La persecuzione dei neri sotto il regime nazista - sab31/1 Bologna



IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA
Centro Interculturale Zonarelli,
Assemblea Antifascista Permanente
e Ass.Sopra i Ponti
promuovono l'iniziativa:

LA PERSECUZIONE DEI NERI IN EUROPA SOTTO IL REICH NAZISTA
La presenza di africani, antillani e afroamericani in Europa al tempo del
Reich, vittime di persecuzione, uccisi, sterilizzati o deportati nei
lager, a volte per  la loro militanza antifascista, ma molto più spesso
solo per il colore della loro pelle, è un aspetto ancora poco conosciuto
della storia dello sterminio nazista.  Il dovere della memoria si impone
per  le vite e le storie di tutte queste persone.

Sabato 31 gennaio ore 20,00
presso Centro Interculturale Zonarelli
V.Sacco 14 - Q.re S.Donato - Bologna

con
- Proiezione del documentario di Serge Bilé "NOIRS DANS LES CAMPS NAZIS" e
introduzione ai temi contenuti nel libro omonimo NERI NEI CAMPI NAZISTI;
- Intervento di LUCA ALESSANDRINI - Direttore Istituto Storico Parri,  su
"il razzismo italiano in epoca fascista";
- Intervento di ANTAR MOHAMED MARINCOLA su "La storia di Giorgio
Marincola, unico partigiano nero della Resistenza italiana";
- Intervento del Coordinamento Migranti sulle odierne politiche di
discriminazione dei diversi e degli stranieri in Italia.

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http://assembleantifascistabologna.noblogs.org/post/2009/01/22/neri-nei-campi-nazisti

[Serge Bilé, giornalista ivoriano che lavora in Martinica e in Francia, ha
realizzato nel 1995 un documentario dal nome NOIRS DANS LES CAMPS NAZIS,
50 minuti di interviste ai pochi sopravvissuti neri dei lager nazisti, e
con le testimonianze di chi ha conosciuto direttamente altri che non ce
l'hanno fatta. Nel 2005 è uscito il libro omonimo, che raccoglie tutte le
testimonianze del documentario, aggiungendovi altre ricerche fatte da
studiosi, ed una interessante bibliografia.]


La commemorazione dell'apertura dei cancelli di Auschwitz ogni 27
gennaio non dovrebbe restare solo una celebrazione ritualizzata della
presunta "unicità" nella storia della Shoah ebraica: dovrebbe
diventare occasione per ribadire un forte patto morale di
sopravvivenza collettiva, affinchè l'uomo (non solo il nazista) non
possa mai più annientare l'uomo (non solo l'ebreo).
Ricordare la Shoah ha un significato reale solo se si impone un fermo
"mai più" a TUTTI a tutti i genocidi, solo se si lotta per scongiurare
tutti quei frangenti in cui il sonno della ragione genera mostri.
Il dovere della memoria s'impone per tutte le vittime della barbarie
nazista: rom e sinti, omosessuali e lesbiche, disabili mentali,
prigionieri russi e slavi, anarchici e comunisti.
Eppure continua un silenzio incomprensibile sulle vittime nere: africani,
antillani, afroamericani, afro-tedeschi (originari dei territori
d'oltremare dell'impero coloniale prussiano), meticci (nati da matrimoni
misti in Germania), che hanno conosciuto la discriminazione, la
deportazione e la morte sotto il regime nazista. Secondo le stime
ipotizzate nel libro di Bilé, dalle 10.000 alle 30.000 persone di colore
sono state annientate nei campi o semplicemente fatte fuori o
sterilizzate. Ma a tutt'oggi quasi nessuno si ricorda dei "neger" nominati
chiaramente nei testi delle leggi di Norimberga.
E' bene ricordare che l'ideologia genocidaria ha trovato le prime feroci
attuazioni in seno alle politiche coloniali e imperialiste europee dei
secoli scorsi, con 10 milioni di congolesi sterminati da Re Leopoldo del
Belgio, e 100.000 Herero sterminati dal Kaiser in Namibia, tanto per fare
due esempi illuminanti.
Nel libro sono raccolte inoltre le storie (quelle conosciute) di quegli
africani o antillani che in Europa hanno partecipato attivamente alla
Resistenza antifascista e antinazista, provenendo da esperienze di lotta
anticoloniale. Il minimo che possiamo fare è riportare alla luce e
ricordare tutti i loro nomi.
Dopo aver ascoltato le tante testimonianze della criminale pratica
"purificatrice" del regime nazista, si può capire meglio quale fu
l'umiliazione provata da Adolf Hitler nel 1936 davanti alla vittoria
olimpica del grande atleta afroamericano Jesse Owens....



Per ricordare nel Giorno della Memoria alcuni nomi:

VALAIDA SNOW: grande jazzista afroamericana, nata nel Tennessee nel 1903
in una famiglia di musicisti, con un talento eccezionale per la tromba,
strumento considerato maschile all'epoca.
Negli anni 30 lavora in Europa, nel 1939 è a Parigi, ma invece di
andarsene come le consigliava l'amica Josephine Baker, va in Danimarca e
lì viene presa prigioniera dai nazisti, e internata in un lager per due
anni.
Viene fortunosamente liberata, e torna negli USA nel 1942.
Riprende a suonare e fare spettacoli fino alla morte avvenuta nel 1956.

