della Shoah ebraica: dovrebbe diventare occasione per ribadire un forte patto morale di sopravvivenza collettiva, affinchè l'uomo (non solo il nazista) non possa mai più annientare l'uomo (non solo l'ebreo). Ricordare la Shoah ha un significato reale solo se si impone un fermo "mai più" a TUTTI a tutti i genocidi, solo se si lotta per scongiurare tutti quei frangenti in cui il sonno della ragione genera mostri. Il dovere della memoria s'impone per tutte le vittime della barbarie nazista: rom e sinti, omosessuali e lesbiche, disabili mentali, prigionieri russi e slavi, anarchici e comunisti. Eppure continua un silenzio incomprensibile sulle vittime nere: africani, antillani, afroamericani, afro-tedeschi (originari dei territori d'oltremare dell'impero coloniale prussiano), meticci (nati da matrimoni misti in Germania), che hanno conosciuto la discriminazione, la deportazione e la morte sotto il regime nazista. Secondo le stime ipotizzate nel libro di Bilé, dalle 10.000 alle 30.000 persone di colore sono state annientate nei campi o semplicemente fatte fuori o sterilizzate. Ma a tutt'oggi quasi nessuno si ricorda dei "neger" nominati chiaramente nei testi delle leggi di Norimberga. E' bene ricordare che l'ideologia genocidaria ha trovato le prime feroci attuazioni in seno alle politiche coloniali e imperialiste europee dei secoli scorsi, con 10 milioni di congolesi sterminati da Re Leopoldo del Belgio, e 100.000 Herero sterminati dal Kaiser in Namibia, tanto per fare due esempi illuminanti. Nel libro sono raccolte inoltre le storie (quelle conosciute) di quegli africani o antillani che in Europa hanno partecipato attivamente alla Resistenza antifascista e antinazista, provenendo da esperienze di lotta anticoloniale. Il minimo che possiamo fare è riportare alla luce e ricordare tutti i loro nomi. Dopo aver ascoltato le tante testimonianze della criminale pratica "purificatrice" del regime nazista, si può capire meglio quale fu l'umiliazione provata da Adolf Hitler nel 1936 davanti alla vittoria olimpica del grande atleta afroamericano Jesse Owens.... Per ricordare nel Giorno della Memoria alcuni nomi: VALAIDA SNOW: grande jazzista afroamericana, nata nel Tennessee nel 1903 in una famiglia di musicisti, con un talento eccezionale per la tromba, strumento considerato maschile all'epoca. Negli anni 30 lavora in Europa, nel 1939 è a Parigi, ma invece di andarsene come le consigliava l'amica Josephine Baker, va in Danimarca e lì viene presa prigioniera dai nazisti, e internata in un lager per due anni. Viene fortunosamente liberata, e torna negli USA nel 1942. Riprende a suonare e fare spettacoli fino alla morte avvenuta nel 1956. RAPHAEL ELIZE': veterinario martinicano, nato nel 1891 ed eletto nel 1929 in Francia come primo sindaco di colore. Socialista, realizzò ottimi progetti nella sua cittadina di Sablé sur Sarthe, e nel 1931 propone al Consiglio comunale di votare in sostegno dei repubblicani spagnoli. Viene destituito nel 1940 per la pressione delle autorità naziste, che ritenevano inconcepibile che un nero potesse fare il sindaco di una città europea. Elizé si unisce dunque alla Resistenza, ma viene denunciato e arrestato, poi deportato a Buchenwald nel 1943. Le sue condizioni di salute erano buone, ma morì nel campo nel 1945 a causa di un inutile bombardamento alleato. De Gaulle gli rese omaggio passando per la cittadina che aveva amministrato. ANTON DE KOM: Anticolonialista e antimperialista del Suriname (ex Guyana Olandese), militante del Partito Comunista Olandese, poliglotta con più di cinque lingue parlate. Nato nel 1898 da una famiglia di ex-schiavi, nel 1921 parte per l'Olanda, dove lavora e sposa una donna olandese. Nel 1933 torna in Suriname dando filo da torcere alle autorità coloniali olandesi: viene arrestato e poi rispedito in Olanda, nel frattempo invasa dai tedeschi, dove si unisce alla Resistenza. Nel 1944 viene arrestato dai nazisti e deportato a Sachsenhausen poi a Neuengamme. Muore di tubercolosi nel campo nel 1944. Oggi l'Università del Suriname porta il suo nome. HILARIUS GILGES: sindacalista, attore e ballerino membro di un gruppo teatrale anarchico ostile al regime. Fu catturato dalla Gestapo e brutalmente assassinato a Dusseldorf nel 1933, a 24 anni. E' la prima vittima conosciuta del nazismo, e una piazza di Dusseldorf oggi porta il suo nome. Il suo omicidio fu un chiaro avvertimento per tutti gli altri neri, di cui solo gli afro-tedeschi presenti in Germania all'epoca erano circa 24.000 persone. JEAN VOSTE': Belgo/congolese che si impegnò nella Resistenza in Belgio, effettuando azioni di sabotaggio dei binari ferroviari. Viene arrestato nel 1942 e passando di prigione in prigione arriva a Mathausen, e poi infine a Dachau. Salvò la vita ad un suo compagno belga, avvisandolo in tempo delle selezioni per i forni crematori. Sopravvissuto, vivrà in Belgio fino al 1993. JOHN WILLIAM: franco/ivoriano, accusato di sabotaggio in una fabbrica di Montluçon dove lavorava come operaio, viene arrestato e deportato nel campo di Neuengamme all'età di 22 anni. Nonostante le dure condizioni di cattività, John sopravvisse grazie alla forte solidarietà esistente tra i francesi del campo. Dopo la liberazione, è poi diventato un noto cantante. THEODOR WONJA MICHAEL: afro/tedesco di origine camerunense nato nel 1925, ha vissuto a Berlino la persecuzione nazista sulle persone di colore. E' un sopravvissuto dei campi. CARLOS GREYKEY: afro/catalano nato a Barcellona da genitori guineani nel 1913. Alla salita al potere del caudillo Franco, la famiglia si rifugia in Francia. Nessuno sa come Carlos arrivò in Germania, ma fu deportato a Mathausen, dove fu adibito per un pò di tempo come servo del comandante del campo, con una divisa da maggiordomo per maggior scherno. Caduto in disgrazia, venne spedito alle camere a gas. MOHAMED BAYUME HUSEN: nato nel 1904 a DarEsSalaam in Tanzania, figlio di un ascaro delle truppe coloniali tedesche, truppe in cui anche lui combatte durante Prima Guerra Mondiale. Nel 1929 è in Germania per reclamare la sua pensione di combattente, senza successo. Lavora come cameriere e come insegnante di swahili, ed anche come attore in molti film in cui recita il ruolo del soldato. Nel 1932 sposa una tedesca da cui ha 3 figli. La situazione della famiglia sotto il regime nazista peggiora sempre di più, gli viene tolta la cittadinanza, perde i lavori, e gli viene rifiutato l'arruolamento per la Seconda Guerra Mondiale (che aveva chiesto per dimostrare la sua fedeltà alla Germania). Nel 1941 la sua amante tedesca partorisce un figlio, che lui incoscientemente vuole riconoscere ufficialmente all'anagrafe: viene perciò accusato di inquinamento della razza ariana e arrestato, poi deportato a Sachsenhausen. Muore nel campo, nel novembre 1944. ...e tantissimi altri le cui storie non conosceremo mai....
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