proposta di formazione....
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- From: "Laura Sebastio" <laurasebastio at virgilio.it>
- Date: Sat, 13 Dec 2008 10:29:18 +0100
Nonviolenze:
femminile, plurale Percorso di tre laboratori sui conflitti interpersonali a partire dalla
differenza di genere Per il secondo anno il Movimento Nonviolento organizza un
ciclo di tre laboratori sul tema dei conflitti
interrelazionali. Quest’anno vi proponiamo di cominciare ad esplorare le
voci di donne che lavorano da tempo nella formazione su questi temi. Sono
notevoli le differenze che le tre formatrici presentano: dalle diverse
metodologie al differente peso che tali autrici danno al loro essere donna. La
parola “nonviolenza” diventa così “nonviolenze”, poiché la scommessa è che i
saperi delle donne ne rimettano in discussione la monolitica appartenenza al
neutro-maschile declinandola a partire da altre pratiche, più vicine alla vita e
all’esperienza delle donne. Monica Lanfranco è l’unica a mettere a tema la
differenza di genere e propone un lavoro fortemente improntato su questa; Pat
Patfoort, pur non facendo lo stesso, ha (tra le altre cose) da sempre lavorato
sul suo rapporto con i figli e la famiglia; per quanto riguarda il lavoro
condotto da Claudia Pallottino, il Teatro dell’Oppresso sarà un insolito
strumento attraverso il quale mettere a fuoco le problematiche che sono sullo
sfondo della differenza tra i sessi. Il percorso è aperto a chiunque voglia approfondire il
tema del conflitto e del conflitto di genere e fare esperienza di nuove e
diverse modalità per una sua gestione più consapevole. Lavorare
sui conflitti
a partire
dalla differenza di genere
24-25 gennaio
laboratorio di due giorni condotto
da Monica Lanfranco La conflittualità è una dimensione che caratterizza
fortemente il nostro quotidiano, che riguarda sia il nostro mondo interiore, sia
la sfera delle relazioni sociali che viviamo, sia l’intera realtà sociale che ci
circonda. Nella maggior parte dei casi viene rivestita di
un’accezione puramente negativa, viene vista come problema la cui risoluzione
forzata, a volte violenta, intesa sia come strappo sia come fuga, non può non
essere l’unica soluzione possibile e
praticabile. Gestire il conflitto in modo positivo, favorirne una sua
trasformazione nonviolenta, è una capacità che già possediamo in alcune
situazioni ma di cui raramente siamo consapevoli; si tratta allora innanzitutto
di prendere coscienza di come siamo abituate/i a pensare al conflitto, di quali
sensazioni ci trasmette e di quali reazioni fa scattare, al fine di rafforzare i
comportamenti positivi, intesi come possibile espressione di competenze, che già
manifestiamo, anche se spesso solo parzialmente, in tali
situazioni. Una tale consapevolezza, unita alla conoscenza dei
presupposti della pratica nonviolenta e delle principali dinamiche attive nei
conflitti, è il punto di partenza per maturare ulteriormente le competenze -
intese come capacità relazionali - indispensabili per non essere costrette/i a
fuggire di fronte ad una situazione conflittuale o a rifugiarsi dietro reazioni
distruttive, per sentirsi in grado di “poterla attraversare” senza rimanerne
prigionieri. Nel percorso verranno impiegate metodologie formative di
carattere attivo, alternando momenti di comunicazione, esercitazioni, lavori di
gruppo, integrazioni esperienziali. Il gruppo, con le sue esperienze, costituirà
la principale risorsa di lavoro. Verranno effettuati lavori in gruppo,
simulazioni di situazioni di
conflitto e giochi di ruolo. Se possibile saranno visionati materiali
video e discussi film interi e a spezzoni sui quali il gruppi discuterà.
