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palestina: 2007 - 2008 - 2009
- Subject: palestina: 2007 - 2008 - 2009
- From: Luca Bigolin <luca.bigolin at 99studio.it>
- Date: Mon, 19 Jan 2009 18:33:52 +0100
Ho letto in pochi giorni tutte le migliaia di mail arrivatemi nelle ultime settimane, soprattutto riguardo la questione di Gaza. Ero cusioso di sapere come se ne parlava in questi gruppi di discussione, visto sui giornali non si può proprio leggere. Idee contrastanti come sempre, ne porto una nuova, di una ragazza di Betlemme di 24 anni che mi ha ospitato pochi mesi fa a casa sua, al di là del muro. Esattamente un anno fa diceva questo:
Diciamo addio al 2007. Se n’è andato e un nuovo visitatore è arrivato. E’ solamente la fine dell’anno o la fine del nome “2007” per usare semplicemente il nuovo nome 2008? Quando ero bambina pensavo che nuovo anno significasse nuovo per qualsiasi cosa!!! Nuova vita, nuove speranze, nuovi progetti, nuova casa e magari una nuova famiglia. Pensavo che la fine dell’anno significasse la fine delle azioni in questo anno. Sì questo era quello che pensavo. Ora so cos’è il nuovo anno qui. Qui in Palestina. Io sono nata nel 1986, il periodo della prima intifada. Che bel anniversario! Sono nata e cresciuta sotto l’occupazione. “C’è l’occupazione” “C’è il coprifuoco” “Stai attenta ai carroarmati che attraversano la strada” !!! “Hanno costruito un nuovo check point” “Attenta, non passare da questa strada, hanno messo un checkpoint mobile” “ Non c’è scuola oggi a causa del corpifuoco” Ricordo perfettamente tutte queste frasi che ero solita sentire tutti i giorni. Gente vestita di verde ovunque. Mi ricordo di una volta, avevo 5 anni, ho chiesto a mio padre chi fossero queste persone vestite di verde. Lui si mise a ridere e mi disse che erano i soldati israeliani. Non so perchè ora sto scrivendo di quei momneti. Il 2007 è finito veramente o solamente nel nome? Che vuol dire mai più 2007. Ma ovviamente tutto è ancora ciò che il 2007 ci ha lasciato. Non si è portato nulla con sè. E quindi la fine dell’anno significa lo smettere di dire 2007 e il nuovo anno sigifica nuovi checkpoints, nuovi coloni, nuovi stabilimenti nel West Bank, nuovi soldati, nuovi carriarmati e forse nuovi muri, chi lo sa. Non sono pessimista ma dico questo perchè è ciò che ci ha portato lo scorso anno nuovo. Quindi credo, penso e mi aspetto che questo nuovo anno porterà le stesse cose, ma in modo peggiore. E così non ho bisogno di seguire gli astri per sapere cosa succederà nel nuovo anno. Basterà seguire i soldati, i coloni, i carriarmati, tutto questo ti dirà il futuro reale, le reali aspettative. Ok, questo è il mio primo capodanno qui in Palestina dopo 4 capodanni in Giordania. Erano normali in Giodania, gente differente, diverse le speranze e i desideri. Qui abbiamo festeggiato in un piccolo locale, che è come una stanza di una qualsiasi casa. Con musica, gente da tutto il mondo, una festa inter-culturale, con persone da tutta Europa, Stati Uniti, Palestina, SudAfrica. Tutti assieme in quel piccolo posto. Tutti assieme aspettando di ricevere il novo visitatore 2008. Tutti ridendo, danzando come pazzi, come non abbiamo mai danzato prima. Nessuno screzio, nessun conflitto, nessun problema, nessuna incomprensione, nessun confine, nessun limite, niente checkpoint. Abbiamo dimenticato ogni cosa, le differenze religiose, culturali, le differenti culture, lingue, nazionalità. Abbiamo dimenticato tutte queste cose. Tutto di quello che dicono riguardo ai problemi tra diverse nazionalità. Eravamo tutti assieme, un solo corpo. Chi ci avesse visto avrebbe detto quanto unito è il mondo. Questa è la vera globalizzazione. Sì, questo è quello che stiamo cercando. Tutte le nazionalità assieme in un unico posto. Non so cosa ci ha fatti sembrare così uniti. Forse la musica, i balli, la terra santa e poi un, due, tre, il nuovo anno è arrivato. Ci siamo abbracciati l’un l’altro, ci siamo augurati buon anno, tutti assieme, tutti, nessun confine, nessun limite, niente chekpoints, nessun soldato, nessun coprifuoco. Tutto era divertente, divertente e divertente tutta la notte. Abbiamo dimenticato tutto. Abbiamo dimenticato tutte le nostre sofferenze, abbiamo dimenticato tutte le situazione esterne. Io volevo fortemente uscire e oltrepassare uno dei checkpoint per vedere come i soldati lo stavano festeggiando il capodanno. E’ divertente pensare se lo stanno festeggiando o meno. Non so che dire ma questa pazza festa mi ha dato una piccola speranza, forse saremo uniti un giorno, chi lo sa. Forse romperemo tutte le frontiere e i muri che ci separano. Il muro che non ci permette di vederci a vicenda. Noi vogliamo vederli. Vedere le altre persone che vivono dall’altra parte. Come festeggiano e come stanno vivendo. Sono felici? Forse gli manchiamo. Magari vogliono parlare con noi. Magari vogliono venirci a trovare. Non lo so, e non sono in grado di rispondere a tutte queste domande alle quali vorrei veramente trovare una risposta. Lo voglio. 2008…e significa che avremo il 60 anniversario della creazione dello stato di israele. Il giorno di indipendenza per loro che è per me e per tutti gli altri rifugiati il giorno della nakba. Il giorno in cui loro hanno cacciato le nostre famiglie dalla loro terra e dalle loro case. Sì, 60 anni di indipendenza e 60 anni di occupazione. Quello che mi sorprende è che hanno ancora la speranza di tornare alle loro case, ne conservano ancora le chiavi. Aspettano ancora il giorno per tornare ad Haifa, Jaffa, Nazareth. Stanno aspettando. Questo è tutto ciò che ho.
Accendete una candela per una Palestina Libera!!! -- Luca Bigolin luca.bigolin at 99studio.it www.baccobar.wordpress.com
- References:
- Manifestazioni ed intellettuali a favore del massacro del popolo palestinese
- From: "PAL NEWS" <palestinanews at gmail.com>
- Manifestazioni ed intellettuali a favore del massacro del popolo palestinese
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