[Stampa] Amnesty International: Israele deve rivelare quali armi e munizioni ha usato a Gaza



COMUNICATO STAMPA
CS011-2009

AMNESTY INTERNATIONAL: ISRAELE DEVE RIVELARE QUALI ARMI E MUNIZIONI HA
USATO A GAZA

Amnesty International ha chiesto alle autorita' israeliane di rivelare
quali armi e munizioni siano state usate durante le tre settimane della
campagna militare iniziata il 27 dicembre.

'Sappiamo che munizioni al fosforo bianco sono state usate in aree civili,
sebbene in precedenza le autorita' israeliane lo avessero negato' - ha
dichiarato Donatella Rovera, che sta guidando la missione d'indagine di
Amnesty International a Gaza. 'Ora abbiamo prove inconfutabili dell'uso
del fosforo bianco, ma i medici che hanno curato i primi feriti non
sapevano di cosa si trattasse'.

Altre vittime del conflitto hanno ferite che i medici non riescono a
curare in modo efficace perche' non e' chiara la natura delle munizioni
che le hanno provocate.

'I medici ci hanno riferito di tipi di ferite nuove e inspiegabili. Alcune
vittime degli attacchi aerei israeliani sono arrivate in ospedale con arti
carbonizzati e profondamente recisi. I medici che le stanno curando hanno
bisogno di sapere quali armi siano state usate':

Il dottor Subhi Skeik, primario della divisione chirurgica dell'ospedale
al-Shida, ha dichiarato ai delegati di Amnesty International: 'Abbiamo
molti pazienti con amputazioni e ricostruzioni vascolari. In casi del
genere, normalmente, dopo l'operazione inizia la ripresa. Invece, a
distanza di una o due ore, molti di loro sono morti. E' drammatico'.

'E' urgente e vitale che le autorita' israeliane rivelino tutte le
informazioni utili, comprese quelle relative alle armi e alle munizioni
usate' - 'Non si possono perdere altre vite umane perche' i medici non
conoscono quale sia l'origine delle ferite e quali complicazioni possano
sopraggiungere. Devono essere pienamente informati affinche' possano
operare in modo efficace per salvare la vita dei loro pazienti' - ha
aggiunto Rovera.

Il fatto che in precedenza Israele avesse negato l'uso del fosforo bianco
ha fatto si' che i medici non siano stati in grado di prestare le cure
mediche adeguate. Le particelle di fosforo bianco all'interno
dell'organismo possono continuare a bruciare, causando intenso dolore via
via che le ustioni si allargano ed entrano in profondita', fino anche a
provocare danni irreparabili agli organi interni. Il fosforo bianco puo'
contaminare altre parti dell'organismo e anche coloro che stanno trattando
le ferite.

'Abbiamo riscontrato bruciature diverse, mai viste finora' - ha riferito
alla missione di Amnesty International uno specialista in ustioni
dell'ospedale al-Shifa di Gaza. 'Dopo alcune ore le bruciature diventano
piu' ampie e profonde, si sprigiona un odore rivoltante e poi iniziano a
fumare'.

Le condizioni delle persone che sono state colpite dal fosforo bianco
possono deteriorarsi rapidamente, fino alla morte, persino nei casi in cui
le bruciature interessino solo il 10 o il 15 per cento del corpo. I medici
palestinesi hanno compreso di cosa si trattasse solo diversi giorni dopo
il ricovero dei feriti, con l'arrivo nella Striscia di Gaza di colleghi
stranieri.

Alle 8 di sera del 10 gennaio Samia Salman Al-Manay'a, una ragazza di
sedici anni, si trovava in casa, nel campo profughi di Jabalia, quando il
primo piano e' stato colpito da un proiettile al fosforo bianco, che l'ha
raggiunta al volto e alle gambe. Dieci giorni dopo, nel suo letto
d'ospedale, ha raccontato ai delegati di Amnesty International: 'Il dolore
e' terribile, e' come se un fuoco mi bruciasse dentro. Non ce la faccio a
sopportarlo. Nonostante le medicine che mi danno, il dolore e' ancora
troppo forte'.

Senza sapere di cosa si trattasse, i palestinesi le cui case erano state
colpite da proiettili al fosforo bianco, gettavano acqua sulle fiamme col
risultato di alimentarle ulteriormente. Quando i medici, a loro volta
ignari, trattavano i feriti con soluzioni saline, questi iniziavano a
urlare; ogni volta che cambiavano le garze, vedevano salire il fumo dalle
ferite; quando effettuavano analisi su dei campioni, questi al contatto
con l'aria cominciavano a bruciare.

'Le autorita' israeliane hanno detto ripetutamente che la loro operazione
militare era contro Hamas, non contro la popolazione di Gaza. Non puo'
esserci piu' alcuna scusa per continuare a nascondere informazioni vitali
per curare efficacemente le persone ferite negli attacchi israeliani. La
mancanza di cooperazione da parte di Israele sta determinando morti e
sofferenze del tutto inutili' - ha concluso Rovera. 'Le autorita'
israeliane devono rispettare il proprio obbligo di garantire cure
tempestive e adeguate ai feriti, fornendo informazioni complete sulle armi
e sulle munizioni usate a Gaza e ogni altro elemento che possa aiutare i
medici'.

Ulteriori informazioni

Dal 27 dicembre 2008 al cessate il fuoco dichiarato da Israele il 18
gennaio 2009, sono stati uccisi circa 1300 palestinesi (tra cui oltre 400
bambini e 100 donne) e oltre 5300 sono rimasti feriti, molti in modo
permanente. Nello stesso periodo, 13 israeliani (tra cui tre civili) sono
stati uccisi dagli attacchi di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 23 gennaio 2009

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