Consigliati abiti comodi per eventuali esercizi e giochi di
ruolo. Ecco alcuni temi che saranno affrontati:
La nonviolenza: dalla teoria alla
pratica; Il conflitto interpersonale: risonanze emotive e
dinamiche relazionali; Per una gestione nonviolenta dei conflitti:
competenze; Dal micro al macro: la nonviolenza come strumento di
azione sociale; Potenzialità e conflitti a partire dal
genere; Essere uomini ed essere donne: non una semplice
constatazione ma il conflitto dal quale
partire; Fra condivisione e dominio;
Pratiche di non violenza nella storia dei movimenti
sociali per il cambiamento– l’apporto dei movimenti delle
donne; Uso della lingua
come cornice dell'oppressione/ il linguaggio
sessuato; La presenza femminile nella storia italiana degli ultimi
decenni: elaborazioni teoriche, visibilità politica, mutamenti del
costume; Considerando il carattere modulare e flessibile di
questa specifica offerta formativa, i contenuti possono variare per essere
adattati ai desiderata del gruppo. Monica
Lanfranco, giornalista,
formatrice sui temi del conflitto e della differenza di genere (www.monicalanfranco.it) Teatro
dell’Oppresso 28
febbraio 1 marzo Laboratorio
in due giorni condotto da Claudia Pallottino Due giorni di esplorazioni di comportamenti in
situazioni conflittuali col TdO (Teatro dell’Oppresso). Le possibilità di lavoro
sono aperte ai temi su cui il gruppo vuole
lavorare. Il Teatro
dell’Oppresso è un metodo teatrale che usa il teatro come mezzo di
conoscenza, come linguaggio e come strumento di consapevolezza e trasformazione
della realta' interiore, relazionale e sociale. E' un teatro che rende attivo il
pubblico e serve ai gruppi di "spett-attori" per esplorare, mettere in scena,
analizzare e trasformare la realta' che essi stessi vivono. Claudia
Pallottino, attualmente
assistente sociale in un servizio di base, si occupa da circa 10 anni di
formazione di volontari in servizio civile e di gruppi di adulti sui temi del
conflitto e della nonviolenza. Si è formata al metodo del Teatro
dell'Oppresso con l’Associazione Giolli. E’ formata teatralmente attraverso
percorsi di danza contemporanea sperimentale ed espressione
corporea. Pat
Patfoort 28-29
marzo Laboratorio di
due giorni sul modello dell’Equivalenza Pat Patfoort
è una antropologa e dottore in
biologia umana belga. Nella sua formazione, è stata segnata dai numerosi
contatti con le associazioni gandhiane fondate da
Giuseppe Giovanni Lanza
del Vasto, nonché dalla formazione religiosa e la lunga permanenza (otto
anni) in Africa Occidentale. Dirige il Centro per la gestione nonviolenta del
conflitto "De Vuurbloem" ("Il fiore di fuoco") a Brugge-Bruges, in Belgio, di cui è anche
cofondatrice. Ha lavorato, a livello nazionale e internazionale, come
trainer e mediatrice sulle tematiche della trasformazione e della
gestione nonviolenta dei conflitti, ideando un originale approccio teorico
(denominato "Mme-model", modello dell’Equivalenza), che ha applicato
nell'educazione dei suoi due figli e verificato in questi trent'anni di
formazione. Proprio su tale approccio verterà il lavoro che vi
proponiamo. Le sue pubblicazioni in
italiano: Una introduzione
alla nonviolenza. Presentazione di uno schema di ragionamento, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona (1988); Costruire la
nonviolenza. Per una pedagogia dei conflitti, Io voglio, tu non
vuoi. Manuale di educazione nonviolenta, EGA Editore, Torino (2001); Difendersi senza
aggredire. Il potere della nonviolenza, EGA Editore, Torino (2007) “Troppo
spesso, quando ci sentiamo aggrediti, non vediamo che due possibili risposte:
diventare a nostra volta aggressori oppure subire passivamente. C’è invece una
terza possibilità: un modo di agire che non comporta né aggressione, né
passività. Non esiste solo Tutti i laboratori si
svolgeranno presso la casa della nonviolenza e avranno i seguenti orari:
sabato 9,30-13,30 e
14,30-18,30; domenica
9.30-13.30 Iscrizioni:
Per info e iscrizioni
contattare Laura 3488279423; mail
laurasebastio at virgilio.it per il laboratorio del
24-25 gennaio far pervenire Per il laboratorio del 28
febbraio-1 marzo far pervenire per il laboratorio del
28-29 marzo far pervenire contributo per un
laboratorio: 70 euro; contributo per tre
laboratori: 180 euro. Si richiede un anticipo
di almeno 20 euro. I versamenti possono
essere effettuati direttamente presso (detraibile ai fini
fiscali) |
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