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Re: [Eco-fem-nonviolenta] Ed i massacri della guerra afgana?
- Subject: Re: [Eco-fem-nonviolenta] Ed i massacri della guerra afgana?
- From: "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it>
- Date: Tue, 20 Jan 2009 13:00:54 +0100
E' ovvio che ogni amico della pace e della nonviolenza richiede e vuole dalla politica il ritiro da ogni azione bellica, e la gestione politica e civile dei conflitti. Ora, Obama, l'unica speranza del momento, a quanto sappiamo (sentiremo stasera) vuole il ritiro dall'Iraq, ma una maggiore presenza in Afghanstan. Bisognerà agire anche verso questa linea, proponendo alternative in positivo, come qualcuno tentò al tempo del governo Prodi. Non sarà facile. Al di là delle politiche contingenti, la nostra azione più possibile e feconda è nel preparare alternative culturali e politiche a lungo termine, senza mai abbandonare le questioni del giorno, ma orientandole sulle prospettive ampie. Intanto, la ripetuta ostinazione (Israele, Italia, ...) a non avere rapporti con Hamas, neppure per recapitare gli aiuti alla popolazione, prolunga su Gaza lo spirito di guerra, la chiusura delle vie di pace. Enrico Peyretti, Torino ----- Original Message ----- From: <compax at inwind.it> To: "nbawac" <nbawac at tin.it> Cc: "eco-fem-nonviolenta" <eco-fem-nonviolenta at lists.nonviolenti.org> Sent: Tuesday, January 20, 2009 12:40 PM Subject: Re: [Eco-fem-nonviolenta] Ed i massacri della guerra afgana? ricordo di aver provato a lanciare un appello per il ritiro del contingente italiano dall'Afghanistan, il occasione delle "celebrazioni" del 4 novembre a Trieste, nell'articolo pubblicato da "La nonviolenza è in cammino" che riallego più sotto in questa mail. Sono persuaso, come si è parzialmente giunti al ritiro delle truppe dall'Iraq, in seguito al lavoro di tutto il Movimento, che si potrebbe fare altrettanto per la sostituzione delle truppe in Afghanistan con un'Ambasciata di pace. Non mancano in Italia a mio giudizio, persone e organizzazioni, che possano raccogliere questa sfida, ma bisogna organizzarsi. Costruire una Campagna generale per i Corpi civili di pace. > Gentili signori, > vi inviamo come anticipazione il seguente testo che apparira' nel notiziario > telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" di domani. > Un cordiale saluto, > La redazione de "La nonviolenza e' in cammino" > Viterbo, 20 gennaio 2009 > > Mittente: Centro di ricerca per la pace > strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo > e-mail: nbawac at tin.it > web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ > > LUCIANO BONFRATE: ED I MASSACRI DELLA GUERRA AFGANA? > > Ed i massacri della guerra afgana? > su quelli ancora l'omerta' prevale > giacche' l'Italia in quella si' lontana > terra e' tra quanti seminano il male > > e fan raccolto della disumana > messe di sangue e d'odio, un infernale > rosario di delitti che si sgrana > e che s'irradia e il mondo inonda e assale. > > Non e' anche quella una guerra stragista? > Non sono le sue vittime persone? > Non alimenta l'orgia terrorista? > > Non muovono quei morti a compassione > l'illustre movimento pacifista? > Nessuno a questo crimine si oppone? > > * * * > Comitato pace convivenza e solidarietà - "Danilo Dolci" via Valdirivo 30 Trieste - 338 211 8453 - compax at inwind.it UN QUATTRO NOVEMBRE A TRIESTE, CON LE VITTIME, CONTRO LE GUERRE E' nostra intenzione riproporre a Trieste un 4 novembre di pace, in memoria delle vittime della 1a guerra mondiale e di tutte le guerre. D'accordo con Movimento nonviolento, Beati i costruttori di pace, Peacelink, Centro per la pace di Viterbo e tante altre realtà. Realizzeremo una cerimonia simbolica con deposizione di un omaggio al monumento ai caduti, a S. Giusto luogo di partenza della tradizionale Marcia di Pace il 1° gennaio. Il ritrovo è fissato martedì 4 novembre alle 17, in orario e luogo distanti dai chiassosi festeggiamenti di questi giorni. La realtà storica dice: il costo umano della guerra per la nostra liberazione, fu per l'Italia di 680mila morti, un milione e 50mila feriti, di cui 675mila mutilati. Le vittime di tutti i paesi coinvolti furono 10 milioni. Questa la conseguenza di una folle decisione del re e del governo, presa contro la volontà del Parlamento (450 su 508 deputati contrari) col pretesto di liberarci. Due milioni 405mila italiani, poveri, contadini e operai, furono uccisi, feriti o mutilati, per conquistare all'Italia le terre irredente, più facilmente ottenibili per via diplomatica, come sostenuto da Giolitti. Ricordiamo pertanto, con rispetto e pena, le vittime civili e militari di tutte le guerre. I morti della prima e della seconda guerra mondiale, delle guerre in Afghanistan, Iraq, Israele, Palestina, Cecenia, Congo e Tibet; siano essi civili o militari, uomini o donne, italiani o di altre nazioni. Crediamo di rendere più onore alle vittime, lavorando per mettere fuori la guerra dalla storia, escluderla dalla politica; per sciogliere gli eserciti; istituire corpi civili di pace; costituire la polizia delle Nazioni Unite. Se ci battiamo per la morte della guerra, possiamo ricordare le vittime del passato, senza più offenderle. Così ci dissociamo dalle cerimonie ufficiali. Il popolo della nonviolenza deve dire no alla guerra, in nome della pace, della Costituzione e dei Diritti umani. In nome degli italiani che furono costretti a morire. Anche dei disertori, che non vollero partecipare all'«inutile strage», definizione della grande guerra di papa Benedetto XV. Chi non combatteva, veniva spesso fucilato dai carabinieri; il sentimento di pace degli Italiani fu violentato da un militarismo spietato, che avrebbe presto aperto le porte al fascismo. Trieste non a caso, è stata scelta per celebrare il novantennale dalla "vittoria". Siamo porto militare nucleare, assieme a Capodistria. Ci troviamo, in Friuli Venezia Giulia, in compagnia della base aerea nucleare di Aviano, della nuova base missilistica di Rivolto (collegata allo "scudo spaziale" di Bush) e di diversi reparti italiani operativi all'estero. Fortemente impegnati in Afghanistan, per il quale chiediamo, al posto delle armi, una vera missione di pace. E' nostra intenzione scrivere prossimamente al Presidente della Repubblica, per perorare la causa di una Trieste, cara al cuore degli Italiani, per la pace, non per la guerra. La causa di una città che ha scritto Europa nella carne ! Per proporre che qui, venga celebrata una Giornata nazionale della Pace, come quella istituita dal Parlamento il 4 ottobre di ogni anno; come la Giornata della Nonviolenza, istituita il 2 ottobre 2008 dalle Nazioni Unite. Su tutto questo chiederemo agli Enti locali e alle Associazioni, della provincia e d'oltreconfine, di esprimersi. Per il Comitato dedicato a Danilo Dolci - Luciano Ferluga > _______________________________________________ Eco-fem-nonviolenta mailing list Eco-fem-nonviolenta at lists.nonviolenti.org http://lists.nonviolenti.org/mailman/listinfo/eco-fem-nonviolenta
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