RAPHAEL ELIZE': veterinario martinicano, nato nel 1891 ed eletto nel 1929
in Francia come primo sindaco di colore. Socialista, realizzò ottimi
progetti nella sua cittadina di Sablé sur Sarthe, e nel 1931 propone al
Consiglio comunale di votare in sostegno dei repubblicani spagnoli. Viene
destituito nel 1940 per la pressione delle autorità naziste, che
ritenevano inconcepibile che un nero potesse fare il sindaco di una città
europea.
Elizé si unisce dunque alla Resistenza, ma viene denunciato e arrestato,
poi deportato a Buchenwald nel 1943. Le sue condizioni di salute erano
buone, ma morì nel campo nel 1945 a causa di un inutile bombardamento
alleato. De Gaulle gli rese omaggio passando per la cittadina che aveva
amministrato.

ANTON DE KOM: Anticolonialista e antimperialista del Suriname (ex Guyana
Olandese), militante del Partito Comunista Olandese, poliglotta con più di
cinque lingue parlate. Nato nel 1898 da una famiglia di ex-schiavi, nel
1921 parte per l'Olanda, dove lavora e sposa una donna olandese.
Nel 1933 torna in Suriname dando filo da torcere alle autorità coloniali
olandesi: viene arrestato e poi rispedito in Olanda, nel frattempo invasa
dai tedeschi, dove si unisce alla Resistenza. Nel 1944 viene arrestato dai
nazisti e deportato a Sachsenhausen poi a Neuengamme. Muore di tubercolosi
nel campo nel 1944. Oggi l'Università del Suriname porta il suo nome.

HILARIUS GILGES: sindacalista, attore e ballerino membro di un gruppo
teatrale anarchico ostile al regime. Fu catturato dalla Gestapo e
brutalmente assassinato a Dusseldorf nel 1933, a 24 anni. E' la prima
vittima conosciuta del nazismo, e una piazza di Dusseldorf oggi porta il
suo nome. Il suo omicidio fu un chiaro avvertimento per tutti gli altri
neri, di cui solo gli afro-tedeschi presenti in Germania all'epoca erano
circa 24.000 persone.

JEAN VOSTE': Belgo/congolese che si impegnò nella Resistenza in Belgio,
effettuando azioni di sabotaggio dei binari ferroviari. Viene arrestato
nel 1942 e passando di prigione in prigione arriva a Mathausen, e poi
infine a Dachau. Salvò la vita ad un suo compagno belga, avvisandolo in
tempo delle selezioni per i forni crematori. Sopravvissuto, vivrà in
Belgio fino al 1993.

JOHN WILLIAM: franco/ivoriano, accusato di sabotaggio in una fabbrica di
Montluçon dove lavorava come operaio, viene arrestato e deportato nel
campo di Neuengamme all'età di 22 anni. Nonostante le dure condizioni di
cattività, John sopravvisse grazie alla forte solidarietà esistente tra i
francesi del campo. Dopo la liberazione, è poi diventato un noto cantante.

THEODOR WONJA MICHAEL: afro/tedesco di origine camerunense nato nel 1925,
ha vissuto a Berlino la persecuzione nazista sulle persone di colore.
E' un sopravvissuto dei campi.


CARLOS GREYKEY: afro/catalano nato a Barcellona da genitori guineani nel
1913. Alla salita al potere del caudillo Franco, la famiglia si rifugia in
Francia. Nessuno sa come Carlos arrivò in Germania, ma fu deportato a
Mathausen, dove fu adibito per un pò di tempo come servo del comandante
del campo, con una divisa da maggiordomo per maggior scherno. Caduto in
disgrazia, venne spedito alle camere a gas.

MOHAMED BAYUME HUSEN: nato nel 1904 a DarEsSalaam in Tanzania, figlio di
un ascaro delle truppe coloniali tedesche, truppe in cui anche lui
combatte durante Prima Guerra Mondiale. Nel 1929 è in Germania per
reclamare la sua pensione di combattente, senza successo. Lavora come
cameriere e come insegnante di swahili, ed anche come attore in molti film
in cui recita il ruolo del soldato. Nel 1932 sposa una tedesca da cui ha 3
figli. La situazione della famiglia sotto il regime nazista peggiora
sempre di più, gli viene tolta la cittadinanza, perde i lavori, e gli
viene rifiutato l'arruolamento per la Seconda Guerra Mondiale (che aveva
chiesto per dimostrare la sua fedeltà alla Germania). Nel 1941 la sua
amante tedesca partorisce un figlio, che lui incoscientemente vuole
riconoscere ufficialmente all'anagrafe: viene perciò accusato di
inquinamento della razza ariana e arrestato, poi deportato a
Sachsenhausen.
Muore nel campo, nel novembre 1944.



...e tantissimi altri le cui storie non conosceremo mai....